L’ESERCITO ITALIANO CELA I MORTI DA VACCINO
Sindacalista Militare Denuncia: “Non Rispondono su Eventuali Decessi”
Il Governo di Mario Draghi, nel rafforzare il ruolo del Ministro della Salute Roberto Speranza, ha infatti preferito mantenere un alto ufficiale al vertice del coordinamento della macchina di distribuzione/imposizione dei sieri genici sperimentali, capaci di alterare persino il DNA umano in un esperimento globale dalle ignote conseguenze, secondo lo studio del genetista tedesco Walter Doerfler.
La conferma di un generale in tale ruolo va interpretata sia nella logica di dare un’impronta di autorevolezza marziale, evocativa di una dittatura sanitaria e militare al tempo stesso, sia nella strategia di cercare di evitare gli scandali del passato.
Il precedente commissario, infatti, il manager calabrese Domenico Arcuri, è stato indagato dalla Procura della Repubblica di Roma per peculato per lo scandalo delle mascherine cinesi prima che la Corte dei Conti bloccasse il suo tentativo di erogare un finanziamento statale per la ricerca di un vaccino antiCovid alla casa farmaceutica italiana Reithera srl, controllata da una finanziaria “anonima“ di cui sono amministratori due manager della GSK pilotata da Bill Gates.
Ecco perché assume una doppia valenza negativa l’omessa risposta dell’Esercito Italiano alla semplicissima richiesta di un sindacalista militare proprio in ragione del fatto che il responsabile della campagna vaccinale è un ufficiale della medesima istituzione e, pertanto, dovrebbe avere a cuore la massima trasparenza.
In realtà, come sappiamo, proprio la trasparenza è una delle gravi lacune che sono state oggetto della battaglia avviata da un altro militare, il sergente maggiore Ciro Scognamiglio, paracadutista della Folgore, che ha sollecitato alle autorità sanitarie competenti le prescrizioni mediche necessarie per la vaccinazione, come sostenuto anche dall’avvocatessa Renate Holzeisen in un contraddittorio legale con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
E come evidenziato dallo stesso Scognamiglio, anche nella veste di consigliere del direttivo dell’associazione Constitutio Italia che contesta l’obbligo vaccinale ai militari per un Regio Decreto, in una lettera al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella rimasta senza risposta come quella dei vaccinati danneggiati del Comitato Ascoltami.
L’attuale richiesta del segretario EI della Federazione Militari Italiani sugli eventuali decessi avvenuti dopo la vaccinazione tra i membri delle Forze Armate, sottoposte all’obbligo vaccinale come poliziotti, operatori scolastici e sanitari, è una questione molto più pragmatica che formale.
Basti pensare al caso del maresciallo maggiore cinquantenne dei carabinieri di Mantova Pietro Taurino nel quale la magistratura ha accertato la correlazione tra il vaccino e la morte richiedendo però l’archiviazione dell’inchiesta per omicidio colposo a causa dello scudo penale varato dai decreti del Governo Draghi. Oppure a uno dei primi casi che suscitò viva commozione in Sicilia: quello del militare della Marina in servizio ad Augusta (Sr), Stefano Paternò, scomparso prematuramente a soli 43 anni.
Da allora le cronache di carabinieri, militari, poliziotti e civili colpiti da “malori improvvisi” dopo la vaccinazione sono diventate numerose che il citato Scognamiglio, nella semplice veste di esponente di Consitutio Italia, ha chiamato in causa l’ASL per richiedere l’attivazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) in conformità al diritto di segnalare presunte anomalie sui medicinali al Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza PRAC (dall’acronimo inglese dell’organismo interno all’European Medicines Agency, EMA).
E lo stesso luogotenente De Ruvo si richiama alle agenzie del farmaco per motivare nel dettaglio la sua istanza alle autorità competenti. (continua a leggere)
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