Alexei Navalny cosa sappiamo
Chi è?
E perché la commissione europea vuole un'inchiesta?
La storia di Navalny
Nato il 4 giugno 1976, è il segretario del Partito democratico del progresso. È laureato in legge e ha studiato anche finanza. Sin dai primi anni del 2000, ha iniziato la sua attività di protesta contro la corruzione nel governo, della quale parla in un blog diventato molto popolare. Oggi è considerato da tutti il principale oppositore di Putin.
Gli arresti e gli attacchi
Per le sue battaglie politiche è finito varie volte in carcere e ha subito anche in passato attacchi fisici gravi. L'ultimo dei tanti fermi, la maggior parte avvenuti in seguito a proteste non autorizzate, è avvenuto nel dicembre del 2013, quando ha denunciato il sequestro del giovane attivista Ruslan Shaveddinov. Proprio a causa dei suoi precedenti penali, la commissione russa gli ha spesso negato la possibilità di candidarsi alle elezioni russe.
L'avvelenamento e il trasferimento negato
Dopo il ricovero per il sospetto avvelenamento, i familiari e lo staff di Navalny hanno chiesto di trasferirlo all'estero, perché l'ospedale di Omsk non sarebbe attrezzato per gestire casi di avvelenamento simili (anche se non è ancora stata diffusa una diagnosi ufficiale sull'accaduto). Secondo la portavoce di Navalny Kira Yarmysh, inizialmente i medici avevano acconsentito al trasferimento dell'attivista, tanto che un aereo era partito dalla Germania per portarlo all'ospedale Charité di Berlino.
Improvvisamente, però, dopo che tutto era stato approntato, i medici hanno iniziato a sostenere che Navalny non fosse in condizione di essere trasferito, come scrive Il Post citando un approfondimento del Guardian. Secondo Yarmysh, il mancato spostamento di Navalny è “un attentato alla sua vita”, una strategia delle autorità russe per evitare che altri riescano a provare l'avvelenamento. FONTE
La Commissione europea segue con grande preoccupazione il caso del sospetto avvelenamento di Alexei Navalny e si aspetta che venga avviata un’inchiesta indipendente, trasparente, veloce e completa per fare luce sull’accaduto. Lo ha detto una portavoce di Bruxelles aggiungendo che la delegazione della Commissione europea a Mosca segue il caso da vicino e sta facendo il possibile per favorire il trasferimento di Navalny in Germania affinche’ possa essere sottoposto a tutte le cure mediche necessarie. ansa
In realtà, Navalny – che ha il volto di Hitler tatuato sul petto – non è stato avvelenato. I medici hanno già fatto una diagnosi che è stata comunicata alla famiglia.
Con uno scarso 1,5 di consensi, Navalny viene considerato dal mainstream “oppositore di Putin”.
La magistratura russa ha condannato i due fratelli Navalny a tre anni e mezzo per frode e riciclaggio nell’affaire Yves Rocher. Secondo la tesi dell’accusa, i due hanno frodato due aziende francesi, una delle quali è una filiale del gigante dei cosmetici Yves Rocher, di una somma pari a 30 milioni di rubli (526mila dollari).
Navalny è già stato condannato anche nel 2013 a cinque anni di carcere con la condizionale per altre accuse di corruzione.
Era l'11 Aprile 2016 – Il canale televisivo Rossiya 1 trasmetterà mercoledì un documentario in cui il blogger e dissidente Alexei Navalny viene ritratto come un collaboratore dei servizi segreti britannici e americani. Nel programma si sostiene infatti che fu William Browder – ad e fondatore del fondo d’investimenti Hermitage, ma in realtà, secondo gli autori, uno 007 britannico dal nome in codice di ‘Solomon’ – a ‘reclutare’ Navalni nel 2007 con la missione di “destabilizzare l’ordine costituzionale in Russia”.
Nel film si dice che, grazie a Serghei Sokolov, ex capo dei servizi di sicurezza di Boris Berezovsky (l’ex oligarca nemico giurato di Putin morto in esilio d’orato a Londra), sarebbero stati portati in Russi i server che ospitavano la corrispondenza via internet di alcuni agenti legati Cia. Tra questi figurerebbe anche Browder. Nel carteggio spunterebbe dunque la pista che lo lega a Navalni, indicato come agente ‘Freedom’. Navalni si è riservato il diritto di querela per “diffamazione”. ANSA
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