A breve mascherine anche all'aperto in tutta Italia

 Quasi tutti i più importanti virologi che siamo abituati a vedere in tv hanno ripetuto in continuazione che non ha alcuna ragione scientifica l'obbligo di mascherine all'aria aperta a meno che ci si trovi in situazioni di assembramento (come negli orari e nei luoghi della movida). Non c'è dunque alcuna ragione scientifica che giustifichi le ordinanze che stanno adottando alcuni governatori di Regione in Italia, ultimo Nicola Zingaretti, e che sta valutando se adottare anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte sull'intero territorio nazionale. Anzi, sono più numerosi gli studi che sconsigliano un uso troppo prolungato della mascherina per cui potrebbero esserci più danni che benefici alla salute.

Fra l'altro proprio a settembre l'organizzazione mondiale della Salute (WHO) ha raccomandato prudenza nell'obbligare a quell'uso anche al chiuso i ragazzini al di sotto dei 12 anni di età, perché si potrebbero provocare danni anche alla loro capacità di relazione e di apprendimento a scuola e nei contesti educativi. Dall'obbligo di mascherina in Italia invece sono esentati - anche qui senza nessuna prova scientifica di una utilità - al chiuso come all'aperto solo i bambini con meno di 6 anni di età. Imposte con questi obblighi quindi le mascherine danno più l'idea del sopruso del potere politico che della reale protezione della salute pubblica. Ecco in ogni caso cosa hanno detto delle mascherine all'aperto da giugno ad oggi gli esperti italiani:

“Se non c'è assembramento, da solo non ho il minimo rischio di infettarmi all'aperto, quindi la mascherina posso non portarla”. (Giorgio Palù, past president della Società europea di virologia e professore emerito di Microbiologia dell'università di Padova).

“Al momento non ci sono studi controllati che indichino che l'uso universale delle mascherine, cioè fuori da ospedali, Rsa, ambienti a rischio, riduca la diffusione di questo virus tra la popolazione”. (Guido Silvestri, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta).

“Il rischio di contagio all’aperto è davvero bassissimo. I contagi avvengono in luoghi chiusi, quando più persone interagiscono per diverso tempo e senza mascherine. All'aperto si può tranquillamente evitare la mascherina, ricordando però di evitare assembramenti e mantenendo la distanza di sicurezza dalle persone”. (Antonella Viola, immunologa, direttrice scientifica dell'Irp di Padova).

“Per contagiarsi all'aperto serve un contatto stretto e prolungato. La mascherina all'esterno va indossata solo quando si è può esserci questo tipo di contatto”. (Pierluigi Lopalco, epidemiologo e già coordinatore scientifico della task force pugliese per l'emergenza coronavirus).

“Si può stare tranquillamente all'aperto senza mascherina, rispettando le distanze sociali”. (Giuseppe Ippolito, direttore scientifico Istituto Spallanzani).

“Si può stare all'aperto senza mascherina se si rispettano le distanze. Non ci si può contagiare se si rispettano le distanze” (Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e virologia al San Raffaele di Milano).

“Per quanto riguarda l'uso delle mascherine, in Italia abbiamo interpretato forse in maniera troppo restrittiva questa misura. All'aperto l'uso della mascherina ha un senso minore e non è indicata. All'aperto è infatti più difficile contagiarsi, a meno che non si va molto vicino alle persone. I virus non rimangono sospesi in aria e io non mi contagio se cammino”. ( Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova e componente della task force Covid della Regione Liguria).

“In generale stando all’aria aperta per strada, nei giardini, al mare, in montagna non vi sono rischi di contagio anche senza mascherina. Il rischio di contagio all’aria aperta dipende dal contatto stretto e prolungato che si può verificare solo in certe situazioni (ad esempio discoteche o riunioni) dove la mascherina è protettiva. Il buon senso della persona fa sempre la differenza”. (Marco Tinelli, infettivologo e tesoriere della Società italiana di malattie infettive e tropicali).

“Considerato che solo una piccola percentuale della trasmissione del virus avviene all’aperto, non è opportuno raccomandare l’obbligo di mascherina all’aperto”. (Fondazione Gimbe, position paper).

FONTE

Ed è invece notizia di un paio di giorni fa, in Piemonte. Una notizia questa che fa pensare ad una dura forma di dittatura e di ignoranza. 

Entrerà in vigore lunedì 5 ottobre l’ordinanza del presidente della Regione Piemonte che introduce l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto in tutte le aree pertinenziali delle scuole di ogni ordine e grado o antistanti ad esse (ad esempio parcheggi, giardini, piazzali e marciapiedi davanti agli ingressi e alle uscite degli istituti).

Il provvedimento comprende anche tutti i luoghi di attesa, salita e discesa del trasporto pubblico scolastico.

Sono esentati i bambini con meno di sei anni e le persone con forme di disabilità o con patologie non compatibili con l’uso continuativo dei dispositivi di protezione individuale e quelle che interagiscono in modo specifico con loro.

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#NOMASK 

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