App Immuni: perfettamente inutile

È l’ora di Immuni. Da questo pomeriggio l’app anti-Coronavirus per il tracciamento dei contatti sarà disponibile da scaricare per i cittadini italiani. Secondo fonti vicine al team del ministero della Salute e del dipartimento dell’Innovazione, l’applicazione infatti sta per essere rilasciata sui negozi digitali di Apple e Google. Nel pomeriggio è arrivato anche l'ok definitivo da parte del Garante per la Privacy. L'Autorità ha dato il via libera ad Immuni dopo aver analizzato la «valutazione d'impatto» sui dati personali dei cittadini fornita dal ministero della Salute. Serviranno alcuni piccoli aggiornamenti, ma nulla di realmente impegnativo che possa ritardare ancora i lavori sull'app. Chiunque in Italia potrà ottenere l’app sul proprio smartphone ma questa, per il momento, sarà attiva esclusivamente in quattro regioni: Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria. I test quindi stanno per iniziare (probabilmente a partire dal 5 giugno) e dovrebbero essere completati nel giro di una decina di giorni in modo da rispettare il calendario non ufficiale tenuto in conto fino a questo momento. Così facendo, Immuni dovrebbe entrare a pieno regime al massimo entro la metà del mese di giugno.

FONTE


Secondo diversi esperti, la app Immuni potrà funzionare solamente se verrà scaricata da almeno il 70-80% della popolazione. La ministra Paola Pisano ha detto che il software sarà efficace anche se a usarlo sarà solamente il 25-30% della popolazione. Diversi modelli matematici indicano che se il tasso di adozione sarà di un utente su quattro, le probabilità di ricevere una notifica in caso di contatto con un positivo sono sotto all’1%.

Il fatto che la popolazione italiana sia molto anziana e che più si va avanti con l’età meno si è familiari con le nuove tecnologie è un altro ostacolo sulla strada di Immuni. Chi viene in contatto con un positivo, inoltre, non ha una corsia preferenziale per eseguire un tampone e l’isolamento – del tutto volontario – è lasciato al buonsenso. Anche il fatto che i positivi possano decidere o meno se condividere i proprio codici casuali abbassa il tasso di efficacia della app.

FONTE


Morale della favola 

SOLDI BUTTATI... 

oh, pare sia GRATIS... 

La app è stata sviluppata dalla società Bending Spoons gratuitamente e donata allo Stato italiano. Il che è anche peggio... Se qualcosa non funziona 

Chi deve intervenire? In quanto tempo? Cosa fare nel frattempo? Se c’è un contratto di acquisto “oneroso” e chi l’ha stipulato ha almeno due neuroni funzionanti ha piazzato nel capitolato l’obbligo di risolvere entro un tempo limite i bug. Quell’obbligo vale anche per un regalo? Deve farsi carico lo stato di far mettere a qualcuno le mani sul codice, e verificare che non stia facendo porcate? Aspetta e spera? Son questioni molto, molto delicate visto che tale app è potenzialmente molto invasiva.


APP. INUTILE

E’ una app che serve a notificarci un contatto "rivelatosi pericoloso". Dopo di che sono necessari tamponi tempestivi e quarantene mirate. Sennò è inutile e servono  protocolli chiari per intervenire nel caso di una segnalazione di positività, altrimenti c’è il rischio che qualche hacker possa fare un DDOS epico semplicemente manipolando i segnali di allarme…


Consiglio di NON SCARICARLA


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