Il ricatto biopolitico dei vaccini e dei tamponi obbligatori: ancora non avete capito a cosa serve davvero?
27 di marzo del 2021. Forse a molti di voi non dirà granché questa data, eppure dovrebbe essere importante.
Il 27 marzo 2021 è, salvo errore, il giorno pomposamente annunziato dal Governo qualche tempo addietro come data ufficiale delle tanto attese riaperture delle palestre, dei teatri e dei cinema. Ovviamente il 27 marzo 2021, non ha aperto proprio nulla di tutto ciò. Si tratta, con tutta evidenza, dell’ennesimo episodio della ormai collaudatissima saga dell’asino e della carota: saga che potrebbe suscitare anche una qualche ilarità, Se non fosse che siamo noi i suoi sventurati protagonisti. Né i teatri, né i cinema, né i ristoranti, né le palestre, né molte altre attività ancora riapriranno per ora: tutto è rinviato, ancora una volta, a più avanti, con l’ennesima prestazione della già citata dialettica dell’asino e della carota.In compenso, però, stanno per riaprire in tutta Italia le scuole dopo Pasqua: riapriranno secondo la già citata e discussa formula ricattatoria del tampone obbligatorio, a quanto pare, all’inizio di ogni settimana per studenti e docenti: anche in questo caso, niente di nuovo, se si considera che gli amministratori dell’ordine terapeutico si stanno rivelando dei professionisti del ricatto come metodo di governo.
Non vi impongono il vaccino, ma vi tolgono diritti se non vi vaccinate; riaprono le scuole, ma se e solo se accettate che i vostri figli vengano sottoposti ogni settimana alla pratica squisitamente biopolitica dei tamponi.
Per inciso, una domanda mi pare davvero doverosa: le scuole riapriranno, a quanto pare; ma che cosa è stato fatto in concreto, di grazia, per metterle in sicurezza? Si sono potenziati i mezzi di trasporto pubblico, come era d’uopo fare? Si sono spesi danari a beneficio della sanità pubblica, o i pretoriani dell’ordine turboliberista preferiranno seguitare nella via dei lockdown assassini? Quel che più desta stupore, invero, è che da ormai un anno di distanza dall’inizio di questa che ormai a tutti gli effetti è una nuova normalità gestita ad arte dal potere a beneficio del potere stesso, molti, se non i più, ancora non capiscano; e stoltamente ritengano che tutto ciò che sta accadendo sia puramente legato a una questione medico-scientifica e a una epidemia, senza alcuna connessione con ragioni profondamente politiche, sociali ed economiche.
Che la questione medico-scientifica e l’emergenza epidemiologica esistano, solo stolti gruppi pittoreschi quanto settari lo negano: purtroppo in tantissimi, invece, negano che l’emergenza sanitaria ed epidemiologica abbia una portata politica, sociale ed economica.
Come non mi stanco di ripetere ormai da un anno, vox clamantis in deserto, l’emergenza epidemiologica, che realmente esiste, è stata da subito utilizzata ad arte dal blocco oligarchico neoliberale per istituire una specifica razionalità politica in grado di garantire una “rivoluzione passiva”, per dirla con Gramsci, cioè una rivoluzione dei gruppi dominanti a beneficio esclusivo degli stessi gruppi dominanti.
Quando riusciremo a liberarci dal lockdown cognitivo permanente? Quando riusciremo a capire che la giusta lotta contro l’epidemia non può in alcun caso essere usata, come già da un anno capita, come base per ridurre le libertà e diritti e per implementare l’ordine a beneficio dei gruppi dominanti?
Sono domande che non possiamo non porci. Sono domande che i più, purtroppo, non riescono a porsi.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro
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