NAM:Movimento dei Paesi non allineati
Forse non tutti sanno che(da Wikipedia) Il Movimento dei paesi non allineati (o, più raramente, Movimento dei non allineati)[1] è un gruppo di 120 Stati, più altri 17 Stati osservatori, che si considerano non allineati con, o contro, le principali potenze mondiali. Rappresenta oltre due terzi di tutti gli Stati del mondo e dal 2019 il suo segretario generale è İlham Əliyev, presidente dell'Azerbaigian.[2][3]
Il NAM iniziò a prendere forma nel 1955 con la Conferenza di Bandung, in Indonesia, ospitata dal presidente Sukarno su iniziativa di Josip Broz Tito, Jawaharlal Nehru e Gamal Abd el-Nasser per proteggere gli Stati che non volevano schierarsi con le due superpotenze della guerra fredda (Stati Uniti d'America e Unione Sovietica) o che non volevano esserne influenzati. Membri principali furono la Jugoslavia, l'India, l'Egitto[4].
Il primo vertice si tenne a Belgrado dal 1º al 6 settembre 1961, con la partecipazione di 24 membri[5] (25 con la Jugoslavia) che dichiararono la loro opposizione a colonialismo, imperialismo, e neocolonialismo. Il vertice successivo si tenne al Cairo nel 1964, tra 46 nazioni, molte delle quali erano Stati africani che avevano appena raggiunto l'indipendenza; tra gli argomenti principali di discussione ci fu il conflitto arabo-israeliano. Il vertice del 1969 a Lusaka fu uno dei più importanti, con la realizzazione di una struttura permanente su temi economici e politici.
Ex membri
- Argentina (1973-1991)
- Cipro (1961-2004), membro fondatore, uscì dal Movimento con l'adesione all'Unione europea.
- Jugoslavia (1961-1992), membro fondatore e leader del Movimento nei suoi primi anni, sospeso il 30 ottobre 1992 in seguito all'effettiva dissoluzione del paese.
- Malta (1973-2004), uscì dal Movimento con l'adesione all'Unione europea.
Osservatori
I paesi e le organizzazioni seguenti hanno lo status di osservatori:[7]
Paesi
Organizzazioni
- Unione africana
- Organizzazione di solidarietà popolare afro-asiatica (Afro-Asian People's Solidarity Organisation)
- Lega araba
- Segretariato del Commonwealth
- Movimento Indipendentista Nazionale Hostosiano (sp. Movimiento Independentista Nacional Hostosiano, ingl. Hostosian National Independence Movement)
- Fronte di Liberazione Nazionale Canaco (Kanak and Socialist National Liberation Front)
- Organizzazione della cooperazione islamica
- Centro Sud (South Centre)
- Nazioni Unite
- Consiglio mondiale per la pace
- Istituto Internazionale per gli Studi Non Allineati (International Institute for Non-Aligned Studies)
Ospiti
Non c'è stato un ospite permanente, ma spesso diversi paesi terzi sono rappresentati come ospiti in occasione di conferenze. Inoltre, un gran numero di organizzazioni, sia all'interno del sistema delle Nazioni Unite e da fuori, sono sempre invitati come ospiti.
Presidenza
La presidenza del NAM cambia ogni tre anni. Attualmente è l'Azerbaigian a detenere la presidenza del Movimento dei Paesi Non Allineati.
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Nascondiamo i Non-Allineati!
Il Movimento dei Paesi non Allineati fu creato nell’anno 1961 dall’iniziativa di alcuni stati che non appartenevano né alla NATO né al Patto di Varsavia. Divenne in fretta l’espressione dei giovani paesi che si erano appena resi indipendenti dalle allora potenze coloniali, Gran Bretagna e Francia in primis; le nazioni del “Terzo Mondo” divennero largamente maggioritarie all’interno di questo consesso. Lo scopo dell’organizzazione consisteva nel coordinare l’azione geopolitica delle nazioni che non si riconoscevano nel dualismo est-ovest, che non intendevano schierarsi con uno dei due contendenti della Guerra Fredda, che puntavano ad adottare modelli socioeconomici autonomi e indipendenti. In verità la fondazione del Movimento fu concepita da governi con evidenti posizioni critiche nei confronti dell’occidente: si pensi che l’iniziativa della sua creazione fu presa dall’Indonesia di Sukarno, dalla Jugoslavia di Tito, dall’India di Nehru e dall’Egitto di Nasser; al tempo stesso però questi paesi, per una serie di motivazioni contingenti, non ritennero di doversi schierare apertamente, sotto il profilo militare, con l’allora Unione Sovietica, tant’è vero che nel novero dei fondatori troviamo anche stati di indiscutibile fedeltà occidentale come l’Arabia Saudita, che ne è tuttora membro.
Il Movimento è sopravvissuto al crollo del muro di Berlino e alla fine della vecchia Guerra Fredda; anzi, si è allargato a nuove nazioni sorte dalla disgregazione dell’URSS quali la Bielorussia, l’Azerbaigian, il Turkmenistan e l’Uzbekistan. I primi due risultano oltretutto essere gli unici due paesi europei aderenti dopo la defezione di Malta e Cipro, che hanno rinunciato a seguito della loro adesione all’Unione Europea. Esiste anche una rosa di soggetti non aderenti ma coinvolti in veste di “osservatori”, tra cui il più importante è sicuramente la Cina.
Attualmente il Movimento risulta essere ancora attivo; nel 2020 la sua convocazione più significativa è stata promossa da Ilham Aliyev, il presidente dell’Azerbaigian, in occasione della guerra del Nagorno-Karabakh (27 settembre – 10 novembre 2020) che ha opposto il suo paese all’Armenia, forte del ruolo di Segretario Generale che il presidente riveste dal 2019 e che scadrà – trattandosi di un mandato triennale – nel 2022.
Durante la vecchia Guerra Fredda del secolo scorso questo Movimento possedeva una certa visibilità mediatica, la sua esistenza era nota a tutto il pubblico italiano e la sua presenza veniva citata anche nei testi e nei programmi scolastici. Oggi i Non Allineati sono completamente scomparsi dall’informazione in Occidente e segnatamente in Italia, l’istruzione scolastica non ne fa alcun cenno e va da sé che una larga parte, quasi sicuramente maggioritaria, del pubblico giovanile ne ignori completamente l’esistenza. Quali sono i motivi di tale occultamento informativo, se negli ultimi trenta anni questa associazione è cresciuta in numero di iscritti anziché ridursi?
Una prima giustificazione potrebbe essere lo scarso peso politico del Movimento stesso, che in effetti non è mai stato davvero risolutivo nelle crisi politico-militari che si sono succedute dal 1990 in poi. Si tratta di una critica giustificata, e il principale evento bellico dell’anno scorso, lo scontro Azerbaigian/Armenia, che si è risolto tramite la mediazione della Russia (non di certo un paese non-allineato) in effetti potrebbe esserne una dimostrazione. Tuttavia stiamo sempre parlando del più vasto consesso internazionale dopo l’ONU e tacerne completamente l’esistenza solo per la discutibilità dei suoi risultati appare comunque eccessivo.
Un’altra spiegazione risiede nell’immagine psicologica che tale Movimento potrebbe imprimere nell’opinione pubblica, qualora se ne discutesse con frequenza. L’idea che nel ventunesimo secolo si possa ancora essere neutrali, che una nazione possa posizionarsi come “non allineata” e quindi rendersi implicitamente – anche se non necessariamente – autonoma nelle proprie opzioni strategiche, dà evidentemente fastidio a chi propone una visione atlantista dello scacchiere geopolitico mondiale. Soprattutto, i media dominanti cercano di evitare che nel pubblico italiano si insinui l’idea che possa esistere un’alternativa alla partecipazione del nostro paese alla NATO che non comporti per forza un’alleanza militare con Cina o Russia. I media tacciono completamente l’esistenza di una vasta organizzazione di stati neutrali affinché nella mente dei cittadini sussitano solo le opzioni “con la democrazia occidentale o contro”, senza vie di mezzo o alternative imparziali, anche se queste ultime includono paesi perfettamente democratici.
Insomma, è il solito trucco del “lontano dagli occhi lontano dal cuore”: se i cittadini non sono a conoscenza di un fenomeno, ben difficilmente potranno maturarne un’opinione. I media e i programmi scolastici hanno lavorato molto bene per cancellare dalla mente dei giovani italiani l’idea che si possa essere democratici e non-atlantisti al tempo stesso. Ed è proprio per questo che è bene tornare a parlare dei Non Allineati: per riportare il Movimento, con le sue legittime intenzioni di neutralità e di pace, alla conoscenza e al libero giudizio di ciascuno di noi.
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Articolo a cura di Marco Trombino per SakerItalia.it
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