Tutti in Italia appassionatamente 😱 #liberopensiero2019










Tripoli chiude il centro di Tajura bombardato da Haftar. Più di 35' migranti in strada pronti a partire grazie agli scafisti.
I migranti adesso sono senza un posto dove andare e di fatto potrebbero anche decidere di intraprendere la traversata verso l'Italia grazie all'aiuto degli scafisti.
Se questo scenario dovesse ripetersi potrebbero essere rilasciati almeno 7mila migranti. I migranti detenuti dentro e fuori Tripoli sono circa 3mila. L'Unhcr aveva stimato la presenza di almeno 5mila migranti nei centri di detenzione in Libia.


Una considerazione : l'Africa ormai è qui. Si è trasferita in Italia. Noi siamo la spazzatura.

Ora gli #antiitaliani si prodigheranno con i loro preziosi aiuti, convenienti soltanto a loro ovviamente. 
E l'Italia così muore. 
Ci vuole un #blocconavalesubito.
Ci vuole fermezza e coraggio per fermare questa invasione. 

Chi appoggia i clandestini appoggia gli stupri, appoggia lo spaccio di droghe, appoggia il traffico illecito. 



Meditate italiani, volete tutto questo?



La partita libica non è certo un affare locale, ma internazionale. Haftar è sostenuto da Emirati arabi uniti, Russia, Egitto e Arabia Saudita. Secondo molti osservatori, il leader della Cirenaica avrebbe deciso di sferrare l’attacco finale a Tripoli dopo aver ottenuto il via libera a marzo dai sauditi. La comunità internazionale, Italia in primis, oltre a Turchia, Qatar e alla galassia dei Fratelli Musulmani sostiene invece il governo di Serraj. Più ambiguo il ruolo della Francia, che da anni fa un doppio gioco fornendo assistenza logistica e di intelligence ad Haftar. Non a caso Tripoli ha chiesto formalmente all’ambasciatrice francese in Libia, Béatrice du Haccuellen, di riferire la sua «forte protesta» al suo governo e al presidente francese, Emmanuel Macron. Non è un mistero, come dichiarato a tempi.it anche da Gianandrea Gaiani, direttore di Analisidifesa.it, che «l’obiettivo di Macron sia quello di scalzare l’Italia dal ruolo di decisore nella crisi Libica. La Francia vuole riaffermare la sua influenza dominante nel paese, come cerca di fare dal 2011. Macron vuole emarginarci».
Una conquista della Libia da parte di Haftar sarebbe una pessima notizia per l’Italia e per gli affari dell’Eni nel paese nordafricano. L’interscambio tra Italia e Libia vale oggi 4 miliardi di euro. Il cuore sono le importazioni di gas e di petrolio. Le attività Eni sono regolate da contratti che hanno durata fino al 2042 per le produzioni a olio e al 2047 per quelle a gas. Con un governo Haftar, questo accordo potrebbe essere messo in discussione, come potrebbero cadere nel dimenticatoio i crediti vantati da 130 aziende italiane e che ammontano ad almeno 900 milioni di euro.
Haftar ha conquistato quasi tutto il paese e ha in mano i più importanti giacimenti di greggio.

l’Europa si è disinteressata della Libia dopo la caduta di Gheddafi. Tutti gli studiosi ricordano le parole amare di Obama contro Sarkozy e Cameron i quali, abbattuto Gheddafi – questo disse Obama ad “Atlantic” nell’aprile 2016 – non si occuparono del processo di ricostruzione. Quando poi è esplosa la crisi migratoria, l’Europa e gli Stati Uniti hanno scelto di porre rimedio ai (loro) problemi immediati, senza concordare alcuna strategia di lungo periodo per la Libia. Tappata la falla dell’immigrazione e abbattute le roccaforti dell’Isis a Sirte, ogni Paese europeo è tornato ai propri problemi di politica interna, mentre Trump dichiarava di non volere assumere alcun ruolo in Libia durante una conferenza stampa con Paolo Gentiloni, il 20 aprile 2017. Il problema è che la Libia è parte della politica interna dell’Unione Europea. All’Italia è chiaro, per via della vicinanza geografica.

Ora più che mai è necessario combattere altrimenti si mette molto male, per noi in primis e per l'Europa intera. 
Gli arabi non si fermeranno, con ogni mezzo cercheranno di far morire la Nostra Cultura. 

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