Netflix



La società statunitense è nata nell’ormai lontano 1997 a Los Gatos, in California, da un’idea di Reed Hastings. Concorrente dell’allora gigante Blockbuster, Netflix proponeva il noleggio di film in DVD e videogiochi tramite internet. La rivoluzione arriva nel 2008, quando l’azienda decide di rendere disponibile via streaming in rete tutti i suoi contenuti.

Il servizio americano prevede la possibilità di richiedere alcuni contenuti in formato DVD da ricevere a domicilio (feature assente però in Italia, almeno momentaneamente). In base al tipo di abbonamento sottoscritto, il numero di DVD ottenibili aumenta o diminiusce. Dal 2010 Netflix espande il suo business in Sudamerica e in Europa: iniziano quindi le produzioni originali come House of Cards e Orange is the New Black, grazie alle quali il colosso americano registra un rapido incremento di popolarità, che gli farà superare l’incredibile soglia dei 50 milioni di abbonati nel 2015. Netflix arriva in Italia nell’ottobre del 2015, ed ad oggi è stato uno dei principali promotori mondiali della internet television, e ne è probabilmente il maggiore esponente mondiale. Il punto di forza di Netflix Italia risiede nelle serie TV originali, ovvero produzioni proprie finanziate dal gigante stesso. Le più famose già disponibili sono: Stranger Things, Dark, Narcos, Sense 8, BoJack Horseman, Orange is the New Black, Unbreakable Kimmy Schmidt, Scream, Grace and Frankie ed ovviamente tutte le serie Marvel (Daredevil, The Punisher, Jessica Jones, Luke Cage, Iron Fist e The Defenders). Grande assente la serie con Kevin Spacey House of Cards, attualmente non in catalogo a causa di una diatriba con SKY per i diritti di trasmissione. Il catalogo viene costantemente ampliato con film e serie proprietarie e non. Fra gli show più conosciuti spiccano produzioni quali Sherlock, How i met your mother, Modern Family, Doctor House, Pretty little liars, Doctor Who, Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D, Breaking Bad, Supernatural, Lie to Me, Prison Break, Downton Abbey, Misfits, Penny Dreadful e Sons of Anarchy.

Anche l’offerta dei documentari disponibili vasta e variegata, vantando ottime produzioni come Cosmos, Hot Girls Wanted, Chef’s Table e alcuni fra i migliori documentari BBC. Assenti totalmente reality shows e calcio, che per l’italiano medio potrebbero rappresentare un grande deficit.

Disdire il servizio è altrettanto semplice e prevede una procedura rapidissima: basterà entrare nel proprio account e premere il pulsante “disdici abbonamento” all’interno del proprio profilo e, DIREI CHE DOVREBBERO FARLO TUTTI ORA.










Sono tutte “battaglie facili” con grandi sponsor. L’impegno politico al tempo del pensiero unico funziona così. Manifesti per il clima? Il Papa è con te. Ti indigni contro il razzismo della polizia Usa? Puoi contare sul sostegno di Chiara Ferragni. Sei un’attivista per i diritti Lgbtqyx etc? Al tuo fianco troverai una multinazionale americana leader dell’intrattenimento commerciale che fattura 20 miliardi di dollari. In assenza del carro del Muccassasina causa restrizioni Covid-19, a guidare sui social la battaglia arcobaleno in Italia ci pensa Netflix. Scorrendo un po’ il profilo Twitter italiano della piattaforma regina dello streaming, non si può fare a meno di notare come degli ultimi 20 post praticamente la metà siano sostanzialmente propaganda Lgbt (con un paio di incursioni antirazziste).

Prima la campagna per celebrare il “mese del pride”, con la pubblicazione di alcune immagini di baci gay tratte dai film e dalle serie tv Netflix. Per la gioia di Gay.it. Poi la provocazione, in risposta non si capisce bene quale critica mossa da chi, di piazzare nei prodotti on demand ancora più personaggi Lgbtq+ etc. “Spesso ci dicono che i nostri titoli sono pieni di personaggi LGBTQ+. Sapete cosa? Ne vogliamo mettere ancora di più. Direttamente nei titoli”, recita il tweet corredato da un paio di arcobaleni. E così a dare via al contest nei commenti è sempre Netflix Italia, proponendo come titoli “Gender Things” e “Storia di un’unione civile”.




Spesso ci dicono che i nostri titoli sono pieni di personaggi LGBTQ+. Sapete cosa? Ne vogliamo mettere ancora di più. Direttamente nei titoli.
A THREAD

In realtà l’operazione, sebbene i numeri di mi piace e condivisioni siano alti, non sembra riscuotere un consenso unanime tra i commenti, anzi. Sembrano primeggiare le reazioni negative, tra le più estreme di chi minaccia addirittura di disdire l’abbonamento e chi si dice infastidito da una propaganda politica così esplicita. “Sentitevi liberi di partecipare ma ricordate sempre gli arcobaleni”, sottolinea il profilo di Netflix Italia. C’è chi si chiede se sia una strategia di comunicazione, con un “ritorno calcolato” o solo “narcisismo del direttore marketing”.

Difficile immaginare che un gigante come Netflix gestisca la comunicazione a casaccio. Probabilmente inserirsi nel solco del pensiero unico e della “società aperta” paga nei confronti di un pubblico giovanile. Mentre non arreca alcun danno economico sul fronte dei “conservatori” che hanno inondato di commenti negativi il post pro Lgbt. 

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