Vaccino a scatola chiusa di Diana Lanciotti

 Vaccino a scatola chiusa. Un documento ufficiale dimostra che vogliono farci vaccinare senza garanzie.

Siamo entrati nella nuova era del “Vaccino”. Così la definisce Diana Lanciotti, giornalista esperta di comunicazione e autrice di “Antivirus. Emergere dall’emergenza”, che esprime le perplessità di molti sui tempi e i modi del vaccino Anticovid e riporta un inquietante documento che alimenta, anziché smorzare, i dubbi.

L’ERA DEL VACCINO (ANTICOVID)

Cari lettori, ho un annuncio da darvi: siamo entrati in una nuova era. Domenica 27 dicembre ha segnato l’inizio dell’anno zero dell’era del Vaccino. Da oggi la storia dell’uomo non sarà più scandita in secoli a.C. (avanti Cristo) e d.C. (dopo Cristo), ma in a.V. (avanti Vaccino) e d.V. (dopo Vaccino). Ricomincia tutto da quel fatidico dì.
La vita che abbiamo vissuto finora non era vita. Era solo attesa. Attesa del nuovo Messia: il vaccino Anticovid.

Ormai la sua venuta è sulla bocca e nei cuori di tutti. A Natale non si è parlato di ciò che successe duemila e venti anni fa a Betlemme. Troppa acqua è passata sotto i ponti. Bisogna guardare al futuro. Un futuro illuminato dai riflessi sprigionati dalle fialette che contengono il sacro liquido che si è fatto carne, per entrare in noi, pronti ad accoglierlo e fare del nostro corpo la sua dimora. Persino il Papa si è adeguato e ha omesso di soffermarsi sul solito racconto di Cristo che si è fatto uomo per salvarci. Cose del passato.
«I vaccini luce di speranza», ha invece detto, auspicando che il vaccino sia per tutti. In realtà non è così, perché per fortuna Papa Francesco ha parlato della venuta di Gesù come fa ogni anno, però a leggere i titoli dei giornali e dei tg pare che abbia parlato solo del vaccino. Cosicché, chi non ha ascoltato la messa di Natale officiata dal pontefice, si immagina un Papa nelle vesti di informatore scientifico della Pfizer, con tanto di valigetta, brochure illustrativa e campioncini: «Quanti ne ordina in questo giro, dottore?»

Ho già spiegato ai bollinatori di professione che non sono NOvax ma nemmeno SIvax, ma cerco come sempre di mantenere il pensiero libero da pregiudizi. Però quando trovo uno spalmamento generale su certe posizioni che neanche la Nutella sul pane, e quasi nessuna voce che si alza anche solo per evocare un dubbio… mi suona un campanello d’allarme. Anzi: un campanaccio. A farlo suonare più forte e stonato mi è appena arrivato un documento che ha alimentato, anziché spegnere, i dubbi. Se avete pazienza di seguire il mio ragionamento ve ne parlerò nel prosieguo di questo articolo.

SE DUBITI… SEI FUORI

Non fai in tempo ad accendere la tv, a farti un giro online sui notiziari o sui social o dare una letta ai giornali che… si parla solo dell’arrivo del vaccino. Non è Natale, signori. Ma chissenefrega di una festa dove ci si ritrova tra persone care, ci si scambiano abbracci e regali… che modo di vivere arcaico e disusato, legato a una religione che è superata dai tempi: ora dobbiamo convertirci tutti al Vaccinesimo, aderire con entusiasmo al “non ritrovarsi”, amare il distanziamento, diffidare gli uni degli altri. Il primo comandamento di questa nuova fede è “Diffida del prossimo tuo come di te stesso”.
Possibile però, mi chiedo, che nessuno, dico nessuno, dei politici, dei giornalisti, degli opinionisti, dei medici che vanno in tv esprima mai il minimo dubbio sul vaccino anticovid? Non solo e non tanto sul principio di vaccinare le masse, quanto sui tempi e sui modi. Tempi da record, che potrebbero (dovrebbero) dare adito a qualche dubbio. Ad esempio, che la sperimentazione sia solo agli inizi e voler vaccinare il mondo serva per procurarsi un parco cavie immenso, che nessun ricercatore si è mai sognato. E se poi questa sperimentazione comporterà delle perdite in termini di vite umane… cosa volete che sia. C’era qualcuno, tempo fa, credo si chiamasse Bill Gates, che affermava che siamo in troppi… Ah, già, ma non si può dire, perché se tiri in ballo zio Bill e i suoi legami col mondo dei vaccini ti mettono a tacere dandoti del complottista.
Qualcuno a dire il vero ogni tanto solleva il ditino per dir la sua, ma come minimo gli danno del rimbecillito, com’è successo a Enrico Montesano che, in realtà lucidissimo, usa la sua vis comica e la sua intelligenza per belare fuori dal gregge. O Enrico Ruggeri, che ha fatto uno scalpore infernale quando è andato in tv da Nicola Porro e ha espresso la sua libertà di pensiero spiazzando coloro che, fino a ieri liberali a oltranza, con ’sta faccenda del covid si sono dimenticati di avere un cervello di proprietà e preferiscono di gran lunga affittare quello degli altri.

Oggi è d’obbligo giubilare alla notizia dell’arrivo del dio Vaccino, il regalo più gettonato nelle letterine a Babbo Natale, e chi non si unisce al coro degli osanna viene ostracizzato.
Ma: se sei uno scienziato, e ti pagano a ogni comparsa in tv, ma se dici quel che pensi ti mettono alla porta; se sei un giornalista, e ti invitano per seguire il copione, ma se non lo fai il portavoce del presidente del Consiglio ti tira le orecchie perché non ti sei allineato al gregge; se hai un libro da presentare, ma se fai il cattivo non ti invitano a ogni trasmissione, dove alla vista della copertina potrai esibirti nel sorriso più modesto e compiaciuto del tuo repertorio; se sei un politico, ma se se canti fuori dal coro, chiedi spiegazioni, ti cacciano e piombi nell’oblio… allora, allora ci pensi due volte prima di esternare il tuo pensiero.
Dopo che hai provato sulla pelle il calore delle luci della ribalta come puoi rinunciare? La popolarità è una droga. Tanto che, pur di non rinunciarci, c’è chi fa a gara per gridare al mondo: «Voglio vaccinarmi per primo! Lo farò in diretta tv!»
È tutto uno sgomitare per immolarsi, magari tenendo le chiappe strette per la paura (che c’è, sotto sotto, c’è…), pur di non essere estromessi dal grande Circo Covid che va in onda 24 ore su 24 in tv e sui giornali. Altro non v’è. Più nulla esiste. Il nostro pianeta non ruota più intorno all’asse terrestre, ma a un virione.

Il gioco è perverso: se nutri qualche dubbio sulla tanto sbandierata “innocuità” del vaccino anticovid, te lo tieni. Covi i tuoi dubbi in silenzio, tutt’a più ne parli con i familiari o gli amici di cui pensi di poterti fidare, ma sei pur sempre a rischio di delazione e di vederti emarginare dal mondo dei più: i fedeli al dio Vaccino.
Si abbraccia la nuova fede senza però il diritto di nutrire i dubbi che qualunque credente ha circa l’esistenza di Dio: no, il dio Vaccino esiste e si è fatto fiala per salvare l’umanità.

LA NUOVA FEDE VACCINIANA

Mi sono chiesta che cosa porti tante persone ad abbracciare la fede vacciniana con granitica certezza ed enfatico entusiasmo. Ignoranza, terrore, business? Temo che alla fine si tratti di tutti e tre questi fattori.

L’ignoranza, nel senso che la maggior parte di noi è ignorante in materia, quindi si fida ciecamente di quanto dice la “Scienza”. Scienza che ammette di essere inesatta, ma viene posta sugli altari dagli adoratori del dio Vaccino. Magari gli stessi che hanno fatto strenue battaglie novax in passato, gli stessi quelli (o le stesse) che in più verde età andavano in piazza a rivendicare la proprietà esclusiva del proprio corpo, con tutti gli annessi e connessi. Adesso, gli stessi (le stesse), dopo aver ceduto senza minimamente opporsi il proprio cervello, mettono il proprio corpo a disposizione della “Scienza” con la più assoluta fiducia.
La cosa grave è che tra questi “ignoranti” in materia ci siano anche diversi colleghi giornalisti che, come tanti invasati, sono i primi a inneggiare all’arrivo del salvifico vaccino e… ammazza se uno di loro si pone davanti alla questione con approccio anche solo vagamente critico. Questi signori, che ogni giorno vanno in tv o scrivono sui giornali dando degli irresponsabili ai cittadini che, invece, qualche dubbio lo nutrono, non si rendono conto della responsabilità enorme che si assumono. Facendo passare l’idea che vaccinarsi è bello, vaccinarsi è sano, vaccinarsi è sicuro, vaccinarsi è petaloso, questi adepti del dio Vaccino fanno credere che vaccinarsi sia come bere un bicchiere d’acqua. Ma quando salteranno fuori i problemi (stanno già saltando fuori…), si assumeranno la responsabilità di aver indotto tante persone a prendere alla leggera una cosa che invece è serissima?

Altro fattore: il terrore. Ormai ci hanno lessati così bene, come la famosa rana di Chomsky, sono tante le privazioni, le sofferenze, le paure con cui hanno attentato alla nostra salute fisica e mentale, che c’è chi è talmente stremato da essere disposto a tutto pur di venirne fuori, anche senza le garanzie che solitamente si pretendono in questioni tanto delicate come la propria salute e quella dei propri cari.
Pretendi la garanzia estesa a vita per il telefonino, per il microonde, per l’aspirapolvere, ma te ne fregaìi se nessuno ti dà le garanzie sulla sicurezza di un vaccino.
Conosco persone ardimentose, che fino a ieri spaccavano le montagne, che hanno sempre affrontato la vita con ottimismo e il sorriso sulle labbra, ora totalmente rassegnate, disposte ad accettare soprusi, restrizioni e regole liberticide, prive di senso dal punto di vista sanitario, giuridico, economico. Persone impaurite, che di fronte al Covid si sono chiuse in sé stesse, rinchiuse letteralmente in casa, rinunciando a vivere per… paura di morire. Ovviamente per loro l’arrivo del dio Vaccino è la data più importante della Storia dopo la nascita di Gesù.
A proposito, una digressione: lo sapete che in una chiesa hanno fatto un presepe dove al posto della mangiatoia hanno messo un lettino d’ospedale, la mascherina a Maria e Giuseppe e la visiera ai Re Magi, i quali in dono al Bambin Gesù portano… il vaccino anticovid?
Se credevamo che dopo le follie naziste e comuniste nessun popolo sulla terra avrebbe accettato un altro lavaggio del cervello, ci sbagliavamo.

Resta il terzo e più importate fattore: il business. Che surclassa i primi due. Perché qua il business è enorme, di portata planetaria.
Non ditemi che siete così ingenui da non sapere che le case farmaceutiche muovono praticamente il mondo. Non saperlo, o non ammetterlo, vi pone nella categoria degli ingenui, o dei conniventi.
Mio papà era un ottimo medico. Sono cresciuta a… pane e Medicina (non medicine!) e non ho fatto il medico perché lui mi ha dissuasa: «È un mondo difficile. Sei troppo idealista per poter sopravvivere in mezzo agli squali.»
Lui era quello che, quando i rappresentanti (oggi informatori scientifici) delle case farmaceutiche gli presentavano un nuovo farmaco, accettava tutt’al più in omaggio una penna, un’agendina, un fermacarte. Tutta roba da poche lire.
Io e mia sorella protestavamo: «Papà, di’ che hai due figlie, fattene dare due!»
Lui rispondeva: «La prossima volta.» E la prossima volta accettava ancora una sola penna, o una sola agendina, o un solo fermacarte da poche lire.
Più avanti mi rivelò le pressioni ricevute dalle case farmaceutiche per prescrivere i loro prodotti. Mentre alcuni suoi colleghi ricevevano pietre preziose, televisori, auto, viaggi, oggetti d’antiquariato, denaro, per prescrivere quel determinata farmaco (si chiama comparaggio: https://www.dianalanciotti.it/il-p-u-d-e-il-valore-del-dissenso/), lui si mantenne integro, fiero di dirmi: «Io accetto al massimo una penna da cento lire, da regalare alle mie figlie. Loro lo sanno e non ci provano neanche.»

Ora, non facciamo finta di non sapere che dove girano soldi, tanti soldi, succedano queste cose. E nel caso di un business colossale come quello dei vaccini non ci sia chi fa e chi riceve pressioni. Chiederselo, indagare, visto quanto tutto sta succedendo in tanta fretta e su scala planetaria, è il minimo che un politico e un giornalista dovrebbero fare. Magari per scoprire che tutto è corretto, lineare, che davvero le case farmaceutiche sono guidate da veri filantropi che hanno a cuore il bene dell’umanità. Però… con le inchieste che sta conducendo Report su Rai3 e Massimo Giletti su La7, dove emergono verità sconvolgenti sull’OMS e tutti gli addentellati con la politica e la finanza… qualche dubbietto vogliamo permettercelo? Vogliamo scandagliare sui legami tra certe case farmaceutiche e la finanza internazionale, e certe élite finanziarie che di filantropico hanno ben poco?
Anche perché il business non è solo e tanto il vaccino, quanto i guadagni in Borsa che faranno riempire forzieri e… tasche. E il potere. Ma quello è un altro capitolo.
Dai, su, non facciamo gli ingenui, non facciamo finta di non sapere. Facciamocele, queste domande. E solo quando ci saremo risposti con assoluta certezza che è tutto a posto, che stavolta non è solo business ma è anche “amore per gli esseri umani”… allora potremo credere che chi ci propone di vaccinarci lo faccia davvero per il nostro bene.

UN DOCUMENTO INQUIETANTE SANCISCE CHE VACCINARSI (ORA) È UNA ROULETTE  RUSSA


Ad aggiungere dubbio al dubbio, mentre scrivevo queste riflessioni mi è arrivato un documento che mi ha raggelata: la circolare inviata dalla referente vaccinale della Direzione Generale di una ASL regionale, in cui si invitano le strutture ospedaliere a comunicare il numero dei dipendenti che intendono aderire alla campagna vaccinazioni, per poter “comunicare a Pfizer il numero di dosi di vaccino necessarie” (sopra è sbianchettata per eliminare i riferimenti, ma in mano ho la copia originale).
E così apprendiamo che, mentre qualcuno spiegava che la scelta del vaccino sarebbe stata legata anche alla storia clinica del vaccinando, sono stati ordinati i vaccini Pfizer senza che questa valutazione soggettiva venga fatta.
Ma qui arriva il bello: nella circolare non si parla di obbligo, ma si legge:

“La Struttura Commissariale Arcuri sottolinea l’importanza dell’adesione alla campagna vaccinale nonostante non vi sia ancora la documentazione di supporto disponibile a riguardo del vaccino.”

Ho dovuto rileggere più volte la frase per capirne la gravità.
Chiaro, no? I dipendenti degli ospedali (e anche noi, quando arriverà il nostro turno) dovrebbero vaccinarsi a… scatola chiusaFidandosi ciecamente, quando la stessa ‪Pfizer ha dichiarato che renderà noti i dati della sperimentazione tra 4 anni e ha preteso l’immunità legale in caso di danni alla salute dei vaccinati.

Ma Arcuri, il commissario straordinario all’emergenza (di cui è nota la straordinaria inadeguatezza a gestire qualsivoglia emergenza) “sottolinea l’importanza dell’adesione alla campagna vaccinale” (udite udite) “nonostante non vi sia ancora la documentazione di supporto disponibile a riguardo del vaccino”.

E dovrebbero/dovremmo fidarci? Dovrebbero/dovremmo fidarci quando nella stessa circolare si fa riferimento a una “Scheda conoscitiva” da far compilare ai dipendenti “che andrà tenuta agli atti in busta chiusa dal Direttore/coordinatore della Struttura in armadio non accessibile…”
E quando andiamo a leggere la “Scheda conoscitiva” troviamo la frase “ai sensi dell’art. 13… il sottoscritto, debitamente informato, autorizza il trattamento dei dati personali…” Ma se chiedi che tipo di informazioni abbiano ricevuto, ti dicono. “Nessuna”.
E però c’è quella nota, scritta per mettere le mani avanti: “…nonostante non vi sia ancora la documentazione di supporto disponibile a riguardo del vaccino”.

C’è troppa roba che non convince. Eppure tutti a sperticarsi nel dare degli imbecilli, dei matti, degli irresponsabili a coloro che vogliono certezze e non fumo, piedi in terra e non trionfalismi insensati, garanzie e non fuffa. Quelli che non accettano di fare da cavie a un vaccino sperimentato e testato con una fretta bestiale, che lascia adito a dubbi più che legittimi.
Chi sono gli irresponsabili? Quelli che hanno a cuore la propria e l’altrui salute, o quelli che da mane a sera in tv, sui giornali e sui social invitano allegramente ad aderire al…Vax Party? Questi allegri menestrelli del dio Vaccino sanno o non sanno che con la salute degli altri (della loro liberi di fare quel che vogliono) non si scherza?

Il terrore e i soldi (bisogna vedere caso per caso di cosa si tratta) sono strumenti molto persuasivi. E sarebbe da chiedersi come facciano, soprattutto i “non addetti ai lavori”, ad assumersi la responsabilità di propugnare un ‪vaccino di cui non sono noti i rischi.
Qualcuno si chiede come mai da tempo i veterinari non vaccinano più i cani e i gatti ogni anno, pur perdendo una bella fetta di guadagno? Forse perché hanno appurato che i rischi superano i benefici?

Ora diversi medici, che esprimono dubbi non sui vaccini in genere ma su questo vaccino, vengono minacciati di sanzioni, sospensioni, di essere radiati dall’Ordine o addirittura licenziati. Uno di questi si è visto decurtare lo stipendio del 20% per 5 mesi, proprio dalla ASL che ha diffuso la circolare incriminata. Dubitare è reato.
Ma… nessuno si chiede come mai proprio gli addetti ai lavori, che ne sanno senz’altro più dei tanti soloni che senza nulla sapere magnificano le virtù del dio Vaccino anticovid, hanno questi dubbi?
E perché, allora, piuttosto che vaccinare a tappeto, con i rischi che comporta, non si pensa di verificare la presenza di anticorpi con apposite analisi ematologiche? Ennò… sennò si smonterebbe il palco.

CONTROPROPOSTA AI PREDICATORI DELL’OBBLIGO VACCINALE

A coloro che invocano l’obbligo vaccinale, il patentino o la primula da appuntare sul petto dei vaccinati per segnalare quei cattivoni e irresponsabili che non si sono lasciati convincere, e asseriscono che questi dovrebbero essere isolati e non curati in caso di malattia, rispondo con questa controproposta:

dato che nessuno conosce le reazioni avverse, soprattutto di medio e lungo periodo del vaccino, dato che molte persone sono portatrici di patologie serie, come le malattie autoimmuni (sempre più diffuse e da qualcuno collegate all’uso indiscriminato di vaccini e farmaci), dato che su queste il vaccino non è stato testato e potrebbe avere effetti deleteri… chi vorrà vaccinarsi lo farà a suo rischio e pericolo. E in quest’ottica dovrà firmare il consenso informato e non pretendere di essere curato dal SSN in caso di danni. E accettare di stare in quarantena per 28 giorni dopo l’inoculazione, visto che, come ha ammesso lo stesso Galli, tanto serve per immunizzarsi (sempre che il sistema immunitario sviluppi gli anticorpi) e nel frattempo si rischia di infettarsi e infettare il prossimo (e comunque nessuno ha escluso che, anche successivamente, si possa contagiarsi ed essere portatori sani).

Troppe questioni sospese, che solo una seria e completa sperimentazione avrebbe potuto stabilire con maggior certezza. E che, invece, sapremo solo… vaccinando.
Sarebbe un modo diverso di affrontare la questione, fuori dal gregge di adoratori del dio Vaccino. Che, se approfondissero la questione e dovessero firmare un consenso VERAMENTE informato, forse abiurerebbero la nuova religione.

LA “VARIANTE INGLESE”

Ora a scompigliare e carte è uscita la “variante inglese”. Alla quale subito dopo si è aggiunta la “variante sudafricana”. Aspetto che a giorni faccia la sua comparsa la “variante brasiliana”. Sapete perché lo dico? Perché, guarda caso, la sperimentazione del vaccino AstraZeneca è stata effettuata in Inghilterra, in Sudafrica e in Brasile (v.https://www.huffingtonpost.it/entry/pronti-a-produrre-milioni-di-dosi-in-italia-e-per-litalia_it_5ee7b21fc5b69e598c702883). Dove (notizia di pochi giorni fa) si parla di 58 casi sospetti di “reinfezione”, di cui almeno uno da… due ceppi diversi (v. https://www.unionesarda.it/it/articolo/news/mondo/2020/12/11/covid-58-possibili-casi-di-reinfezione-in-brasile-il-dato-che-scu-137-1092687.html).
Saranno coincidenze, certo… E però si sono affrettati a rassicurarci: “il vaccino è efficace anche contro la nuova variante”. Qualcuno ha parlato addirittura di “vaccino modulabile”:

“La piattaforma a mRna è facilmente modulabile e, nel caso il virus dovesse evolvere in maniera tale da superare le difese immunitarie ha un vantaggio rispetto alle piattaforme tradizionali…”

A dirlo è Palù, infettivologo fino a ieri non allineato, e ora di fresca nomina presidente dell’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco.

Ma… cosa significa “modulabile”? Che è come una casa, a cui puoi aggiungere una stanza se cresce la famiglia? E dei vaccini in distribuzione che ne facciamo? E le persone già vaccinate con la versione non aggiornata? Continuiamo a inoculare vaccini a tutto spiano, procedendo a tentativi?
Ma abbiamo idea o no di che cosa sia quella macchina meravigliosa che è il nostro sistema immunitario, che meno lo tocchiamo e meglio è?
Il mio invito è a rispettare il principio di prudenza che dovrebbe essere indispensabile in una questioni delicata come la salute, ma che molti paiono aver dimenticato.
Forse i veri negazionisti sono quelli che negano che vaccinarsi possa essere rischioso e negano il diritto di informarsi.

Dubitare… fa bene alla salute. Ora come non mai. Non lo dico solo io, ma persino il professor Crisanti che, mentre finivo di scrivere queste riflessioni, ha rilasciato un’intervista in cui esprime ben più di un dubbio sulla sicurezza degli attuali vaccini anticovid: https://www.imolaoggi.it/2020/12/26/crisanti-contro-aziende-e-politici-vaccino-non-e-oggetto-sacro-il-dubbio-serve/
E se lo dice lui…

Diana Lanciotti

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