Blocco navale subito
Il “piano d’acciaio” del generale per fermare l’invasione: “Bloccare e rimpatriare i tunisini con le navi militari”
Ora più che mai l’immigrazione è un problema per il nostro Paese: non solo gli sbarchi sono aumentati in maniera vertiginosa rispetto allo scorso anno, ma la raffica di arrivi continua a interessare l’Italia nonostante il pericolo Coronavirus. I clandestini riescono ad approdare tranquillamente come se nulla fosse e molti positivi, come se non bastasse, fuggono dai centri di accoglienza mettendo a repentaglio la salute dei cittadini italiani che nel corso del lockdown hanno compiuto sacrifici davvero notevoli. Appare evidente come la questione migratoria debba essere trattata come una delle priorità. Ma la domanda resta sempre la stessa: quale potrebbe essere un sistema concreto per porre definitivamente fine all’immigrazione irregolare?
La proposta del generale Vincenzo Santo è chiara: interdizione marittima della flotta militare italiana davanti alle coste africane, in stretta cooperazione con le forze navali tunisine e libiche e unità speciali per la neutralizzazione a terra dei punti di imbarco dei clandestini. L’ex capo di Stato Maggiore delle forze Nato in Afghanistan è intervenuto dopo l’ordinanza firmata da Nello Musumeci per la chiusura degli hotspot. A suo giudizio il coraggio del governatore della Sicilia cadrà nel vuoto, “ma potrebbe trasformarsi in segnale politico di fondamentale importanza“.
L’ex alto ufficiale è convinto che si possano rimpatriare con i nostri mezzi navali tutti i migranti clandestini che non hanno diritto alla protezione umanitaria: “Con le nostre navi militari, a migliaia per ogni tratta e non come si fa ora con voli settimanali di 80 clandestini per volta, cifre che comporterebbero anni per i rimpatri“. Ovvero occorre fare l’esatto contrario di ciò che il governo giallorosso sta facendo adesso. Un pezzo di accordo costoso con Tunisi lo abbiamo appena strappato con 11 milioni di euro per raddoppiare la sorveglianza della loro guardia costiera: “Ma parliamo di cura, non di rimedio che richiede invece una volontà politica che non esiste, che consisterebbe appunto nell’attuare un’interdizione marittima insieme alla marina militare tunisina e libica e blocco in mare di qualsiasi naviglio sospetto“. Si tratta della medesima operazione che fece l’esecutivo a guida Romano Prodi, che mediante un decreto ordinò il blocco navale del canale d’Otranto.
Il generale Santo, profondo conoscitore dello scacchiere politico-militare del nord Africa, sostiene la necessità di mettere a punto una strategia efficace per fermare l’immigrazione illegale. E, nell’intervista rilasciata a Libero, ha lanciato un appello ai militari: “Quando chi comanda si accorge che i soldati non stanno facendo i soldati, ma i trasportatori dell’immigrazione irregolare, i tassisti del mare, allora c’è una sola cosa da fare: dimettersi.”
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