Lettera aperta a Conte #liberopensiero2019
di Adriano Segatori
Prof. Giuseppe Conte,
dato che non so mentire, né sono avvezzo a genuflessioni e ipocrite piaggerie, non esordisco con “Chiarissimo”, “Esimio”, “Pregiato” o altri untosi aggettivi che – a mio giudizio – la sua (la ‘s’ minuscola non è un refuso) persona oggettivamente non merita.
Da molte parti mi è stato chiesto di istruire un suo profilo psicologico, come quello da me operato su Emmanuel Macron che ha avuto diversi milioni (ripeto: milioni) di condivisioni, anche sulla stampa russa con mia personale soddisfazione.
Ma per lei no: un profilo bisogna meritarselo, e in questo caso penso siano sufficienti alcune considerazioni.
Dal livore con il quale si è espresso in ambito parlamentare, con le sue contorsioni intellettual-politicanti a giustificare un comportamento a dir poco desolante, con i suoi tradimenti linguistici – intendo epistemologici che, se non lo sa, sono argomentazioni che etimologicamente dovrebbero tenersi in piedi da sole – per legittimare scelte e decisioni che, se non democraticamente, quanto meno eticamente ritengo abusive, lei si è posto in una situazione moralmente indifendibile, e con lei tutti coloro che l’hanno sostenuto.
Il massimo della meschinità è stata validata dal suo comportamento tenuto in occasione della visita alle zone terremotate. Blindare la zona per non avere contatti con la popolazione, abbandonata da un dispositivo che usurpa il termine di Stato, è apparsa un’operazione dimostrativa della sua arroganza e della sua paura.
Da un lato ha voluto dimostrare un esercizio sfrontato di potere, dall’altro ha comprovato che quel potere ha paura del popolo, perché dallo Stesso (volutamente con la ‘S’ maiuscola in riferimento al popolo) rifiutato e bocciato.
Veda, il Salvini, che lei ha avuto il coraggio di stigmatizzare dopo aver collaborato per lunghi mesi, sarà pure ridicolo con le sue felpe, con i suoi selfie, con le sue cantate sulla sabbia, ma quel Salvini è uno che il popolo ha votato e dal popolo si fa circondare.
Io non ho votato Salvini, quindi posso difenderlo da una posizione di distanza, quindi più credibile, lei invece, comunque, non è stato votato da nessuno, perciò non può contare sulla validazione elettorale, che da antidemocratico non mi interessa, ma da uno come lei – come voi – che di democrazia vi riempite bocche e pance, dovrebbe essere un metro di misura di popolarità.
Prof. Conte,
il suo narcisismo e quello dei suoi accoliti – incuranti di competenze, incapaci di esame di realtà, insufficienti ad ogni introspezione – vi costringe a guardarvi nello stesso stagno in cui vi riflettete quotidianamente. Pensate di essere belli, avete la presunzione di essere i migliori, immaginate di avere credibilità, mentre siete assediati nel vostro spazio di autogratificazioni e circondati: non dal popolo, ma dalla realtà.
Voi state sognando di avere autorità, mentre siete solo i tenutari di un potere che vi è stato conferito da altri padroni, e il popolo vive un incubo. Ma quando questo sonno finirà, finalmente il popolo sognerà senza di voi, e voi vivrete altrettanto finalmente l’incubo della realtà.
Voi non fate Storia, siete solo i riempitivi di cronaca, e tornerete all’anonimato, molto peggiore di quello dal quale un colpo di fortuna – vostra – tempo fa vi ha fatto uscire.
ADRIANO SEGATORI
Prof. Giuseppe Conte,
dato che non so mentire, né sono avvezzo a genuflessioni e ipocrite piaggerie, non esordisco con “Chiarissimo”, “Esimio”, “Pregiato” o altri untosi aggettivi che – a mio giudizio – la sua (la ‘s’ minuscola non è un refuso) persona oggettivamente non merita.
Da molte parti mi è stato chiesto di istruire un suo profilo psicologico, come quello da me operato su Emmanuel Macron che ha avuto diversi milioni (ripeto: milioni) di condivisioni, anche sulla stampa russa con mia personale soddisfazione.
Ma per lei no: un profilo bisogna meritarselo, e in questo caso penso siano sufficienti alcune considerazioni.
Dal livore con il quale si è espresso in ambito parlamentare, con le sue contorsioni intellettual-politicanti a giustificare un comportamento a dir poco desolante, con i suoi tradimenti linguistici – intendo epistemologici che, se non lo sa, sono argomentazioni che etimologicamente dovrebbero tenersi in piedi da sole – per legittimare scelte e decisioni che, se non democraticamente, quanto meno eticamente ritengo abusive, lei si è posto in una situazione moralmente indifendibile, e con lei tutti coloro che l’hanno sostenuto.
Il massimo della meschinità è stata validata dal suo comportamento tenuto in occasione della visita alle zone terremotate. Blindare la zona per non avere contatti con la popolazione, abbandonata da un dispositivo che usurpa il termine di Stato, è apparsa un’operazione dimostrativa della sua arroganza e della sua paura.
Da un lato ha voluto dimostrare un esercizio sfrontato di potere, dall’altro ha comprovato che quel potere ha paura del popolo, perché dallo Stesso (volutamente con la ‘S’ maiuscola in riferimento al popolo) rifiutato e bocciato.
Veda, il Salvini, che lei ha avuto il coraggio di stigmatizzare dopo aver collaborato per lunghi mesi, sarà pure ridicolo con le sue felpe, con i suoi selfie, con le sue cantate sulla sabbia, ma quel Salvini è uno che il popolo ha votato e dal popolo si fa circondare.
Io non ho votato Salvini, quindi posso difenderlo da una posizione di distanza, quindi più credibile, lei invece, comunque, non è stato votato da nessuno, perciò non può contare sulla validazione elettorale, che da antidemocratico non mi interessa, ma da uno come lei – come voi – che di democrazia vi riempite bocche e pance, dovrebbe essere un metro di misura di popolarità.
Prof. Conte,
il suo narcisismo e quello dei suoi accoliti – incuranti di competenze, incapaci di esame di realtà, insufficienti ad ogni introspezione – vi costringe a guardarvi nello stesso stagno in cui vi riflettete quotidianamente. Pensate di essere belli, avete la presunzione di essere i migliori, immaginate di avere credibilità, mentre siete assediati nel vostro spazio di autogratificazioni e circondati: non dal popolo, ma dalla realtà.
Voi state sognando di avere autorità, mentre siete solo i tenutari di un potere che vi è stato conferito da altri padroni, e il popolo vive un incubo. Ma quando questo sonno finirà, finalmente il popolo sognerà senza di voi, e voi vivrete altrettanto finalmente l’incubo della realtà.
Voi non fate Storia, siete solo i riempitivi di cronaca, e tornerete all’anonimato, molto peggiore di quello dal quale un colpo di fortuna – vostra – tempo fa vi ha fatto uscire.
ADRIANO SEGATORI
Commenti
Posta un commento