L’App di google che inneggia al cambio di sesso per i bambini
Sembra assurdo, e invece adesso gender e pedofilia passano anche attraverso Google Play. Di che parliamo? Di Transgender & Crossdressing Stories: un'applicazione disponibile su Google Play Store, che presenta storie erotiche di uomini adulti e di ragazzini in fase puberale, letteralmente costretti a subire operazioni di riassegnazione del sesso biologico.
Infatti, tali storielle “hard” con tanto di descrizione di atti sessuali compiuti tra adulti e bambini sono divise in categorie che alludono proprio alla transizione forzata: "da ragazzo a ragazza", "da ragazzo a ragazza" o "da uomo a donna."
Molte di queste storie appartengono ad un genere di racconti erotici transgender denominato "disciplina in sottana", in cui è sempre presente una figura materna o una sorella maggiore che punisce un ragazzino che si comporta male costringendolo a truccarsi, a indossare biancheria intima femminile e vestiti da donna.
La cosa più terribile è che queste storie hanno come target anche i maschi adulti. Per questo ciascuna storia ha anche un programma audio che riproduce la voce di un bambino che viene usata anche nel descrivere attività sessuali esplicite.
Le storie sono una più agghiacciante dell’altra, ne faremo solo un cenno perché è necessario avere stomaci forti. In “As Girly As It Gets” un ragazzo di 13 anni viene deriso a scuola ed eletto come reginetta del ballo. In casa viene sottoposto ad una procedura che si chiama “femminizzazione forzata” da sua madre e i suoi familiari, che lo umiliano depilandolo e costringendolo ad indossare seni finti. Ma la tortura non finisce qui perché il livello di perversione emerge nel seguito della storia: sua madre lo costringe, infatti, anche a firmare un modulo di consenso,per l’impianto delle protesi mammarie e viene sottoposto ad un intervento chirurgico in cui gli viene anche piazzata una finta vagina. Insomma, vera e propria pedopornografia transgender.
C’è davvero solo l’imbarazzo della scelta in queste storie caratterizzate da una vera e propria violenza psicologica e ciò che è peggio, perpetrata proprio dalle persone di cui ci si dovrebbe fidare di più. Come in “Lipstick Discipline” che contiene 22 capitoli con scene illustrate di un giovane ragazzo in lingerie e abbigliamento e trucco femminile. La serie inizia quando il personaggio ha solamente 4 anni e continua fino alla sua prima adolescenza, in cui viene descritta nel dettaglio la violenza che compie su di lui sua madre, nell’applicargli con la forza rossetto, smalto, e vestiti e biancheria intima femminile.
Ma non finisce qui perché ci sono anche storie classificate con “R” che sta ad indicare un contesto in cui vengono descritte scene sessualmente esplicite, dove il bambino è pure contento di essere punito e umiliato in questo modo.
Una di queste è “A Boy With Long Curly Hair”, in cui due uomini più anziani convincono un ragazzo a travestirsi e a compiere atti sessuali con loro, guidati da sua madre. "Michael, caro, saresti una ragazza adorabile"- lo esorta sua madre- “Perché non fare il passo successivo? Puoi tornare ad essere un ragazzo ogni volta che vuoi. Hai solo pochi mesi per provare come ci si sente ad essere una ragazza. Una volta al liceo, quella sarà la fine dell'opportunità”.
Una retorica – e soprattutto delle immagini - che scandalizzano, ma forse non ci si rende conto che anche incoraggiare i minori ad iniziare un processo di transizione, ad esempio con i bloccanti della pubertà, può essere un trauma per loro e rischia di esporgli all’impensabile
Toglietevi lo sfizio di cercare su Google play, ce ne sono a CENTINAIA!
https://napkforpc.com/apk/transgender.crossdresing.stories/
Transgender & Crossdressing Stories è in cima all'elenco delle app della categoria Intrattenimento su Google Playstore. Ha punti di valutazione e recensioni davvero buoni. Attualmente, Transgender & Crossdressing Stories per Windows ha oltre 10.000 installazioni di app e 2,7 punti di valutazione aggregata dell'utente medio.
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Mentre in USA, corso alle elementari sui bloccanti della pubertà e il transgenderismo
Uno degli aspetti più controversi del ddl Zan riguarda l’istituzione di una giornata contro l’omotransfobia che andrebbe celebrata nelle scuole di ogni ordine e grado. Moltissime persone hanno fatto giustamente notare che questo significherebbe parlare di tematiche LGBT a dei bambini, il che è chiaramente inaccettabile. Le notizie che arrivano dall’estero fanno infatti capire chiaramente a che tipo di contenuti verrebbero esposti i nostri figli.
Megyn Kelly, una nota giornalista televisiva ha infatti recentemente detto che la scuola di suo figlio aveva proposto ai bambini di terza elementare un corso sui bloccanti della pubertà e sulla possibilità di poter "tagliare" i loro genitali.
Kelly durante il podcast di “The Megyn Kelly Show” di martedì scorso ha rivelato così la cosa: "OK, quindi hanno lanciato un programma sperimentale di educazione transgender di tre settimane per i nostri ragazzi”.
Kelly ha anche parlato con l'insegnante di scuola media del Rhode Island, Ramona Bessinger, che ha affermato di essere stata sospesa senza retribuzione perché aveva criticato i programmi transgender e razziali che erano stati introdotti nel suo distretto scolastico.
La giornalista ha inoltre raccontato un aneddoto relativo a un incontro a cui è andata per la scuola di suo figlio, durante il quale un genitore ha denunciato un incidente molto allarmante: “Perché mio figlio è tornato a casa” – ricordiamo che si tratta di bambini di terza elementare, di 8 e 9 anni – “Perché mio figlio è tornato a casa e chiede se è vero che può prendere una pillola per prevenire la pubertà, e poi, quando compie 18 anni, può farsi tagliare il pene se vuole diventare una donna?”.
Kelly si è chiesta se agli insegnanti dovrebbe essere permesso di parlare di argomenti così estremi a dei bambini piccoli: "Ci sono cose che è inappropriato discutere con i bambini, sicuramente con i bambini di terza elementare, come è stato nel nostro caso, e con gli adolescenti in generale per svariate ragioni". FONTE
In Italia, Sottosegretario Sasso contro il ddl Zan: «Scuola sotto attacco gender. Ci difenderemo»
Il Sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso è intervenuto sul disegno di legge Zan (che domani torna al Senato) ribadendo la pericolosità di un testo del genere, non solo per la libertà di pensiero, ma anche per la libertà educativa dei genitori e, in particolare, per i bambini nelle scuole, prime vittime della propaganda Lgbt. Un pensiero che Sasso ha riportato in un'intervista su La Verità e che ha poi riaffermato sui suoi social.
«Al PD, al M5S e alla sinistra italiana - afferma Sasso - non basta più che ogni giorno i nostri figli vengano bombardati attraverso i social dal pensiero unico sulle teorie di genere. Vip e influencer si fanno quotidianamente paladini di una narrazione che esalta la mancanza di una precisa identità sessuale, il percepirsi a tutti i costi come “fluidi”. Ora si prova anche l'assalto all'ultimo baluardo che cerca di resistere a questa folle ideologizzazione: la scuola. Al netto di numerosi tentativi promossi da singoli insegnanti, per ora le istituzioni educative stanno applicando la circolare 1972 del 2015, che vieta espressamente la propaganda gender a scuola. Eppure nelle nostre classi si moltiplicano i tentativi di imporre certe teorie, utilizzando l'alibi dell'autonomia dell'insegnamento e facendosi beffe del consenso informato delle famiglie. Con il Ddl Zan si vuole alzare ulteriormente l'asticella: il provvedimento, in discussione al Senato, intende infatti istituzionalizzare tali ideologie nelle nostre scuole, infischiandosene delle differenti sensibilità e bollando qualsiasi opposizione come reazioni omofobiche».
«Guai a sottolineare - prosegue Sasso - che, forse, a 10 anni un bambino dovrebbe essere lasciato sereno e non subire interferenze sulla propria identità. Guai a dire che, forse, non è il caso di istituire la giornata lgbt in una scuola elementare. Nessuno vuole minimizzare fenomeni odiosi come la discriminazione, il bullismo o gli atti di violenza nei confronti della comunità lgbt, ma qui stiamo parlando di un'altra cosa. A 10-12 anni non si ha ancora la necessaria consapevolezza per affrontare determinati temi ed è facile rimanere disorientati. Si acuisce il conflitto generazionale con le mamme e i papà, sempre più in difficoltà dinanzi all'assalto di chi, per ragioni ideologiche o, peggio, per interessi economici, promuove continuamente la cosiddetta identità non binaria. Le famiglie, che giustamente si sentono impotenti di fronte a star del web con milioni di follower, devono trovare nella scuola un alleato e non un amplificatore di queste teorie».
«Lasciate stare i bambini - l'appello del Sottosegretario - lasciateli liberi di vivere la loro vita e, una volta cresciuti, liberi di vivere la propria identità senza sollecitazioni, senza promuovere questo o quello, ma in maniera naturale e spontanea. Da padre innanzitutto e poi anche da Sottosegretario mi opporrò con tutte le mie forze a questo tentativo subdolo di infiltrare le nostre istituzioni scolastiche. Chi ha figli potrà capire il mio grido di allarme». FONTE
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