Vaccino antinfluenzale a tutti i bambini?

 Siamo un gruppo di pediatri abituati e seguire le indicazioni della medicina basata sulle prove di efficacia (Evidence-based medicine, EBM) e siamo rimasti perplessi sulle numerose dichiarazioni di esperti lette sui giornali con l’invito a tutta la popolazione a fare la vaccinazione antinfluenzale in modo da bloccare l’epidemia influenzale e facilitare, in occasione di un episodio febbrile, il riconoscimento del COVID-19.

 
Come pediatri siamo impegnati in prima linea nella promozione delle vaccinazioni, un presidio fondamentale di prevenzione delle malattie e abbiamo osservato con piacere il miglioramento delle coperture vaccinali infantili in tutte le regioni italiane, anche se i ritardi causati dal recente lockdown andranno al più presto recuperati.
 
Ma il vaccino antinfluenzale nell’ambito dell’età pediatrica - che è quella di nostra competenza - non ha una grande efficacia. La più recente revisione sistematica Cochrane del 2018 segnala che è necessario vaccinare 5 bambini per avere 1 bambino senza influenza; se invece si vuole ragionare in termini di pratica di ambulatorio è necessario vaccinare almeno 12 bambini per avere un bambino senza sintomi influenzali. Due più recenti RCT, in cui è stato utilizzato il più recente vaccino quadrivalente, con circa 18mila bambini arruolati, indicano che è necessario vaccinare 19-20 bambini per averne 1 senza influenza.

 
I dati riguardo alla riduzione di mortalità, ospedalizzazione, complicanze (otiti, polmoniti) e l’effetto gregge nelle diverse collettività frequentate dai bambini (famiglia, scuola, comunità) sono molto scarsi oppure indicano nessun effetto del vaccino antinfluenzale. In più, ricordiamo che non ci sono studi per valutare l’efficacia del vaccino antinfluenzale nei bambini al di sotto dei 2 anni di età.
 
Pertanto non è utile richiedere la vaccinazione antinfluenzale pediatrica universale con l’obiettivo di risolvere l’epidemia influenzale, avere un effetto gregge, ridurre i ricoveri in ospedale o aiutare il clinico nella diagnosi di COVID-19: possiamo affermare ciò sulla base delle prove di efficacia presenti nella letteratura scientifica.
 
Sono state avanzate proposte per rendere obbligatoria la vaccinazione antinfluenzale, un problema etico di non poco conto per un vaccino che ha una scarsa efficacia. Rimanendo in ambito etico si deve sottolineare la presenza di numerosi finanziamenti che le industrie del farmaco hanno offerto per la realizzazione di corsi di aggiornamento o congressi sul tema; questi eventi possono concretizzarsi in un conflitto di interesse per i medici che vi partecipano, anche se i finanziamenti sono “non condizionanti”; questo non è il miglior biglietto da visita per un medico che promuove le vaccinazioni.
 
Riteniamo giusto che ai bambini più vulnerabili e a quelli con malattie croniche, già individuati attraverso il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale e i nuovi LEA, possa essere offerta la vaccinazione antinfluenzale per poter tutelare al meglio il loro stato di salute. La vaccinazione antinfluenzale è necessaria anche per gli anziani e gli operatori sanitari; in quest’ultima categoria il vaccino non solo tutela la salute ma riduce il rischio di diffusione del virus nella popolazione che frequenta gli ambulatori e gli ospedali. Eppure in queste categorie le coperture vaccinali sono ancora gravemente insufficienti (solo il 14 % dei sanitari si vaccina contro l’influenza) aumentando il rischio di contagio e complicanze nella popolazione più vulnerabile.
 
Esprimiamo la nostra perplessità sulla promozione del vaccino antinfluenzale a tutti i bambini sani sotto forma di obbligo o di chiamata attiva. I genitori devono sapere che questa profilassi vaccinica non ha un profilo di efficacia simile alle vaccinazioni infantili e che quindi non possono avere aspettative assolutamente irrealistiche rispetto alla sua efficacia: un momento fondamentale di informazione in occasione del consenso informato.
 
Siamo preoccupati che le notizie giornalistiche dove emergono con forza le opinioni degli esperti che invitano tutti a vaccinarsi e discutono su un effetto della vaccinazione antinfluenzale sul COVID-19 non siano aderenti alle prove della evidence-based medicine. Una informazione non completa o non esatta sull’efficacia della vaccinazione antinfluenzale può danneggiare in futuro la credibilità delle vaccinazioni e soprattutto vanificare gli sforzi dei professionisti impegnati a promuovere nelle famiglie tutte le vaccinazioni infantili.
 
Costantino Panza
Laura Brusadin
Maddalena Marchesi
Laura Reali
Patrizia Rogari
Giacomo Toffol
Newsletter pediatrica Associazione Culturale Pediatri


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