GIORGIA MELONI ENTRA NELL’ASPEN INSTITUTE. È LEI IL NOME SU CUI PUNTANO I POTERI FORTI NEL FUTURO?
Ho parlato QUI di Aspen Institute
Giorgia Meloni sembra essere sempre di più il nome su cui puntano i poteri forti per il futuro politico dell’Italia. La leader di Fratelli d’Italia è entrata nell’Aspen Institute, un famoso centro studi internazionale, la cui sezione italiana ha come presidente Giulio Tremonti, come vicepresidente John Elkan e che annovera tra i suoi membri: Romano Prodi, Giuliano Amato, Paolo Mieli e Mario Monti.
Il 2012, quando Giorgia Meloni definiva Monti come guida dei poteri forti ed espressione di un progetto oligarchico, è ormai lontano. Adesso i due risiedono insieme in uno dei più grandi serbatoi di pensiero, finanziato da fondazioni private come la Carnegie Corporation, la Rockefeller Brothers Fund e la Ford Foundation.
Prima dell’ingresso nell’Aspen Institute, Giorgia Meloni è stata eletta lo scorso settembre come presidente dei conservatori e riformisti europei, una mossa che l’ha accreditata come leader di una destra europea sicuramente più moderata rispetto ad altri gruppi euroscettici.
Colpisce poi che la Meloni sia l’unico attuale leader politico italiano e segretario di partito a far parte del think tank internazionale dell’Aspen Institute.
Meloni ha annunciato che voterà no alla fiducia al governo Draghi, ma ha lanciato anche aperture: “se Draghi portasse dei provvedimenti che io condivido per il bene dell’Italia, allora li voto” e ha speso parole di stima verso l’ex presidente della BCE: “tifo per Draghi perché sia la persona che dicono: un patriota che vuole salvare l’Italia dopo che ha salvato l’Europa. Ho dei dubbi, date le condizioni in cui lavorerà, che la cosa sarà così fantasmagorica”.
Chissà se queste dichiarazioni saranno apprezzata dalla base del suo elettorato. Fratelli d’Italia è cresciuta costantemente nei sondaggi elettorali. Secondo Swg se si votasse oggi sarebbe al 15,9%, due anni fa era al 4,6%. Se l’appoggio della Lega a Draghi dovesse essere più evidente di quello dato da Fratelli d’Italia, indubbiamente il sorpasso della Meloni su Salvini sarebbe cosa fatta.
Nel nostro sondaggio che abbiamo lanciato qualche giorno fa su Byoblu questo sorpasso è già avvenuto. Al momento in cui esce questo articolo il 22% dei nostri lettori si è detto vicino a Fratelli d’Italia contro il 13% di quelli più vicini alla Lega. Ben il 55% dei lettori di Byoblu non si riconosce, però, in alcuno degli attuali partiti presenti oggi in Parlamento e si è detto, in questa così alta percentuale, vicino a forze extraparlamentari.
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Cresce nei sondaggi, presiede un partito europeo, parla americano. Continua la scalata a stelle e strisce di Giorgia Meloni.
L’ultima novità arriva dall’Aspen Institute, uno dei più grandi e prestigiosi think tank statunitensi al mondo, in Italia presieduto da Giulio Tremonti.
Nella lista dei soci per il 2021 spunta anche il nome della leader di Fratelli d’Italia. Fa compagnia al presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano e a suo figlio Giulio, ordinario a Roma Tre, a Paolo Mieli e al luminare Walter Russell Mead. E poi ancora Roberto Maroni, Antonio Martino e Antonio Marzano, l’ambasciatore Alessandro Minuto Rizzo e il direttore generale per le “riforme strutturali” in Ue Mario Nava.
Non può non balzare all’occhio il nome dell’aspirante leader della destra italiana, indicata con un laconico “deputato, Roma” in mezzo alla lista. L’Aspen infatti non è un think tank qualsiasi.
Il distaccamento italiano si affaccia su Piazza Navona ed è da decenni crocevia di diplomatici e accademici, intellettuali e politici, americani e non. Anche il nuovo presidente americano Joe Biden, in una delle ultime trasferte a Roma da vice di Barack Obama, ha fatto tappa all’Aspen per una conferenza internazionale.
La Meloni non è davvero nuova in quel mondo. È stata più di una volta ospite dei convegni che l’istituto organizza in una sontuosa sala affrescata.
Ora ci torna in veste di socio, una notizia che qualcosa racconta del percorso fatto dalla leader di Fdi nell’ultimo anno.
Alla cavalcata nei consensi, che la vedono tallonare a poca distanza Matteo Salvini, la Meloni ha affiancato un’operazione di re-styling per scacciare l’immagine di una destra anti-europeista ed eternamente tentata da una pregiudiziale anti-americana.
Di qui la scelta di impegnarsi, fino ad assumerne la presidenza, unica donna a ricoprire quel ruolo a Bruxelles, nel partito dei Conservatori europei. O ancora il viaggio in America per parlare come ospite al Cpac (Conservative political action conference), il gotha della destra Usa.
Con l’entrata in Aspen cade definitivamente un ultimo cliché, quello di una destra che non vuole parlare con i “poteri forti” e che da questi viene evitata.
Nel think tank Usa non mancano certo nomi illustri, a leggere chi fa parte del comitato esecutivo. C’è Mario Monti e il presidente onorario Giuliano Amato, Marta Dassù e Gianni Letta, Paolo Savona e Romano Prodi, l’ad di Enel Francesco Starace e John Elkann come vicepresidente.
E nel lontano 4 settembre 2020 intitolavo "Quando si dice che è tutto un magna magna..."
Il nome di Salvini era presente insieme ad altri appartenenti del Bilderberg in un club del gruppo Bilderberg... Poi non c'era andato, era in manifestazione altrove, però l'hanno invitato... Straaaaaano.
Ecco perché sostengo che non solo non esiste una destra, ma che il vero problema oggi è che siamo in mano al sistema, corrotti e corruttibili tutti. Tante chiacchiere, troppa propaganda,giochetti infidi di palazzo, ma il risultato è sempre e solo uno:dalla parte del nuovo ordine mondiale, mai dell'Italia!
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