Quello che farò
Quello che farò
L’arrivo dell’autunno ha portato con sé una prevedibile ricrescita dei contagi in tutta Europa e il
continente è stato proclamato nuovamente epicentro della pandemia dall’OMS1
. Questo nonostante
i tassi di vaccinazione tra i più alti al mondo. La ricrescita dei contagi è imputabile all’allentamento
delle misure restrittive e da qui possiamo dedurre che queste saranno a breve reintrodotte. In Italia
lo stato di emergenza verrà inevitabilmente prorogato ancora, per legittimare quei provvedimenti
altrimenti inapplicabili, oltre la durata costituzionalmente prevista e oltre il limite concesso dalla
nostra Costituzione anche per le proroghe. Quello che mi preme comprendere, dalla mia giovanile
ignoranza, è come determinare quando questa emergenza finirà e quando si potrà di conseguenza
tornare al mondo prepandemico. Non in termini sanitari, sia chiaro: esistono specifiche competenze
per valutare i fattori epidemiologici e di conseguenza considerare la pericolosità del virus esauritasi
o meno, ma poiché il virus non può scomparire per azione di un vaccino che ne annulli la
trasmissione2e né pare destinato a cessare la sua propagazione grazie ad un naturale decorso della
pandemia, a causa della produzione di varianti3
, dobbiamo dedurne che l’emergenza non potrà mai
rientrare. Vale a dire: lo stato di emergenza verrà prorogato continuamente e senza termine se ci
affidiamo esclusivamente sui parametri di valutazione, sanitari, attualmente in vigore. Un esempio
chiaro riguarda la soglia di occupazione delle terapie intensive che corrisponde all’istituzione di una
zona gialla, fissata al 10% di saturazione dei reparti, e di una zona rossa, fissata al 30%, quando nel
mondo prepandemico questo valore era solito attestarsi in media intorno al 45%4
. Dunque,
ripetiamo, siamo entrati in un sistema di emergenzialità imperitura, perché sulla base di valutazioni
esclusivamente sanitarie non è possibile e mai lo sarà porre una parola fine a quanto stiamo
vivendo. Questo stato di cose sta perciò legittimando una serie di modificazioni altrimenti
impensabili della società, destinate a permanere insieme alla sospensione del regime democratico.
Soprattutto, sta introducendo dei comportamenti sociali, umani e comunicativi completamente
inopportuni per una civiltà che voglia definirsi tale. L’odio che dalle parti si riversa contro gli altri è
oltremisura dannoso e pericoloso per la tenuta democratica del nostro Paese e soprattutto è
completamente inaccettabile che i media possano supportare una frangia di questo odio. A tal
proposito, giusto per evidenziare la gravità del fenomeno, riporto le dichiarazioni di alcuni
giornalisti, politici e medici che hanno suscitato molto scalpore:
Vorrei vederli cadere come mosche. Andrea Scanzi, giornalista.
1 https://www.bbc.com/news/world-europe-59160525
2Coronavirus, il vaccino farà aumentare le mutazioni. Ma non fermerà le nostre cure - la Repubblica
3
"Immunità di gregge? Impossibile. Lo sappiamo da marzo..." - ilGiornale.it
4 https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3073_allegato.pdf
Tutti i vaccinabili siano immunizzati con le buone o con le cattive. Matteo Bassetti, infettivologo.
Mi impegnerò a staccare la spina ai pazienti non vaccinati. Carlotta Saporetti. Infermiera. I rider
dovrebbero sputare nel cibo dei no-vax. David Parenzo, giornalista.
Gli bucherò una decina di volte la solita vena facendo finta di non prenderla e poi altro che mi
verrà in mente. Francesca Bertellotti, infermiera.
Per loro non faccio più le corse, si arrangiassero. Stefania Trezza, infermiera. Io sono molto
democratico: campi di sterminio per chi non si vaccina. Giuseppe Gigantino, dottore. Criminali no
vax. Libero quotidiano del 21 agosto 2021.
Soluzione campi di concentramento e camere a gas. Marianna Rubino, medico. Carrozze dei treni
dove segregare i no vax. Mauro Felicori, assessore alla cultura Emilia Romagna.
Ricoverare per Covid amici non vaccinati lo trovo uno dei momenti più straordinari dell’umanità.
Mirco Ribul, medico.
Li intubo senza anestesia poi gli chiedo come stanno. Sara Dalla Torre, infermiera.
Sarò felice di mettergli le sonde necessarie negli appositi posti, lo farò con un pizzico di piacere in
più. Cesare Manzini, infermiere.
Come sorci resteranno chiusi in casa, agli arresti domiciliari. Roberto Burioni, virologo.
Vorrei vederli ridotti a una poltiglia verdastra. Selvaggia Lucarelli, opinionista. Prego Dio
affinché i no-vax muoiano velocemente. Giovanni Spano, vicesindaco di Villacitro.
I cani possono sempre entrare. Solo voi, come è giusto, resterete fuori. Sebastiano Messina,
giornalista.
Sono dei criminali, associazioni organizzate contro lo Stato. Matteo Bassetti, infettivologo.
No-vax fuori dai luoghi pubblici. Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana.
Escludiamo gli evasori vaccinali dalla vita civile. Stefano Feltri, direttore di Domani.
Non vaccinati mettano un cartello al collo. Sarà possibile scansarli. Angelo Giovannini, sindaco di
Bomporto.
I no vax sono terroristi e vanno sfamati con il piombo. Richiamate Bava Beccaris. Giuliano
Cazzola, giornalista e candidato + Europa.
Se queste affermazioni non sono in grado di suscitare il vostro ribrezzo e la vostra rabbia,
evidentemente il vostro concetto di umanità è stato accuratamente demolito in questi due anni.
Dover temere per la propria salute entrati in ospedale, per il timore che il proprio medico desideri
infliggerci dolore solo per aver applicato una libera scelta ancora garantita, è fuori da ogni ordine di
comprensione. Qualcuno, giustamente, starà considerando queste affermazioni come esagerazioni di
qualche spaurito opinionista desideroso di spazio mediatico, probabilmente anche esasperato dalla
situazione vissuta in questi anni. Soprattutto un dottore, costretto a turni sfiancanti e a veder morire
decine di persone nel proprio reparto a causa del Covid, può comprensibilmente (pur senza
giustificazione) nutrire rancore per chi sceglie di non vaccinarsi. Questo, tuttavia, non legittima
minimamente un giornalista a rincarare la dose, dando adito a questo pensiero e a queste volontà
omicide. Introdurre nell’opinione pubblica l’idea che una categoria di persone possa essere
legittimamente sottoposta a un trattamento violento è completamente inaccettabile, pericolosissimo,
indipendentemente dalle proprie azioni ed opinioni. Ad esempio, reputeremmo assurdo sentire un
dottore dichiarare in televisione che chi fuma vicino ad altri, quando entrerà in ospedale con un
cancro ai polmoni, verrà intubato senza anestesia, come per punizione. Eppure il fumo passivo è la
causa di circa un migliaio di tumori all’anno solo in Italia5
. L’insinuazione tra la cittadinanza di
queste forme d’odio è una vera emergenza che nessuno sta tentando di disinnescare e le
conseguenze non si faranno attendere.
Come si è visto, fino ad ora non si è dibattuto sul vaccino e sulla sua efficacia, ma solamente su una
serie di mutamenti comportamentali indotti nella maggioranza della popolazione. Andando oltre,
non ci soffermeremo neppure sulla legittimità delle norme introdotte, sulla costituzionalità del
lasciapassare verde né sulla legittimità degli isolamenti totali o selettivi che siano6
. Semplicemente
si ragionerà su quanto accade ed esporrò le mie tesi in proposito. Lo faccio non perché un qualche
studio me lo permetta o per merito di un acume particolare, ma perché l’unico dono che mi è stato
concesso è di sapere le parole e come accostarle e mi prendo dunque l’incarico di dire al meglio
quello che molti vorrebbero dire, ma che non sanno fare in una forma che sia ascoltata da qualcuno.
1. Chiunque può parlare. La retorica per cui solo gli esperti possono esprimersi sul proprio
campo di indagine, lasciando alla cittadinanza il solo compito di fidarsi, è assolutamente
5 https://www.aimac.it/informazioni-tumori/fattori-rischio
tumori/fumo#:~:text=In%20Italia%20il%20fumo%20passivo,passivo%20sul%20posto%20di%20lavoro.
6 https://www.open.online/2021/11/02/covid-19-matteo-bassetti-lockdown-no-vax/
contro ogni principio democratico. O si ammette che la democrazia ha fallito e che si stia
cercando un suo valido sostituto, togliendo dunque al cittadino il compito di chiedere, dire e
partecipare, o si dovrà ammettere che anche il lavoratore non istruito possa esprimere i
proprio dubbi, anche sulla materia sanitaria. La retorica imbastita in questi due anni è
facilmente estendibile alla sfera politica: dovremmo lasciare parlare gli esperti su come sia
meglio governare e dovremmo lasciar fare loro, fidandoci. A questo punto il sistema
elettorale diventerebbe poco più che un inutile orpello. E se si ammettesse allora che la
democrazia sta venendo sostituita, sarebbe opportuno dichiararlo e guidarne la transizione
con la partecipazione popolare. In caso contrario, si tratterebbe semplicemente di un banale
colpo di Stato. Se così non è, bisogna continuare ad ammettere che la voce dell’ignoranza si
esprima, in qualsiasi campo. Si potrebbe poi discutere anche sulla falsa concezione, tutta
contemporanea, per cui l’esistenza sia divisibile in comparti stagni, ciascuno analizzabile
esclusivamente dai propri esperti tralasciando invece la visione d’insieme. Questa è la
giustificazione di tutta quella metodica ridicolizzazione di filosofi, sociologi, letterati, storici
e via dicendo che si stiano esprimendo sulla questione green-pass e analoghi. Per tale
ragione mi oppongo, come tutti coloro dotati di buon cervello, a questa retorica. Aggiungo,
che la fiducia che è richiesta nella scienza manca nella popolazione, perché manca un
sistema economico e politico che ci assicuri che veramente gli obiettivi primari siano di
ordine sanitario e non economico. Fidarsi è cosa ardua e non bastano attestati accademici
per suscitare fiducia, specie in chi non ha neppure idea di cosa sia il mondo accademico. Per
fidarsi occorre trasparenza e occorre una certa aderenza a valori di ordine umano, piuttosto
che una comprovata ossessione per il profitto7
.
2. Sulla costituzionalità e legittimità giudiziaria dei provvedimenti attuati fino ad ora e quelli a
venire. La peggiore tirannia d’Europa nacque in seno ad una perfettissima costituzione e nel
pieno rispetto di questa. Dunque, chiunque sostenga che sia errato questionare sui
provvedimenti del governo, perché completamente legittimati dal nostro ordinamento
giuridico, è ingenuo o in malafede. Ribadisco il diritto ad opporsi a leggi reputate ingiuste
seppur coerenti con la legislazione, indipendentemente dal parere di avvocati o magistrati
favorevoli o contrari. Essere cittadino significa anche sorvegliare le leggi dello Stato ed
essere umano significa anche opporsi alle leggi secondo coscienza, se necessario. Questo vale indipendentemente dal contesto di applicazione.
7 https://it.wikipedia.org/wiki/Pfizer#Vicende_giudiziarie
3. Inviolabile diritto al dissenso. Poiché formalmente il nostro regime è ancor pur sempre
democratico, bisogna avere rispetto del dissenso e lasciare che esso si esprima e ragioni.
Ogni opinione, pur quella falsa, contribuisce ad accrescere la Verità, perché insinua il
dubbio e può quindi suscitare la conferma oppure il perfezionamento di questa. Dove
mancano il dissenso e il rispetto per il dissenso, manca pure la Verità ed al suo posto viene
posato sul trono un fantoccio che è chiamato Dogma. Quel che è vero non ha bisogno di
tribunali, inquisizioni e forze armate: la Verità sa benissimo difendersi da sola. Ragion per
cui, i media che da tempo ridicolizzano ogni opinione contraria a quella ufficiale, stanno
commettendo un gravissimo errore e se un tempo ingenuamente si sorrideva di chi
immaginava specie extraterresti al governo del pianeta, ora si deve ridere, e amaramente,
perché qualcuno sospetta che lo stato di emergenza imperituro stia logorando la democrazia
giorno dopo giorno. Occorre invece lasciare che si rifletta liberamente sui processi in atto,
non colorando di scherno qualsiasi opinione che diverga dalla narrazione ufficiale. Se si
vuol far satira invece che si faccia, ma nella consapevolezza che questa dovrebbe attaccare i
potenti e non i deboli. Ripeto: vogliamo dire che la democrazia ha fallito e si sta transitando
verso un modello nuovo? Benissimo, ma lo si dica! Se non lo si afferma chiaramente, si
dovrà continuare ad accettare che si dissenti e che esistano idee di tutti i tipi, anche delle più
buffe e controcorrente.
4. Manifestare, riunirsi, discutere sono diritti garantiti. Inaccettabile è che si comprimano i
diritti allo sciopero e alla libera organizzazione grazie al pretesto emergenziale.
Un’emergenza è un qualcosa di improvviso, a cui non si è preparati e a cui bisogna
rispondere rapidamente e in maniera risoluta. Un’emergenza non può essere decennale e
senza alcun limite di scadenza. Soprattutto, se così è, non può limitare i diritti democratici,
sempre ammesso che non si dichiari finalmente morta la democrazia, a tempo
sostanzialmente indefinito. Inaccettabili sono daspo, arresti, violenza contro i manifestanti e
tutte quelle altre oscenità che si sono viste negli ultimi mesi. Un regime democratico non
può ammetterli.
5. Ricondurre ad un “tipo” chi manifesta avversione al governo è un’insensatezza, chiaramente finalizzata alla divisione del fronte antigovernativo. Tra chi contesta l’esecutivo e si oppone allo
stato di emergenza imperitura, incredibile a dirsi, sono presenti democratici, liberali, socialisti,
estremisti di destra e di sinistra. Dirò di più: sono presenti persone di ogni genere, orientamento
sessuale, religione, classe sociale, grado di istruzione, età ed etnia. Addirittura, come in ogni
gruppo umano, vi sono molti ignoranti, molti violenti e molte persone che
hanno semplicemente trovato un pretesto per fondare la propria identità su qualcosa. Il
vergognoso ritratto dei media del “no-vax e no-greenpass”8è però un preciso atto
comunicativo volto a dare una rappresentazione, un’immagine, del nemico su cui ricondurre
la colpa di ogni fallimento del governo nella gestione pandemica.
6. Obbligare in maniera coercitiva alla vaccinazione fasce di popolazione non a rischio o di cui i
rischi (statistici) della vaccinazione superano i benefici, è non solo un gravissimo
precedente, ma pure un atto contrario ad ogni principio umano. Logicamente la vaccinazione
non comporta rischi assoluti, ma rari casi di reazioni avverse gravi. Il Covid-19, ugualmente,
comporta in una fascia di popolazione specifica una percentuale di casi gravi relativamente
alta (per il nostro Sistema Sanitario), ma per la maggior parte della popolazione le
probabilità di sviluppare danni gravi o a lungo termine sono rare. La coercizione alla
vaccinazione per le fasce non a rischio è un problema etico non indifferente proprio perché,
se il Covid è un fenomeno naturale di cui non si può che incolpare al più la Natura, la
vaccinazione è una terapia imposta e per questa ragione, qualora comporti dei danni per un
soggetto vaccinatosi solo per coercizione, qualcuno dovrebbe risponderne. Oltretutto, la
retorica per cui il benessere pubblico giustifichi l’imposizione di un trattamento sanitario
(ma in generale di una qualsiasi cosa) è estremamente pericolosa, ancora una volta un
precedente antidemocratico che non sappiamo quali effetti a lungo termine possa avere.
Da questi semplici punti non si può che riconoscere che il problema sia in termini: da una parte vi è
la pretesa di chiamarsi democrazia, dall’altra l’esigenza di sottrarre del tutto la sovranità dal popolo,
non tanto nelle disposizioni istituzionali, ma nella consapevolezza, nella partecipazione e nei mezzi
per esercitarla. Vale a dire, finire di distruggere la coscienza democratica del nostro Paese. Ci sono
solo due modi per risolvere questo scacco: dichiarare la fine della democrazia o ricostruire una
fiducia nelle istituzioni che permetta il superamento dello stato di emergenza e un ritorno alla
normalità. Nel primo caso o nel caso in cui il secondo non venisse realizzato, inevitabilmente la
lacerazione del tessuto sociale porterebbe ad una esplosione della polveriera lentamente costituita in
questi due anni dai media. Nonostante i cambiamenti si stiano attuando poco alla volta, permettendo ai più di adattarsi ed accettarli senza troppe reticenze, la fine silenziosa della democrazia sarebbe
per molti, come per me, una insostenibile sofferenza. Per quanto i nostri governanti non sembrino
spaventati dal furore popolare, gli italiani sono storicamente un popolo fratricida e l’esasperazione
degli animi dovuta alla crisi economica e alla compressione delle libertà individuali non potrebbe
8 https://www.open.online/2021/08/02/covid-19-no-vax-sondaggi/
che avere esito violento. L’alternativa è una rimarginazione del tessuto sociale, eliminando da
entrambi i lati le frange oramai votate all’odio, e la riparazione dell’ordine democratico:
1. Eliminando lo stato di emergenza e ripristinando pienamente il regolare svolgimento dei
lavori parlamentari.
2. Informando in maniera corretta e trasparente sui vaccini e le cure, presentando onestamente
per entrambi vantaggi e rischi, lasciando così i cittadini responsabili per se stessi e la propria
salute.
3. Rafforzando ulteriormente il Sistema Sanitario Nazionale, riabilitando le strutture in disuso,
aumentando le terapie intensive e subintensive e investendo nella sanità territoriale.9 4.
Aumentando la sicurezza sui luoghi di lavoro e implementando le linee dei mezzi di trasporto
pubblico.
5. Abolendo il green-pass e qualsiasi altra forma di contrazione dei diritti individuali e delle
libertà di movimento, salvo per i soggetti infetti.
Quello che farò ora, a conclusione di questa mia riflessione, sarà disobbedire ad ogni restrizione
futura che sia imposta, poiché la legittimità di qualsiasi provvedimento restrittivo ha perduto
legittimità nel momento in cui si è deciso di prediligere la via dell’autoritarismo alla via del buon
senso e quando si è preferito occultare, censurare e infangare piuttosto che informare la
cittadinanza. Quello che farò sarà incentivare quanti posso a disobbedire a loro volta, finché questi
punti non si vedranno realizzati. E scrivo questo per poter in un certo senso parlare e chiamare alla
disobbedienza anche chi non conosco, anche chi è lontano, affinché il mondo del nostro futuro non
sia libero al modo di chi deve avere il permesso di uscire di casa, ma sia libero come per chi nasce
libero ed è umano.
Alessandro Sebastiano Porto
9 1. I fondi per questo investimento a lungo termine sono certamente più economici rispetto all’acquisto di 60.000.000
di dosi di vaccino ogni sei mesi per i prossimi dieci o vent’anni.
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