Samantha D’Incà

 Ho letto l'articolo, ho letto i commenti sui social e l'unica cosa che ho pensato è:

chi siamo noi per giudicare? 

Io, da madre quale sono, non me la sento, bisogna viverla questa storia, bisogna esserci dentro; proverò comunque ad analizzare i fatti secondo il mio punto di vista.  Qui l'articolo completo su Samantha D’Incà, su Corriere Veneto



Ricapitoliamo la sua storia :

Samantha D’Incà il 12 novembre 2020 aveva avuto un infortunio finendo per rompersi il femore. Operata il giorno dopo all'ospedale di Feltre (la ragazza è originaria della zona) sono subito emerse delle gravi complicazioni sfociate poi in una polmonite con il successivo ricovero all'ospedale di Treviso. Da lì in poi il tracollo totale causato forse da un batterio (colpe e responsabilità verranno appurate in una seconda fase) e la giovane finita in stato vegetativo in coma irreversibile con il cervello che per troppo tempo è rimasto senza ossigeno.
Da quel momento Samantha è nutrita con un sondino, prima all'ospedale di Feltre e poi a Vipiteno dove stanno adottando una strategia terapeutica per alleviare il dolore
Samantha aveva solo espresso a voce la volontà di non essere sottoposta a nessun accanimento terapeutico. Lo aveva detto ai familiari e gli amici ma nulla era stato messo nero su bianco. 

Le parole della madre fanno riflettere:

Samantha è morta quel giorno? Quel giorno, a Treviso, grazie alla macchina che “esclude il corpo” la scienza e la medicina hanno salvato mia figlia - dice la madre - ma quello stesso giorno è iniziato il suo e il nostro calvario. 

La "macchina che esclude il corpo" ci ritornerò su questa frase più avanti, ora vediamo nel dettaglio cos'è il coma e cos'è l'eutanasia. 

Cos'è il coma?

Il coma o sonno profondo, è uno stato di incoscienza, dal quale chi vi cade non può essere risvegliato; tale condizione comporta la mancata risposta agli stimoli dolorosi, ai cambiamenti di luce e ai suoni, fa saltare il ciclo sonno-veglia e, infine, rende impossibile ogni azione volontaria.

COMA E COMA FARMACOLOGICO: SONO LA STESSA COSA?

Coma e coma farmacologico sono due situazioni distinte, che è bene chiarire fin dalle prime battute di questo articolo.
Mentre il coma è uno stato di incoscienza patologico, non voluto e indicativo di una grave condizione di salute, il coma farmacologico è uno stato di incoscienza indotto volontariamente dai medici, per favorire il recupero da situazioni traumatiche, per proteggere l'encefalo da una carenza di ossigeno e per ridurre la sensibilità al dolore, in occasione di interventi chirurgici molto delicati.
Conosciuto anche come coma indotto o coma artificiale, il coma farmacologico si ottiene con dosi controllate di barbiturici, benzodiazepine o propofol, in aggiunta ad analgesici oppiacei (es: morfina).

QUANDO UNA PERSONA ENTRA IN COMA?

Nell'encefalo umano, due sono le componenti nervose il cui corretto funzionamento è fondamentale per il mantenimento dello stato di coscienza: la corteccia cerebrale, in cui risiede la cosiddetta sostanza grigia, e una struttura del tronco encefalico, denominata sistema di attivazione reticolare (RAS).
L'entrata in coma da parte di un individuo ha luogo quando una o entrambe le componenti nervose sopraccitate (quindi corteccia cerebrale e/o RAS) subiscono un danno.

COME STIMARE LA GRAVITÀ DI UN COMA?

Esistono varie scale di misura per stimare la gravità di un coma. La scala di misura più famosa e maggiormente in uso oggi è la cosiddetta Glasgow Coma Scale (scala GCS). La scala GCS comprende un range di valori che va da un minimo di 3 – valore che rappresenta il coma profondo – a un massimo di 15 – valore che rappresenta la coscienza massima.
I parametri considerati dalla scala GCS, per valutare la gravità di un coma, sono tre: l'apertura degli occhi, la risposta motoria a un determinato comando e la risposta verbale a un certo stimolo vocale. A ciascuno di questi parametri corrisponde un intervallo numerico (in inglese score), che ne indica la severità.
Per capire:
L'apertura degli occhi presenta uno score che va da 1 a 4. 1 (uno) indica completa assenza di apertura degli occhi; è il livello più grave. 4 (quattro), invece indica spontanea apertura oculare; equivale alla normalità.
I valori intermedi corrispondono a situazioni intermedie.
La risposta motoria a un determinato comando presenta uno score che va da 1 a 6. 1 (uno) segnala completa assenza di risposta motoria a qualsiasi comando; è il livello più severo. 6 (sei), invece, segnala massima obbedienza motoria a qualsiasi comando; corrisponde alla normalità.
I valori compresi tra 1 e 6 rappresentano situazioni intermedie.
La risposta verbale a un certo stimolo vocale presenta uno score che va da 1 a 5. 1 (uno) indica completa assenza di risposta a qualsiasi tipo di stimolo verbale; è il livello più grave. 5 (cinque), invece, indica massima attenzione, normale capacità di linguaggio e capacità di risposta a ogni stimolo di natura verbale; rappresenta la normalità.
Come nei casi precedenti, i valori inclusi tra 1 e 5 equivalgono a situazioni intermedie.

La stima della severità di un coma è frutto della somma del punteggio assegnato a ciascuno dei sopraccitati parametri. Per esempio, se a un'indagine medica l'apertura degli occhi, la risposta motoria a un comando e la risposta verbale a uno stimolo vocale totalizzano il minimo ciascuno (ossia 1), la valutazione del coma è pari a 3 (la situazione più grave, equivalente al coma profondo).
A questo punto, manca un ultimo aspetto importante da chiarire: nella scala GCS c'è un valore soglia che rappresenta la linea di confine tra lo stato di coma e lo stato di coscienza. Tale valore è 8. Quindi, quando la somma dei parametri GCS risulta superiore a 8, l'individuo è più o meno cosciente; quando invece la somma dei parametri GCS risulta uguale o inferiore a 8, il soggetto è in stato di coma più o meno profondo.

DURATA DEL COMA

Salvo che il soggetto interessato non si svegli, lo stato di coma vero e proprio ha una durata canonica compresa tra le 4 e le 8 settimane. Dopodiché evolve e, in base alla gravità delle cause scatenanti, può diventare: stato vegetativo oppure stato di minima coscienza.
Una persona in stato vegetativo è un soggetto sveglio inconsapevole di sé e dell'ambiente in cui si trova; una persona in stato di minima coscienza, invece, è un soggetto sveglio che, a tratti, è anche consapevole.

Diagnosi

La diagnosi di coma non è solo la constatazione dello stato comatoso – che è di norma una constatazione semplice – ma è anche l'individuazione delle cause scatenanti.
L'individuazione delle cause del coma può risultare anche assai complessa, tanto da richiedere il ricorso a svariati esami diagnostici.
Tra i possibili esami diagnostici utili alla scoperta delle condizioni all'origine di uno stato di coma, rientrano: l'esame obiettivo, l'anamnesi medica, la TAC, la risonanza magnetica nucleare (RMN), l'elettroencefalogramma ecc.

Trattamento

Medici ed esperti in materia di coma non hanno ancora individuato un medicinale o una particolare strumentazione capace di risvegliare una persona in stato comatoso.
Precisato ciò, chi è in coma riceve numerosi trattamenti, il cui scopo è molteplice e varia dal salvaguardare le funzioni vitali – come per esempio la respirazione o la circolazione sanguigna – al rifornire l'organismo di tutti i nutrienti necessari alla sopravvivenza e al mantenimento di un buono stato di salute.
Inoltre, le persone comatose hanno bisogno di attenzioni mediche particolari, che servono alla prevenzione di malattie di tipo infettivo (in primis la polmonite da aspirazione) o alla prevenzione di problematiche come le piaghe da decubito, l'atelettasia, ecc.
Infine, si ricorda ai lettori l'esistenza di una guida terapeutica per le persone uscite dal coma, il cui obiettivo è aiutare quest'ultime a ritornare a una vita normale o quasi normale.

COME RESPIRANO I SOGGETTI COMATOSI?

Nei soggetti in coma, a supportare la respirazione è la ventilazione meccanica tramite intubazione.

COME PREVENIRE LA POLMONITE DA ASPIRAZIONE

In caso di coma, la polmonite da aspirazione è una complicanza che può dipendere da diversi fattori, tra cui:
Il reflusso gastroesofageo, derivante dal prolungato mantenimento di una posizione orizzontale;
L'incapacità di deglutizione corretta;
La nutrizione tramite sondino.
Per prevenire la complicanza in questione, i rimedi medici più praticati consistono in:
Mantenimento del paziente in posizione laterale;
Aspirazione della saliva a intervalli regolari;

Il coma irreversibile è uno stato di profonda incoscienza, caratterizzato dall'arresto definitivo di tutte le funzioni del cervello e del tronco encefalico (morte cerebrale).

Il paziente non è, purtroppo, risvegliabile, ma può essere mantenuto in vita "artificialmente".
Le indagini diagnostiche dimostrano, infatti, che il sangue non affluisce più al cervello, nonostante permanga un'attività cardiaca. Il coma irreversibile comporta la perdita delle funzioni vegetative, che risulta evidente per l'assenza di risposta a forti sollecitazioni esterne, quali stimoli dolorosi (nocicettivi) o di tipo acustico, l'incapacità di respirare autonomamente, la caduta della pressione arteriosa e la diminuzione della temperatura corporea (ipotermia).
L'arresto definitivo dell'attività cerebrale è testimoniato da due elettroencefalogrammi (EEG) piatti a molte ore di distanza l'uno dall'altro. Questa condizione corrisponde a tutti gli effetti alla morte del malato. Per questioni legali, la diagnosi di coma irreversibile prevede un'attenta osservazione di diverse ore da parte di una commissione di medici specialisti, che si avvalgono di tutti i dati clinici e di supporti strumentali, per chiarire ogni dubbio minimo e teorico.
Una volta che i medici hanno decretato questa situazione, dunque, non c'è possibilità di risveglio del paziente. In tal caso, è possibile considerare la donazione degli organi.
Il coma irreversibile corrisponde allo stato più profondo del coma ed è caratterizzato dalla completa scomparsa di segni di attività cerebrale, mancanza di riflessi e respirazione non autonoma. L'individuo non ha consapevolezza di sé stesso, né dell'ambiente circostante e degli stimoli che da esso provengono. In questa condizione patologica, però, continua a persistere il battito cardiaco.
Il coma irreversibile è, quindi, una situazione in qualche modo artificiale: il paziente necessita della respirazione meccanica che, al di fuori di una terapia intensiva, non potrebbe protrarsi per più di pochi minuti.
A seconda delle regioni encefaliche coinvolte da una lesione, il coma viene classificato in 4 stadi di gravità; ad ognuno di questi, corrispondono specifiche caratteristiche che lo rendono trattabile o meno.
A questi diversi gradi, corrisponde la profondità dello stato di incoscienza, cioè:
Coma di 1° grado (o primo stadio): si tratta di un coma di lieve entità. Il soggetto appare in uno stato soporoso: non riesce a mantenersi vigile, ma è in grado di rispondere, anche se con difficoltà, a stimoli verbali e dolorosi provenienti dall'esterno. Il coma di primo grado è reversibile;
Coma di 2° grado (o secondo stadio): è uno stato più profondo del precedente. Il soggetto non risponde agli stimoli verbali, ma mantiene la capacità di risposta agli stimoli dolorosi. Vengono persi i riflessi pupillari e corneali, così come la capacità di trattenere gli sfinteri (si ha, quindi, un quadro di incontinenza). Anche in questo caso, il coma è reversibile, nonostante i tempi del risveglio siano più lunghi;
Coma di 3° grado (o terzo stadio): è un coma profondo, nel quale si ha la totale assenza di risposta agli stimoli esterni. Il paziente può manifestare: aumento della temperatura corporea (ipertermia), aumento della frequenza cardiaca (tachicardia) e alterazioni importanti della frequenza respiratoria. Il coma di terzo grado può evolvere in morte cerebrale o risultare reversibile, anche se con significative conseguenze;
Coma di 4° grado (o quarto stadio): è lo stato più grave e profondo di incoscienza; corrisponde alla condizione di coma irreversibile o morte cerebrale. Nessun paziente che soddisfi i criteri di quest'ultimo grado dello stato comatoso può recuperare.
Nel coma irreversibile, la circolazione sanguigna viene mantenuta in funzione solo per conservare la vitalità dell'organo (o degli organi) destinati all'espianto, previo consenso dei familiari. 

Diagnosi

Il coma irreversibile è una condizione molto complessa, il cui accertamento coinvolge più discipline mediche, ossia: neurologia, medicina interna, cardiologia e medicina legale.
La diagnosi di coma irreversibile si basa sull'evidenza di alcuni segni clinici, quali:
Assenza dello stato di vigilanza e coscienza (stato di coma);
Assenza del riflesso corneale (areflessia pupillare);
Assenza del respiro spontaneo (apnea);
Assenza di reazioni agli stimoli (assenza dei riflessi del tronco).
Il medico deve accertare l'assenza di fattori in grado di interferire con il quadro clinico generale, quindi deve verificare che il soggetto in coma non sia in ipotermia (abbassamento della temperatura corporea al di sotto del valore normale di 37°C) o vittima di un'intossicazione da sostanze o farmaci che deprimono il sistema nervoso. Altre condizioni da escludere, prima di dichiarare il coma irreversibile, sono l'ipotensione sistemica e la presenza di patologie endocrino-metaboliche concomitanti che possono alterare il quadro neurologico (coma ipoglicemico, encefalopatia epatica ecc.).
Assenza di flusso ematico cerebrale
In caso di coma irreversibile, la diagnostica per immagini, come la tomografia assiale computerizzata (TAC) e la risonanza magnetica (RM), dimostra che il sangue non affluisce più al cervello.
Assenza di attività elettrica cerebrale
Nel coma irreversibile, l'elettroencefalogramma rimane piatto, per un tempo prolungato, nonostante l'interruzione della somministrazione di sedativi. La diagnosi di coma irreversibile consente di interrompere le prestazioni sanitarie verso una persona. Occorre prestare la massima attenzione a non confondere l'iter procedurale volto a decretare lo stato di coma irreversibile con l'eutanasia. Nel coma di quarto grado, non vi è più modo di ripristinare le funzioni cerebrali, irreversibilmente compromesse, condizione che decreta da sé il decesso.
Vediamo ora nel dettaglio cos'è l'eutanasia:
L'eutanasia è l'atto di porre termine di proposito all'esistenza di una persona in gravissime condizioni di salute, al fine di alleviarne il dolore e le sofferenze.
Esistono svariate forme di eutanasia, tra cui: l'eutanasia attiva, l'eutanasia passiva, l'eutanasia volontaria, l'eutanasia non-volontaria e l'eutanasia involontaria.

Esistono vari modi per classificare l'eutanasia.
Una possibile modalità di classificazione distingue l'eutanasia in:

Eutanasia attiva: è quando una persona, affidandosi per esempio a un'iniezione cospicua di sedativi o miorilassanti, causa la morte di un soggetto gravemente malato e il cui destino è già scritto. L'eutanasia attiva è un agire in maniera diretta e con specifiche finalità.
Eutanasia passiva: è quando una persona causa la morte di un soggetto in gravi condizioni di salute, non somministrando a quest'ultimo alcun tipo di trattamento necessario al mantenimento in vita. L'eutanasia passiva è un agire in maniera indiretta, omettendo volontariamente il ricorso a cure indispensabili alla sopravvivenza.
Esempi tipici di eutanasia passiva sono: lo spegnimento della macchina che supporta nella respirazione un malato terminale incapace di respirare autonomamente, oppure il mancato ricorso a un intervento chirurgico che potrebbe (ma non è certo) allungare la durata della vita del paziente.
Un'altra possibile classificazione dell'eutanasia, invece, riconosce l'esistenza di:
Eutanasia volontaria: è quando una persona causa la morte di un individuo su espressa richiesta di quest'ultimo. In genere, l'individuo che fa tale richiesta è un soggetto gravemente malato.
Eutanasia non-volontaria: è quando una persona decide per la morte di un individuo in gravissime condizioni di salute, favorevole all'eutanasia, ma incapace in quel momento di esprimersi a favore di quest'ultima. È il caso, per esempio, delle persone in coma o con un grave danno cerebrale, le quali, in precedenza, avevano dichiarato a più riprese che, in siffatte circostanze, avrebbero optato per l'eutanasia.
Eutanasia involontaria: è quando una persona decide per la morte di un individuo dal destino ormai segnato, andando contro la volontà o i desideri di quest'ultimo.
Per capire :

Eutanasia volontaria

Persone che chiedono a qualcuno un aiuto per morire
Persone che rifiutano qualsiasi tipi di trattamento gravoso, "pesante"
Persone che richiedono esplicitamente l'interruzione di qualsiasi tipo di trattamento su sé stesse, compreso l'utilizzo di macchinari medici
Persone che rifiutano di mangiare e nutrirsi in generale, allo scopo di morire

Eutanasia non-volontaria

Può riguardare per esempio:
Persone in coma
Persone troppo giovani, come per esempio un neonato
Persone molto anziane
Persone gravemente ritardate dal punto di vista mentale
Persone con seri danni neurologici

Eutanasia involontaria

Esempi per capire chi potrebbe riguardare:
Persone vittime di colpi d'arma da fuoco mortali
Persone vittime di ustioni molto gravi e dagli esiti sicuramente letali. 

Argomenti a favore

Le persone a favore dell'eutanasia sostengono che ogni essere umano ha il pieno diritto di controllare la propria vita, quindi anche decidere per la morte se lo ritiene opportuno. 
Inoltre, si appellano al concetto di "qualità della vita", affermando che:
Una vita di qualità è una vita che vale la pena di vivere.
Le atroci sofferenze, che impone una malattia terminale e alcuni trattamenti sintomatici per questa, minano il tenore dell'esistenza e rendono immorale la mancata concessione legale dell'eutanasia.
Chiaramente, i sostenitori dell'eutanasia tengono a precisare che un individuo intenzionato a morire non deve abusare o scontrarsi con i diritti delle altre persone, nel cercare la morte. In altre parole, la scelta di morire non deve coinvolgere altre persone, recando loro del male, perché significherebbe decidere della vita di altri individui.

Argomenti contro

Le argomentazioni di chi rifiuta l'eutanasia sono diverse:
Argomentazione religiosa: le religioni più diffuse nel Mondo condannano l'eutanasia e il suicidio, perché affermano che la vita è un dono di Dio e solo Dio può decidere quando toglierla a un essere umano.
Quindi, una persona che cerca la morte per sé stessa è come se volesse sostituirsi a Dio o non si affidasse alla sua volontà.
Sono contro l'eutanasia religioni come il Cristianesimo, l'Ebraismo e l'Islam.
Al contrario, sono sotto certi punti di vista favorevoli la religione Induista e la religione Buddista.
Argomentazione medico-etica: il codice etico dei medici vieta esplicitamente il ricorso all'eutanasia e afferma che ogni medico ha l'obbligo di preservare come può la vita umana.
Argomentazione del cosiddetto "pendio scivoloso": chi sostiene tale argomentazione afferma che legalizzare l'eutanasia avrebbe una serie di spiacevoli conseguenze.
Per prima cosa, darebbe ai medici un enorme e pericoloso potere decisionale.
In seconda istanza, aprirebbe una discussione molto delicata sulle patologie per le quali un individuo può richiedere o meno l'eutanasia.
In terzo luogo, giustificherebbe una riduzione delle spese finalizzate alla ricerca di trattamenti efficaci contro determinate malattie (nella fattispecie, quelle per le quali è prevista l'eutanasia).
Infine, potrebbe rappresentare la fine della vita per quelle persone a cui i medici hanno diagnosticato, erroneamente, una malattia terminale e che, per tale motivo, hanno optato per l'eutanasia.
Il termine "pendio scivoloso" è un richiamo alle suddette conseguenze e alla pericolosità che si cela dietro una possibile legalizzazione dell'eutanasia.
Argomentazione familiare: è un'argomentazione a tutela dei familiari di un malato terminale, i quali molto spesso desiderano passare del tempo con il proprio caro, prima della morte.

Dunque ora proviamo a ragionare sulla frase della madre: la "macchina che esclude il corpo". 
Questa macchina è ciò che l'ha tenuta in vita, altrimenti sarebbe già passata a miglior vita. 
Ora, se non fosse mai esistita questa macchina questa ragazza, come moltissime altre persone sarebbero già morte. È molto, molto sottile questa sacrosanta verità ma fondamentale. Ci sono persone in coma da 20 anni, 30 anni, tenute in vita esclusivamente da macchine, con zero possibilità di riprendere a vivere una vita degna di questo nome. Uso un termine forte,  sono a tutti gli effetti vegetali. Ma, ricordo, noi non siamo alberi, ma esseri umani,  creature cioè meritevoli di comprensione e rispetto. Ed è proprio il rispetto che viene a mancare il più delle volte; il rispetto sacrosanto della vita umana, in un caso;  e il rispetto sacrosanto della decisione presa in vita, da un essere umano, nell'altro caso. 

In verità c'è un'altra frase della madre che mi ha colpito molto, "non credo più in Dio" - dice - e questo è terribile. 
La madre dice dunque di aver perso la Fede, sarebbe interessante sapere se ciò è accaduto prima o dopo l'incidente alla figlia e sarebbe interessante sapere il perché di questo abbandono. Sta di fatto che ha ceduto alle "lusinghe diaboliche" della scienza, questo è palese. Utilissimo poi, sarebbe avere notizie approfondite sulle cause che ha scatenato il coma. 
Nel momento in cui accade una tragedia come questa, un genitore ha il dovere di provarle tutte, prima di pensare all'eutanasia; un anno in coma non è sufficiente per sopprimere qualcuno, mi sembra una decisione frettolosa... Ma è solo il mio parere. 

Il tema sull'eutanasia legalizzata è un dibattito che si sta portando avanti da molto tempo ormai e, guarda caso, giusto quest'anno è stato fatto un referendum e un'attività parlamentare. 
Il vicepresidente di Pro Vita e Famiglia ONLUS, ad esempio, ha un'idea molto chiara in proposito "Le persone malate devono essere assistite dallo Stato e non soppresse" - dice  e prosegue - " è un grande inganno comunicativo. In pratica viene proposto di abrogare l’omicidio consenziente, quindi basterà essere adulti e consenzienti per poter essere uccisi da qualcun altro".
Purtroppo viviamo in un periodo assai complesso, dove tutto è il contrario di tutto ; dove si ingannano persone ignare con la mala-informazioni ; dove le cose vengono celate, nascoste, dove ci si fida maggiormente del "progresso" della scienza, piuttosto che della nostra coscienza. 
La scienza, quella che inventa macchinari per tenerti in vita sostituendosi a Dio e che  poi, 
dà il benestare a spegnere la suddetta macchina... 
La scienza, quella che fa esperimenti sulla nostra pelle... 
La stessa scienza che fabbrica malati per ingrassare le case farmaceutiche... 
La medesima scienza che inventa malattie per poter far "bella figura" con le "salvifiche" cure... 

Ecco io, non me la sento di giudicare una madre e un padre, ma mi permetto di dire che senza Dio non si va da nessuna parte e che forse questi poveri genitori che hanno preso questa decisione, avrebbero dovuto pregare ancora di più e consegnarsi totalmente a Dio, perché non vorrei mai, che questa tragica decisione, possa essere poi, un macigno insormontabile nel loro cuore e nella loro Anima. 

Che Dio, nella Sua infinita misericordia, doni a loro e a tutti noi, la forza e la consapevolezza per proseguire, in questo mondo ormai sporco... 

Samantha D’Incà 




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