Consiglio di lettura : Incubo a 5 Stelle di Roberto Dal Bosco

 Incubo a 5 Stelle: Grillo, Casaleggio e la Cultura della Morte



Le elezioni del febbraio 2013 hanno sancito la definitiva consacrazione del ciclone Beppe Grillo, ormai divenuto leader politico capace di organizzare un’efficace comunicazione sulla Rete e raccogliere la protesta contro i partiti politici e la “casta”. Ma cos’è veramente il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo? Un movimento qualunquista? Un’utopia libertaria di democrazia legata alla rete in cui ognuno può far sentire la sua voce? Una vera alternativa al sistema dei partiti? Un nuovo esperimento di partecipazione democratica orizzontale oppure l’ultima incarnazione di dittatura verticale, come proverebbero i casi di chi in rete ha osato criticare Grillo e il Movimento e si è visto sommergere da sciami molto sospetti di troll (commentatori disturbatori) che, con uno stile intimidatorio e una scaletta di argomenti molto omologata, cercano di impedire la discussione? O forse ancora Grillo è solo un megafono per le fantasie inorganiche e ipertecnologiche di Gianroberto Casaleggio, motivatore aziendale esperto di web marketing con il pallino dell’esoterismo che ha trasformato internet in una religione? Questo libro analizza le motivazioni che stanno dietro al fenomeno Grillo e in particolare il pensiero di Casaleggio, esposto dai video Gaia e Prometeus, che si riassume in una profezia apocalittica, una guerra totale con l’Est del mondo (dove internet non è libero), per via batteriologica, che ridurrà la popolazione mondiale a un solo miliardo di persone: i sopravvissuti realizzeranno Gaia, il nuovo ordine mondiale, la democrazia elettronica planetaria e la pace perpetua, in un universo senza più confini, Stati, autorità, partiti e religioni, un nuovo Eden sostenuto dall’intelligenza informatica collettiva. L’inquietante espressione cibernetica di quella “cultura della morte” di cui ha parlato Giovanni Paolo II e di quelle teorie malthusiane di decrescita e di riduzione della popolazione mondiale che sono alla base di realtà come il Club di Roma, il programma ONU Agenda 21, le idee dei Rockefeller e la retorica antisviluppista, ecologista e tribalista di deindustrializzazione: un pericolosissimo inno gnostico all’uomo che può farsi dio, sepolto in una res informatica dalle infinite possibilità.


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Mi allaccio a questo interessante libro per darvi una notizia spaventosa di qualche giorno faI lavoratori delle fabbriche francesi hanno protestato contro quelli che hanno chiamato «collari per cani», apparecchiature che consentirebbero il distanziamento sociale nei luoghi di lavoro.

Si tratta, a tutti gli effetti, di collari elettronici dotati di sensori non dissimili a quelli usati per gli animali.Gli operai d’Oltralpe hanno bollato la proposta come un «attacco alla libertà individuale» poiché i datori di lavoro stanno cercando di far loro indossare i dispositivi per applicare le restrizioni durante il lavoro.

I dispositivi di allarme emettono un rumore e si accendono se i lavoratori si avvicinano a meno di due metri insieme, ma sono stati stroncati da un sindacato operaio perché condurrebbero verso una «infantilizzazione» dei dipendenti.

I collari con allarme dovrebbero essere introdotti dalla società di igiene Essity, che vuole che i suoi operai li indossino al collo.

Il sindacato CFDT ha detto all’agenzia AFP che si tratta di «un sistema paragonabile a quelli che cercano di dissuadere i cani dall’abbaiare».Christine Duguet, una rappresentante sindacale del CFDT, ha suggerito che i dispositivi «finiranno nei bidoni della spazzatura o rimarranno in un armadio», aggiungendo che «questa è una totale assurdità».

La sindacalista Duguet ha anche espresso preoccupazione per il fatto che la società tenterà di mantenere il sistema in vigore come «misura di sicurezza» anche dopo la fine della pandemia. 

Il dispositivo, scrive Summit News, è prodotto da una società belga chiamata Phi Data, che offre anche un dispositivo simile che può essere attivato da chi lo indossa se sente che qualcuno si avvicina troppo.In realtà, chi conosce la tecnologia Internet of Things (IoT) sa che questo tipo di dispositivo sono pronti da anni, e non vengono implementati, almeno in Occidente, a causa, appunto, delle possibili pressioni sindacali. Ora, con l’abbrivio pandemico, il sogno nel cassetto diventa realtà: collare per i lavoratori, in attesa dell’anello al naso vero e proprio.

È possibile tuttavia realizzare sistemi di controllo bio-logistico della classe lavoratrice molto più invasivi di quelli progettati per il distanziamento sociale: con un semplice sensore da polso – come quelli di uno smartwatch qualsiasi – non è possibile solo stabilire la posizione del lavoratore, ma anche il suo relativo impegno: pensate al numero di battiti cardiaci che deve mantenere un magazziniere, per esempio; se il cuore del lavoratore non batte abbastanza velocemente, probabilmente non sta facendo il suo dovere. La Cina, che Conte poche ore fa ha definito come un alleato dell’Italia al pari degli USA, si è ovviamente già spinta oltre: come riportato da Renovatio 21, i cinesi sono pionieri dell’hardware di lettura dell’attività mentale (cioè, della concentrazione, basicamente) negli studenti, con intere classi di bambini sottoposte in maniera massiva a interfacce cervello-macchina.

La tecnologia IoT, che pone un microchip in ogni oggetto presente nella realtà, naturale o artificiale che sia, è esaltata dai libri del fondatore del Movimento 5 Stelle Gian Roberto Casaleggio. Il tema è discusso in profondità nel libro del fondatore di Renovatio 21 Roberto Dal Bosco, Incubo a 5 stelle (2014). FONTE 

 

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