Contenzioso di Kano - Pfizer e INTERVISTA medico 118 rompe omertà
Quando c'è un conflitto di potere è il popolo che ne porta le conseguenze,
sempre, da sempre.
Si dice idolatria.
Ed è ESATTAMENTE la SITUAZIONE in cui viviamo oggi.
Dunque dove si insinua Satana, il male?
Nel far credere che tutto ciò che stiamo vivendo sia "normale",
per il nostro "bene ", per il" progresso".
Accettare tutto, per la "nuova normalità",
significa genufletterci allo schiavismo satanico.
La storia si ripete... Già.
Ora, i criminali si sono evoluti, ci fanno firmare un consenso informato (poco informato tanto consenso) di cui però NON riceviamo copia e NON viene allegato modulo AIFA per reazioni avverse. In più si sono evoluti comprando il benestare di medici complici che non fanno segnalazioni quando muore un paziente vaccinato, non mettono nessun dubbio, come possiamo leggere nell' intervista in fondo:
L’inghippo sta qui: sull’informativa dell’AIFA c’è l’obbligo di segnalazione. Ma se il medico fa una diagnosi dove non c’è nulla da segnalare, ha già aggirato l’obbligo.
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Vi ricordate il Contenzioso di Kano? Vi sblocco un ricordo, avvenne più di 20 anni fa, ma siamo sicuri che dalla storia si impara?
Con l'espressione “Contenzioso di Kano” si fa espressamente riferimento a tutti quei casi giudiziari che videro coinvolta la multinazionale Pfizer in seguito ad una sperimentazione umana non autorizzata su dei bambini della città di Kano, in Nigeria.
Nel 1996 in Africa più di 12.000 persone morirono a causa di un’epidemia di meningite. A Kano, nel nord della Nigeria, i medici della Pfizer, una delle case farmaceutiche più grandi del mondo, si offrirono, nell’ambito di un programma d’emergenza lanciato dall’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) di curare circa duecento bambini, metà con il nuovo farmaco sperimentale Trovan, e metà con il miglior farmaco contro la meningite sul mercato al tempo, il Ceftriaxone.
Morirono 5 bambini sotto cura con il nuovo antibiotico sperimentale Trovan (mentre molti altri rimasero vittima di cecità, malformazioni e paralisi) e comunque secondo i medici della Pfizer il test ebbe un buon risultato.
“L’antibiotico sperimentale Trovan venne successivamente messo in commercio in Europa ma solo per gli adulti e, praticamente subito, nel 1998 ritirato dal mercato per l’alta tossicità.”
L’opinione pubblica di tutto il mondo pose i riflettori sul caso dei bambini di Kano dopo che il 17 dicembre 2000, il giornalista Joe Stephens scrisse un articolo sul Washington Post che ben descrisse la situazione di Kano.
In quella cittadina impolverata della Nigeria stava imperversando un’epidemia che mieteva moltissime vittime e l’arrivo dei medici stranieri che dispensavano gratuitamente costosissime medicine venne visto dalla popolazione come la salvezza assoluta. L’organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere aveva già montato un centro di cura volto unicamente a salvare vite umane, mentre i medici e ricercatori della Pfizer avevano istituito un’unità separata. Stavano usando l'epidemia di meningite della Nigeria per condurre esperimenti su bambini con quello che Pfizer riteneva essere un nuovo antibiotico promettente - un farmaco non ancora approvato negli Stati Uniti.
Il farmaco sperimentale è stato un potenziale successo: gli analisti di Wall Street avevano affermato che Pfizer avrebbe potuto raccogliere 1 miliardo di dollari l'anno se il Trovan avesse ottenuto l'approvazione per tutti i suoi potenziali usi. Pfizer voleva anche testare il farmaco per l'uso contro la meningite, incluso un ceppo epidemico. La compagnia non riusciva a trovare abbastanza pazienti negli Stati Uniti, quindi i suoi ricercatori erano venuti a Kano, tra i moribondi.
Il caso più emblematico, o perlomeno quello che arrivò sulla scrivania del Washington Post, fu di una ragazzina di 10 anni dal peso di 41 chilogrammi. Il suo nome non è mai stato noto, fu sostituito dai medici della Pfizer come paziente numero 0069 nel sito di test numero 6587.
6587-0069 viveva in Nigeria, a Kano, e nell’aprile del 1996 contrasse la meningite ma morì 3 giorni dopo aver preso una dose di 56 milligrammi dell’antibiotico sperimentale Trovan. Ovviamente nessuno può sapere se la morte di 6587-0069 avvenne in conseguenza della sperimentazione, soprattutto visto che gli unici dati in possesso provengono dalle cartelle cliniche dei ricercatori Pfizer, ma non è questo il punto. Forse la ragazzina era al di là di ogni speranza. Eppure le circostanze della sua morte, dopo aver assunto un farmaco non approvato in una situazione in cui un’azienda privata stava sperimentando un farmaco, suggeriscono problemi molto più grandi.
Il Washington Post nel corso degl’anni si concentrò molto sugli esperimenti farmaceutici in Africa, Asia, Europa dell'Est e America Latina, rilevando un sistema di test in piena espansione, scarsamente controllati, dominato da interessi privati volti solo al favore economico.
Questi farmaci, come il farmaco di Kano, saltano i confini con una scarsa revisione governativa ed entrano nella totale revisione unicamente privata. Il controllore è colui che produce, testa, vede. Le scarse risorse che FDA destina alla supervisione degli esperimenti all’estero, permettono alle case farmaceutiche di pagare i medici nei paesi del Terzo Mondo e nell'Europa dell'Est, per testare i propri farmaci a migliaia di soggetti umani.
La questione allarmante è che l’FDA, come l’EMA, richiede che i pazienti ti tutti i test, indipendentemente da dove vivono, acconsentano pienamente agli esperimenti se i risultati devono essere utilizzati per ottenere l'approvazione all'immissione in commercio. Ma l'indagine che scaturì dai processi legati al “Contenzioso di Kano” e successivamente dal Washington Post, rilevò che in molti altri casi le regole non venivano applicate, non vi era nessun consenso informato e, pertanto, in che modo l’FDA o l’EMA approvano prodotti farmaceutici se manca la documentazione necessaria all’approvazione stessa?
Ovviamente, essendo la Pfizer americana, il problema e le domande si ampliano. Se l’FDA non avrebbe potuto approvare il farmaco Trovan, le Istituzioni americane erano a conoscenza? Quelle Nigeriane?
Una fonte anonima inviò nel 2006 al Washington Post un rapporto molto lungo e dettagliato del governo nigeriano. Questo rapporto, dai contenuti esplosivi, venne nascosto a tutti nonostante le indagini degli avvocati dei bambini e dei media di mezzo mondo. Il rapporto conclude così:
“Pfizer non ha mai ottenuto l'autorizzazione dal governo nigeriano a dare il farmaco non provato a quasi 100 bambini e neonati. Pfizer ha selezionato i pazienti in un ospedale da campo nella città di Kano, dove i bambini erano stati trattati per un ceppo spesso mortale di meningite. All'epoca, Medici senza Frontiere distribuiva antibiotici approvati all'ospedale… L'esperimento di Pfizer è stato un processo illegale di un farmaco non registrato, un chiaro caso di sfruttamento dell'ignoranza”
Pfizer ha sostenuto da sempre che i suoi ricercatori si sono recati a Kano con un movente puramente filantropico, per aiutare a combattere l'epidemia, che alla fine ha ucciso più di 15.000 africani. La commissione medica nigerina ha respinto totalmente questa ridicola spiegazione, sottolineando che i medici Pfizer hanno completato il loro processo e se ne sono andati mentre "l'epidemia era ancora in corso" e l’esperimento ha violato la legge nigeriana, la Dichiarazione internazionale di Helsinki che disciplina la ricerca medica etica e la Convenzione UN sui diritti dell'infanzia.
Il gruppo di esperti nigeriani che hanno redatto il rapporto sul caso di Kano, hanno raccomandato che Pfizer sia "sanzionato in modo appropriato e diretto, chiedendo ufficialmente che Pfizer rilasciasse delle scuse senza riserve al governo e alla popolazione della Nigeria.
Nel reperire la documentazione legata al caso di Kano, ci siamo accorti come molti aspetti della questione rimangano a distanza di anni molto molto misteriosi. Ad oggi noi abbiamo letto della relazione del Governo nigeriano solo mediante il Washington Post poiché la relazione rimane tutt’oggi riservata. Lo stesso capo del gruppo investigativo governativo, Abdulsalami Nasidi, dichiarò nel 2006 che il rapporto non è mai stato pubblicato. Si presume, leggendo articoli di quotidiani nigeriani, che Nasidi ritrattò essendo stato l’obiettivo di minacce di morte ad oggi non specificate.
Le indagini conclusero con una conferma, la Pfizer non chiese mai il consenso dei genitori dei bambini nè del governo nigeriano per il trattamento sperimentale. Nel 2010 La Corte suprema nordamericana ha autorizzato il processo contro la Pfizer e quattro famiglie nigeriane hanno ricevuto un risarcimento di 175.000 dollari ciascuna da un fondo di 35 milioni di dollari creato da un accordo tra la casa farmaceutica e la città di Kano dove sono avvenute le sperimentazioni. I versamenti sono parte di un accordo extragiudiziale raggiunto nel 2009.
Questa vicenda è una delle cause del fallimento di alcune campagne di vaccinazione contro la poliomielite promosse dall’OMS in Nigeria, che è il paese con la più alta percentuale di abitanti malati di polio di tutto il mondo.
Fonte:
https://www.washingtonpost.com/
Fonte:
https://www.nytimes.com/
Fonte:
https://www.ilpost.it/
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INTERVISTA :Il medico del 118 rompe l’omertà: “Sui più fragili, il vaccino anti-Covid è l’arma letale”
MD Dottore, quali sono gli eventi più preoccupanti a cui hai assistito nel corso del tuo servizio al 118 da gennaio 2021 ad oggi?
Hanno iniziato cambiando le parole. Prima, chi aveva patologie pregresse veniva definito “persona a rischio”, il che denotava chiaramente il fatto che tutta una serie di farmaci o trattamenti che andavano bene per una persona sana, mettevano a rischio di gravi reazioni avverse questi soggetti. In base alla storia clinica del singolo soggetto, si stabiliva il grado di rischio rispetto all’assunzione di una determinata sostanza. Oggi non esistono più le persone a rischio: hanno creato una categoria molto vasta che comprende tutti, e include diverse patologie, i “fragili”, come i bicchieri e i piatti. Questo cambio di termini ha capovolto completamente la situazione: i fragili vanno via con un soffio di vento, vanno protetti e immunizzati al più presto e prima di tutti gli altri, e per loro va bene qualunque farmaco, anche sperimentale e pericoloso. Del gruppo dei “fragili” fanno parte tutti quelli che avevano patologie pregresse, come diabetici, ipertesi, malati cardiaci, renali, epatici. Nella mia esperienza di medico di emergenza ho riscontrato con certezza che i soggetti “fragili”, che hanno un organismo già intossicato, quando ricevono i vaccini Covid vanno subito all’altro mondo. O almeno, è difficile che non ci vadano.
MD Nella tua esperienza, quanti?
Nella mia esperienza di medico di ambulanza nella mia ASL di appartenenza, per le persone fragili la mortalità è circa del 70%.
MD Stai dicendo che 7 persone “fragili” su 10 che subiscono gli effetti avversi dei cosiddetti vaccini anti-Covid, ne muoiono?
Esattamente. Possiamo dire che questi vaccini stanno facendo piazza pulita di tutti i fragili. Adesso vi porto un esempio dall’ultimo ricovero che ho fatto. Siamo andati a casa di una persona, che aveva già i suoi acciacchi: cardiopatica, bronchite cronica ostruttiva già da anni, e ciononostante vaccinata con doppia dose. Quest’ultima patologia, in gergo BPCO, si è riacutizzata dopo la somministrazione del vaccino. La paziente presentava una saturazione dell’ossigeno all’88% accompagnata a delle strane scosse tonico-cloniche. Dal momento che non si trattava di un soggetto epilettico, ho pensato che doveva essere un’acidosi dovuta al fatto che la bombola d’ossigeno a cui era attaccata era ad un livello molto basso; pertanto l’ho portata in ospedale, in quanto ritenevo la paziente fosse scompensata a livello metabolico. Questo finché non l’abbiamo condotta al Pronto Soccorso. Il resto della storia l’ho saputo da un collega che lavora al P.O. ma che viene a fare le sostituzioni da noi in ambulanza. La paziente aveva un versamento pleurico, un versamento pericardico, sindrome da perdita capillare (CLS), praticamente la paziente perdeva sierosità da tutti i distretti capillari. Dunque ritengo che a tutt’oggi sia già passata a miglior vita, anche se lo scoprirò domani, quando sarò di turno. Ma posso dire già adesso che le scosse tonico-cloniche, che io pensavo dovute all’acidosi metabolica, avevano cause del tutto diverse, perché l’acidosi è stata immediatamente compensata in Pronto Soccorso con bicarbonato, ossigeno etc. ma, nonostante l’ossigenazione iniziasse a salire, le scosse persistevano. Quindi è mia opinione che si trattasse di una tossicità dovuta alla neurotossina del vaccino Covid, che i colleghi non riconoscono, perché nessuno di loro si è andato a informare. Del resto anche noi medici d’ambulanza, io se mi permetto di azzardare un sospetto di diagnosi, mi prendono per pazzo. Per i colleghi, il vaccino non può dare controindicazioni, c’è proprio un gap, un vuoto. Non lo vanno proprio a cercare il sintomo. Come ci dicevano all’università, una malattia che non conosci è una malattia che non esiste, intendendo dire che se tu non vai a cercare i sintomi, non puoi fare la diagnosi.
RV È per questo che nel Lazio abbiamo fatto l’accesso agli atti degli effetti collaterali da vaccino, e da gennaio ad oggi si assiste proprio a un calo esponenziale delle segnalazioni, perché gli ospedali decidono a priori che non c’è correlazione. Dalla clinica non parte la segnalazione.
No, capisci? Il dato ufficiale che ne esce è che non ci sono effetti collaterali, ce n’è uno su otto milioni. Posso dire senza esitazione che non è vero, perché in ogni singolo turno che faccio in ambulanza ne alzo almeno uno in queste condizioni.
MD I sintomi sono sempre gli stessi?
Più o meno sì: mi viene in mente una strana correlazione con un episodio precedente, che mi è rimasto impresso. Uomo, 44 anni, faceva le pulizie nell’ASL. Quando ricevo la chiamata, sul tablet mi esce “Neurologico”, arrivo là e lo trovo disteso per terra, teneva gli occhi aperti ma era privo di conoscenza. Ora, un ictus in un uomo di 44 anni ti deve insospettire, se sei un medico. Non puoi dire «aveva la pressione alta»… so com’è andata a finire, perché un parente del paziente, che fa il suo stesso lavoro, sta da noi. Una cisti al tronco encefalico che dopo il vaccino si era riattivata. Anzi si era attivata, perché l’uomo ce l’aveva da sempre, ma adesso si era formata attorno un’area edematosa, che è quella che ce l’ha fatto trovare sul pavimento in quelle condizioni. Proprio ultimamente ho chiesto aggiornamenti sul caso: ora è in lenta ripresa, ma ha una vistoso rigonfiamento sulla nuca a cui è stato applicato un drenaggio.
MD Prima ci hai riportato una percentuale allarmante di casi fatali nel numero di quelli classificati come “neurologici”, tutti avvenuti in seguito alla somministrazione dei farmaci Comirnaty (Pfizer), SpikeVax (Moderna), VaxZeviria (AstraZeneca) o Janssen (J&J). Nella tua esperienza al 118, quand’è che questo tipo di casi è iniziato ad aumentare?
Guarda, posso dirti che prima noi intervenivamo per diversi tipi di situazione, adesso sono tutti neurologici. Un aumento graduale e inesorabile, iniziato a gennaio 2021.
LB Queste morti di cui parli, in che lasso di tempo avvengono rispetto alla somministrazione del vaccino, della prima o seconda dose? Può essere individuata una coerenza?
[Riflette] Diciamo che di solito succede a medio termine, due o tre mesi dopo. [si rivolge al dott. Varvara] Ti risulta?
RV Sì, risulta anche a me, nella mia esperienza di infermiere. E questo rende anche difficile ipotizzare prima e prevedere poi una correlazione.
Il nesso causa-effetto è difficile da stabilire. Perché poi sembra studiato a tavolino: ognuno di questi muore per la riacutizzazione di cose che già aveva. Pertanto, questi farmaci uccidono in modo subdolo, perché la punta dell’iceberg, quella che si vede al di sopra del mare, sono le patologie pregresse; la parte più grande, quella che non si vede, consiste nella somministrazione di questi farmaci sperimentali, che ha causato la rivitalizzazione e recrudescenza di tali patologie.
MD È come se con la somministrazione dei sieri sperimentali Covid il sistema immunitario abbassasse le difese, smettendo di contrastare queste patologie che in precedenza aveva stabilizzato?
Proprio stamattina leggevo, nel gruppo della regione Sardegna di una chat di medici di cui faccio parte, che due colleghi hanno perso la madre per lo stesso problema: un linfoma, in entrambi i casi guarito, che si è ripresentato dopo il vaccino. «Le hanno uccise», stanno dicendo.
MD Ma nessuno dei tuoi colleghi, in ASL o in ospedale, ha notato questo fenomeno? Si sono posti qualche domanda?
Ma te lo sto spiegando, non è che non gli importi, per loro è inconcepibile l’idea stessa che ci possa essere qualche correlazione. Ieri parlavo con un membro del sindacato, perché noi stiamo facendo delle lotte per il 118, perché noi medici d’emergenza stiamo subendo dalla ASL un trattamento che ha dell’incredibile. Voi forse non lo immaginate, ma il 118 è un servizio che sta essendo lentamente e progressivamente smantellato. Eppure siamo noi quelli in prima linea, quelli delle famose tute bianche che tutti hanno visto, ma noi sappiamo cosa significa indossarle, patire un caldo insopportabile, finire per terra quando si ha la pressione bassa. E con quelle addosso, dopo aver portato i pazienti Covid in ospedale, fare lunghe tratte e attese interminabili sotto il sole, io e il mio infermiere di turno, per far igienizzare l’ambulanza, quando a volte erano in attesa davanti a noi altri otto veicoli, perché ovviamente la postazione era una in tutta la città. Ebbene, ero al telefono con un collega sindacalista ex 118, il quale è stato chiarissimo: «La FIMMG ha abbracciato la causa dei vaccini. Noi ci crediamo. Se tu non lo facessi saresti l’unica persona di tutto il sindacato a non averlo fatto.» e io, che so che non è vero, che non tutti i colleghi sono vaccinati, ho capito una cosa, che ho appurato in seguito: lui si è licenziato dal 118 perché adesso fa le punture anche lui. E là prendono 5000 euro al mese, che è quasi il doppio di quanto prendeva quando lavorava con noi.
MD E poi i soliti debunkers dicono che è una bufala il fatto che i medici vaccinatori guadagnino di più.
No, loro fanno un turno di determinate ore, e l’ASL non dà niente per niente, quindi credo che saranno rapporti di lavoro di 36 o 42 ore settimanali.
MD Rispetto alla questione degli effetti avversi a cui hai assistito, hai notato qualche tratto in comune che te li facesse ricondurre alla somministrazione dei farmaci sperimentali denominati “vaccini Covid”? Come sapevi che erano vaccinati?
Quando arrivo sul luogo dell’intervento, la prima cosa che chiedo è se siano vaccinati o meno. Perché i vaccinati mi spaventano, gli possono succedere cose che non mi aspetto, di tutto. Pensa che conosco alcuni agopunturisti che dichiarano di non voler trattare i vaccinati Covid, perché, testuali parole di uno di loro, «gli può venire un coccolone durante la seduta, e io ne pago le conseguenze». Ma noi medici d’emergenza non possiamo fare distinzioni, il nostro è un servizio rivolto a tutti i cittadini. Il tratto comune di cui mi chiedevi, io l’ho individuato in questa sindrome da CLS, cioè di perdita di liquidi dai capillari. Una malattia classificata come rara, ma la cui incidenza, almeno nella mia esperienza, è aumentata tantissimo da quando è iniziata la somministrazione a tappeto di questi farmaci. I capillari vengono in qualche maniera rovinati da questi farmaci, e quindi perdono sierosità. Mi è capitato addirittura in pazienti che non avevano mai avuto problemi di questo tipo, di ritrovarmeli con l’ascite [accumulo di liquido nella cavità addominale NdR]. Ma quello che tu chiedi si può avere solo con autopsie accurate, e nel caso dei sospetti morti da vaccino, per preservare la proteina spike, dovrebbero farsi entro 72 ore dal decesso.
MD Come state vivendo, tu e i tuoi colleghi, il ricatto del lasciapassare verde, considerato che voi siete stati gli apripista, col DL 44, delle attuali politiche coercitive del DL 111?
Non c’è stata resistenza alcuna, sono tutti vaccinati. E chi, medico o no, ritiene che può normalmente andare avanti coi tamponi, credendo che facciano meno male, si sbaglia. Io i tamponi li vedo fare quasi ogni giorno, e si tratta di uno stupro vero e proprio. Quando li vedo fare ai bambini, me ne devo andare, non ce la faccio. E sono impotente di fronte alla volontà dei genitori.
RV È mai successo che tuoi colleghi abbiano omesso assistenza oppure fatto commenti negativi nei confronti di pazienti ricoverati che non avevano fatto il vaccino?
Be’, vedo spesso gli infermieri in accettazione andare avanti e indietro su tutte le furie urlando «Mammamia! Questo non è vaccinato!» e sbandierando la certezza che l’esito del tampone sarà positivo, ma non ti so dire cosa succede dopo, perché io non vado oltre quel reparto.
RV Quelli di voi che non si vaccinano, saranno sospesi dal servizio, se non gli è già capitato. Questo che impatto avrà sulle prestazioni sanitarie dovute alla cittadinanza e sul diritto alla salute? Chi sostituirà i non vaccinati?
Hai visto che il 118 non durerà tanto a lungo, tutte le azioni delle dirigenze ASL in tutta Italia denotano la chiara intenzione di smantellarlo completamente. La situazione è estremamente caotica. Prima i medici non potevano essere sospesi, poi si possono sospendere ma non dall’ordine, poi possono esercitare, ma non in presenza. Già, se ricordi, durante la prima ondata, curavamo la gente per telefono. Adesso torneremo a farlo.
RV Come curavate i pazienti affetti da Covid durante la prima ondata?
Io ne ho trattati poco più di cento. Sono guariti tutti. Li curavamo con Azitromicina e Ivermectina, e se li prendevamo in cura all’inizio della malattia, si alzavano dal letto in tre giorni, mentre quando li prendevamo già in fase avanzata, ci voleva più tempo. Molti li ho curati anche con l’omeopatia, accompagnata a vitamine C e D ad alto dosaggio. Una cosa è certa: non ho ospedalizzato nessuno, i pazienti Covid possono essere curati benissimo a casa.
MD Quindi nella tua esperienza, su 10 pazienti Covid, 10 guariti; su 10 effetti avversi da vaccino Covid, 7 morti. Possiamo dire che la mortalità dei vaccini Covid è stata superiore a quella della malattia stessa?
Sì, purtroppo. Ma voglio specificare una cosa: se a vaccinarsi è una persona sana, senza malattie pregresse o fragilità di sorta, è molto probabile che non le succeda niente, o che abbia effetti avversi non letali. Ovviamente, ho assistito anche al caso di un’insegnante, sanissima, che dopo l’inoculazione si sentiva bruciare in tutto il corpo; alla fine le è stata fatta diagnosi di polineurite.
MD L’inghippo sta qui: sull’informativa dell’AIFA c’è l’obbligo di segnalazione. Ma se il medico fa una diagnosi dove non c’è nulla da segnalare, ha già aggirato l’obbligo. Di tutti gli effetti avversi a cui assistito, quanti sono stati segnalati?
Nemmeno uno. Non sono io a dover segnalare, non posso. Deve farlo il medico dell’ospedale. Ma quest’ultimo non sa che si potrebbe trattare di un effetto avverso da vaccino Covid, e seppure si prendesse la briga di indagare (cosa che non fanno nel modo più assoluto) non lo ascrive al vaccino.
MD Ma perché fanno così? Qualcuno gli ha imposto in maniera “informale” questo tabù?
No. È proprio agnosia: il problema per loro non esiste, non deve esistere.
MD Ma qualcuno deve avergli detto qualcosa. È mai possibile, scientificamente e anche umanamente, che tutti i medici di un ospedale, in modo univoco e acritico, accettino e pratichino questa agnosia?
RV Certo che sì. È l’effetto della manipolazione.
La vedi la massa com’è? Ora, se esco e vado dai miei vicini di casa, loro parlano dei vaccini dalla mattina alla sera, e vogliono sapere se lo hai fatto o no. E il bello è che a loro in tasca non entra niente.
RV L’obbligo di segnalazione qui, sull’informativa AIFA, è un pro forma, sta su tutte le informative.
LB Una parola interessante a questo proposito l’ha usata il sindacalista FIMMG, quando ha detto «noi ci crediamo nei vaccini» è diventato un fatto psicologico, una credenza e per questo non può essere messo in discussione sul piano razionale. È un credo.
Ti spiego una cosa. Io faccio la guardia notturna in una clinica per disagiati psichici. Ieri, un infermiere anziano mi parlava di come anni addietro i pazzi erano seguiti e curati, facevano un percorso che comprendeva tutta una serie di terapie e attività; adesso, si tengono a vegetare come in carcere e quando, com’è ovvio in condizioni del genere, si agitano o hanno qualche problema, vengono imbottiti di psicofarmaci. Lì ci sono tante persone in forma coatta, agli arresti insomma, e in qualche caso gente che è riuscita a passare per pazza ed evitare la galera. Mi è rimasto impresso un ragazzo: l’ho visto quando è entrato nella struttura, bello, presente a se stesso, in carne, pieno di vita; se tu lo vedessi adesso: magrissimo, a deambulare per la struttura con un’aria smarrita, che aspetta solo di morire, da queste strutture oggi chi entra non esce più. Ecco, dico questo perché il problema della disumanizzazione della medicina non è un problema di oggi, ma ormai ben radicato nella cultura e nella prassi quotidiana di molti colleghi che sono stati abituati sin dal praticantato a somministrare farmaci acriticamente, al di là di qualunque osservazione razionale, ed è da questa acriticità irrazionale, ormai comune a moltissimi colleghi, che nasce la fede nei farmaci, secondo me.
RV Per questo bisogna rifondare completamente la medicina su basi umanistiche, rivoltarla come un calzino, scardinare completamente questo vecchio paradigma.
MD Tra i tuoi colleghi, nell’ambiente, non dico crederci o meno, ma almeno si parla di questo boom di reazioni avverse?
No. Non puoi parlare, e sai perché? Arriveresti inevitabilmente a dire qualcosa di male del vaccino, e non puoi. Innanzitutto, perché i colleghi sono tutti vaccinati, e quindi ammettere che il vaccino faccia male per loro varrebbe l’ammissione di essere a rischio vita tutti i giorni. Dunque, già a priori non accettano questa versione dei fatti: hanno fatto la scelta di vaccinarsi a occhi chiusi, senza informarsi prima, come se la loro salute avesse lo stesso valore di un oggetto acquistato per strada. Se parli male del vaccino li metti in difficoltà con se stessi.
LB Ancora una volta, lo stesso meccanismo psicologico: potrebbero mai ammettere a se stessi di aver trattato la propria salute con tanta leggerezza?
Non lo farebbero mai.
MD Questo però è un ostacolo enorme ad un possibile rimedio alla situazione. Stanno portando avanti una strage silenziosa e doverosa, protetta innanzitutto dall’omertà di medici e sanitari in genere, che sarebbero gli unici ad avere i titoli per dare credibilità alla denuncia di quanto sta accadendo.
Una strage silenziosa e doverosa: hai colto nel segno.
RV È molto più facile credere in questo dio che cominciare a farsi delle domande, per questo i colleghi sono complici, e in modo diverso, ma non meno grave, anche la gente comune.
Molti di noi sono stati allontanati dalle famiglie, per lo stesso meccanismo psicologico: essendo tutti corsi a vaccinarsi, ora come potrebbero ammettere che abbiamo ragione senza ammettere di aver messo in pericolo di vita se stessi e i propri figli?
LB La situazione che lei ha descritto è quella dei mesi primaverili ed estivi. Adesso che siamo entrati in autunno, come pensa che si evolverà la situazione, quando torneranno in circolo i virus influenzali stagionali? Soprattutto, come agiranno questi virus sulle persone vaccinate?
La strage silenziosa continuerà, ma molto probabilmente diranno che a trasmetterli sono stati i non vaccinati. Ti posso dire che molti tamponi positivi al Sars-Cov2 sono stati rianalizzati e si è scoperto che si trattava di influenza A e B. Del resto sappiamo che il maggiore virus influenzale è sempre un coronavirus. Rispetto a come agiranno i virus stagionali sulle persone vaccinate, non possiamo ancora dirlo senza dati a disposizione.
LB I dati sul tasso di vaccini somministrati in Italia sono coerenti con quanto voi riscontrate nella pratica quotidiana?
Sì, assolutamente. La maggioranza della popolazione italiana è vaccinata. È spaventoso per me, ma è così. E tutti pensano di essersi messi al sicuro.
MD Qual è l’età media dei casi fatali o eventi avversi gravi correlati ai cosiddetti “vaccini Covid” a cui hai assistito?
Tra i 40 e i 70 anni, un ventaglio molto ampio, come vedi.
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