La follia delle sanzioni viene a galla, ora i Paesi europei sono pronti a sbranarsi l’un l’altro
Quello che sta accadendo è ciò che succede quando dei superstiti finiscono in un’isola deserta e, inizialmente, pensano che il tempo che gli rimane da vivere è poco: fraternizzano, cercano cibo insieme, si danno una mano. Quando poi si rendono conto che nessuno andrà ad aiutarli e che devono sopravvivere da soli, ecco che si assiste a delle vere e proprie scene di cannibalismo dove ognuno si rende conto che la propria vita dipende dalla morte dell’altro.
E’ una scena un po’ macabra, ma serve a farvi capire ciò che accadrà in Europa.
I Paesi europei sono inizialmente saltati tutti su quello che pensavano essere il carro del vincitore, perché quando hanno visto Putin fare una mossa del genere hanno sottovalutato la sua organizzazione prima di pensare ad un gesto così estremo, hanno creduto davvero di avere a che fare col pazzo che si sveglia la mattina e invade un Paese alle porte dell’Europa rimanendo isolato dal mondo con il malcontento del suo popolo.
Saltati immediatamente sul carro degli Stati Uniti, ora i Paesi europei si stanno rendendo conto di aver fatto una scelta troppo azzardata: stanno vedendo che invece Putin ha agito con lungimiranza e con una grossa organizzazione alle spalle, senza contare il probabile accordo con la Cina precedentemente strutturato (sappiamo ad esempio che la Russia già da tempo ha una linea di swap con Pechino) e che l’Arabia Saudita, maggior esportatore di petrolio, ha un accordo con la medesima Cina, maggior importatore, secondo cui le enormi quantità di petrolio verranno pagate in Yuan cinesi – e non in dollari – cosa che presto manderà totalmente in tilt gli Stati Uniti.
Non solo, Russia e Cina sono tra i maggiori produttori di oro, difatti stanno spingendo altri Paesi alla corsa al re dei metalli; inoltre hanno messo le mani su molti Paesi dell’Africa produttori di materie prime.
Insomma, a breve i Paesi europei si renderanno conto che avranno una scarsità di tutto ciò che serve per sopravvivere come potenze, vedranno che sono saltati sul carro di uno che questa battaglia non l’ha assolutamente vinta. Perché quando si dice che “tutto il mondo è contro Putin”, si ignora che circa il 55% delle esportazioni russe è attualmente destinato a Paesi che non hanno aderito alle sanzioni. Togliamo un po’ la Cina, l’India e tutti i Paesi africani: tutto il mondo cosa?
Il mondo si è di nuovo spaccato in due, ma chi l’ha detto che il carro vincitore è quello statunitense?
A breve dunque assisteremo a veri e propri atti di cannibalismo tra Paesi europei. Le aziende francesi non vorranno più mantenere le sanzioni (già avviene); vedremo la Germania pagare il gas in rubli e non l’Italia; le aziende italiane non potranno più competere con quelle tedesche, ci sarà tensione sociale. Andiamo a sbattere da tutte le parti.
Dobbiamo quindi fare pressione sui nostri politici. Dare un’alternativa. Tornare indietro e dare all’Italia il ruolo che davvero le spetta, quello di Paese neutrale tra due litiganti del genere.
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