“Discriminazioni”. Amnesty International denuncia l’Italia: vergogna Covid

 La scelta del governo italiano di introdurre il cosiddetto Super Green pass, certificazione virtuale imposta alla popolazione come strumento necessario per avere accesso a una vita normale, è una forma di discriminazione? Secondo Amnesty International, di dubbi in merito ne restano, e parecchi. L’organizzazione non governativa ha infatti puntato il dito contro le scelte dell’esecutivo Draghi, chiedendo di riconsiderare la proroga dello stato di emergenza e concentrarsi sull’aumento dell’adesione volontaria al vaccino, senza ricorrere a imposizioni dall’alto.

Come riportato dal Tempo, Amnesty ha ricordato l’appello già lanciato e caduto nel vuoto lo scorso settembre, quando aveva invitato gli Stati e le aziende farmaceutiche a garantire un accesso equo ai vaccini Covid-19, in modo che almeno il 40% delle persone nei Paesi a basso e medio reddito potessero essere vaccinate entro la fine del 2021. Oggi l’Ong ha ribadito: “È necessario che gli stati adempiano ai loro obblighi in materia di diritti umani al fine di promuovere una distribuzione equa e globale dei vaccini per contrastare l’emergere di varianti pericolose che continuano a mettere a rischio la vita di molti”.

Per quanto riguarda l’Italia, Amnesty ha sollecitato il governo a riconsiderare attentamente se prorogare la misura dello stato di emergenza, in vigore ormai da quasi due anni, oltre il 31 marzo 2022, “in quanto tutte le misure di carattere emergenziale devono rispondere ai principi di necessità, temporaneità e proporzionalità”. Poi l’invito alle autorità a promuovere forme di comunicazione chiare e inclusive “per garantire alla popolazione l’adozione di comportamenti responsabili per la tutela dell’incolumità collettiva e seguire le linee guida di salute pubblica”.

Sulla vaccinazione obbligatoria, introdotta in Italia per tutta la popolazione over 50, Amnesty ha sì riconosciuto “la legittima preoccupazione degli Stati di aumentare i tassi di vaccinazione come parte di un’efficace risposta di salute pubblica al Covid-19”, ma ha ribadito di non supportare obblighi di questo tipo, esortando piuttosto i governi a considerare l’obbligatorietà soltanto come ultima risorsa possibile “qualora l’obiettivo non possa essere raggiunto con misure meno restrittive”.

Nel mirino di Amnesty anche il Green pass, “che deve essere un dispositivo limitato nel tempo. Il governo deve continuare a garantire che l’intera popolazione possa godere dei suoi diritti fondamentali. Chiediamo che vengano prese misure alternative per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni”.


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