La fobia è nostra nemica

Come è potuto succedere?
Perché ora abbiamo la fobia di un qualsivoglia virus?
Come siamo potuti cadere così in fretta verso il baratro, i virus sono sempre esistiti, così come il nostro sistema immunitario ha sempre funzionato per combatterli, se viviamo in modo sano e usiamo le regole base di igiene.
Ci siamo bevuti il cervello...
Non dobbiamo temere il virus di turno, bensì chi ci propina stronzate a raffica inculcandoci la paura.


Paolo Mario Buttiglieri, sociologo, Fiorenzuola d'Arda (PC) dice 

"In questo momento la paura domina la mente della maggior parte delle persone, che vagano per le strade imbavagliate e mantenendo le distanze. In tasca alcuni portano un foglio di giustificazione per dove e perché stanno andando.

Sembra di essere ritornati allo stadio infantile. Quello che prima era normale ora non lo è. Tutto è un problema: dal fare la spesa al bere un caffè al bar, dal matrimonio al funerale, dall’andare a scuola all’andare in vacanza. Il nonno che gioca con il nipotino è un pericolo.

Ma ciò che è veramente in pericolo è la lucidità mentale. Abbiamo imboccato la strada della follia. I nostri figli un giorno rideranno di noi. Ma quando c’è la paura chi comanda non siamo più noi ma lei. E cos’è la paura? Il pensiero che nasce nella mente di uno che si reprime.

Ma cosa vuol dire reprimersi?

Trattenersi dal fare quel che sentiresti di fare. E perché uno si trattiene? Perché ha paura. E perché ha paura? Perché qualcuno gli dice che sta sbagliando. Se noi obbediamo a chi ci dice che stiamo sbagliando abbassiamo la nostra autostima, la fiducia in noi stessi. Invece di avere fiducia in noi stessi preferiamo fidarci in chi non si fida di noi. In fatti chi sta al governo non si fida di noi e ci da degli ordini a cui dobbiamo obbedire se non vogliamo essere puniti.

Chi da degli ordini lo fa perché ha paura. E se noi abbiamo più paura di lui obbediremo."


È quanto possiamo osservare nell’emergenza Covid-19, vera e propria “macchina di visione” in grado di strapparci al sonno delle nostre convinzioni e rimetterci di fronte alla complessità del reale. Nella più grande crisi pandemica del dopoguerra, non abbiamo dati affidabili né sul numero di infettati, né sul numero di morti, né sugli effetti delle diverse misure di contenimento, né su quel che si prospetta per il prossimo futuro.

Da "Ammalarsi di paura" 

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