DuckDuckGo l'alternativa a Google


Cos’è e come funziona DuckDuckGo, il motore di ricerca anti-Google e garantisce la protezione della privacy.


Da DuckDuckGo a Qwant, c’è una nuova generazione di motori di ricerca che sfidano Google offrendo quello che su Big G è sempre più messo in discussione: la protezione della privacy.

Abbiamo già parlato ampiamente di Qwant e visto come funziona. DuckDuckGo, che si presenta come il motore di ricerca che non ti segue, è molto simile.

Promette di non utilizzare i cookie per tracciarti e di non raccogliere le informazioni personali di chi lo usa. Anche l’indirizzo IP è nascosto. “Proteggiamo la tua cronologia di ricerca anche da noi stessi”, dice il fondatore Gabriel Weinberg.

A differenza dei classici motori di ricerca come Google o Bing, quando si accede a una pagina da DuckDuckGo, il sito visitato non viene a sapere con quale percorso e chiavi di ricerca è stato trovato. DuckDuckGo è orientato anche a fornire risposte più rapide tramite meno clic grazie alle Instant Answers, funzioni open source e quindi soggette a correzioni e aggiornamenti da parte di qualsiasi sviluppatore.
Come funziona DuckDuckGo

Per usare DuckDuckGo basta andare sul sito duckduckgo.com e cliccare su Installa per aggiungere l’estensione su Google Chrome o Safari. È disponibile anche l’app per Android e iOS.

Già in homepage vengono mostrate le 3 caratteristiche principali del motore di ricerca che lo differenziano da Google:

1) Le informazioni personali non vengono memorizzate
2) Non vengono mostrate pubblicità in base alla cronologia di ricerca
3) Non c’è tracciamento, mai, mentre su Google e altri motori le ricerche vengono monitorate anche in modalità di navigazione in incognito.

L’utente vedrà anche meno annunci, “meno confusione, meno spam e un design più pulito”, dice l’azienda. “Tutto ciò è possibile perché ci focalizziamo sulla sola ricerca sul web, e non dobbiamo promuovere altri servizi nelle nostre pagine dei risultati”.
Come guadagna?

Come fa allora a guadagnare e a competere con i colossi del web che raccolgono i nostri dati per venderli agli inserzionisti?? DuckDuckGo utilizza 2 diversi modelli di business: da una parte offre annunci pubblicitari in base alle ricerche etichettandoli come pubblicità; dall’altra ha delle affiliazioni con dei partner, come ad esempio Amazon.
Differenze con Google

Quando facciamo click sui link da Google o Bing anche in modalità incognito le voci di ricerca vengono inviate al sito che visitiamo nell’HTTP della stringa URL. Quando si apre una pagina, il dispositivo condivide automaticamente certe informazioni, come appunto l’indirizzo IP, che può essere utilizzato per identificarci.

DuckDuckGo è diverso: impedisce che questo tracciamento si verifichi e lo elimina dalle impostazioni predefinite nei risultati di ricerca. Qui i siti sanno che li abbiamo visitati, ma non con quale chiave di ricerca, e non possono accedere a informazioni personali per identificarci e offrirci servizi e pubblicità.

C’è anche una versione crittografata di DuckDuckGo che modifica in automatico i collegamenti ad alcuni siti, come Facebook, Wikipedia, Twitter, Amazon, per passare alle versioni crittografate.
La storia di DuckDuckGo

DuckDuckGo è stato fondato nel 2008 da Gabriel Weinberg, imprenditore che aveva lanciato Database Name, un social network dalla vita breve. Inizialmente Weinberg si è autofinanziato fino a che, nel 2011, ha ottenuto i finanziamenti di Union Square Ventures che ha trasformato il sito in un motore di ricerca predefinito.

Il nome DuckDuckGo deriva dal popolare gioco dell’oca. “Non ci sono significati e metafore nascoste”, chiarisce Weinberg. E proprio come “Googlare” è diventato un termine di uso comune, anche “Duckare”, secondo il fondatore, si presta bene a entrare nel vocabolario 2.0.

Di recente DDG ha registrato circa 19 milioni di ricerche al giorno, e secondo i dati Alexa, il motore di ricerca anti-Google ha quasi raddoppiato la sua popolarità negli ultimi anni, posizionandosi al 400° posto nella classifica dei siti più popolari al mondo.

DuckDuckGo è sulla buona strada, ma dovrà migliorare sul fronte precisione dei risultati se vorrà attirare almeno la metà dell’utenza di Google.





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