E’ giusto tagliare i finanziamenti ai giornali? #liberopensiero2019
Con le nuove leggi , la prima del 2008, l’ultima del 2014, solo poche categorie di giornali possono avere questo tipo di finanziamenti. In tutto in Italia sono 54 testate.
E francamente il numero mi sembra decisamente eccessivo.
Avvenire prende quasi 6 milioni di euro di contributi.
E francamente il numero mi sembra decisamente eccessivo.
Avvenire prende quasi 6 milioni di euro di contributi.
Italia Oggi prende quasi 5 milioni di euro di finanziamenti.
Libero Quotidiano prende 3,7 milioni di euro di sussidi statali.
Il Manifesto, prende poco più di 3 milioni di euro di finanziamenti pubblici.
Gli altri sono per lo più sconosciuti.
Chi ha un giornale su carta stampata, ha diritto a delle agevolazioni fiscali per quanto riguarda il costo della carta.
Non si tratta di agevolazioni importanti, ma di un complesso di agevolazioni che – portiamo l’esempio del Corriere della Sera – hanno un impatto del 5% sugli utili.
Dunque, è giusto tagliare i finanziamenti ai giornali?
In un momento di profonda crisi come quella che stiamo vivendo, si. Assolutamente si.
Sono importanti milioni di euro che indubbiamente vanno risparmiati. Ognuno deve fare la propria parte, lo stato italiano in primis.
In più lo sappiamo bene che i giornali perdono soldi ma favoriscono altri affari. C’è il re dei palazzinari, Francesco Gaetano Caltagirone; c’è chi fabbrica da una vita automobili come l’ex gruppo Fiat della famiglia Agnelli (oggi con il cuore in America e la testa in Olanda sotto l’egida di Fiat Chrysler Automobiles). E c’è anche chi fa affari con le cliniche private e le residenze per anziani, come la famiglia Angelucci, i De Benedetti. E ancora un immobiliarista come Valter Mainetti con il Foglio e la dinastia dei Riffeser Monti, un passato nel petrolio e un presente nel settore alberghiero e la catena di giornali che vanno dal Giorno al Quotidiano Nazionale. Affari diversi ma sempre affari con un’appendice non di poco conto: tutti loro possiedono giornali. Una passione che non ha mai reso molto sul piano dei ritorni economici e che nell’ultimo decennio è stata per lo più fonte di perdite gigantesche, ma che evidentemente vale molto di più di quel che appare nei buchi dei bilanci. Possedere un giornale vuol dire un potente beneficio indiretto che evidentemente vale il sacrificio economico. Puoi fare pressione, ingaggiare battaglie, solleticare l’opinione pubblica sui temi che stanno a cuore ai tuoi affari. Tacitare e silenziare le zone d’ombra dei tuoi business. Insomma l’ex quarto potere è servito. E tanto.
Agli editori impuri e ai loro affari collaterali dedica una lunga inchiesta il mensile FQ Millennium, diretto da Peter Gomez, nel numero attualmente in edicola dedicato al “sucidio” della carta stampata e dell’informazione tv in Italia
Nel processo che al Tribunale di Velletri vede imputata una funzionaria appena promossa dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, Antonio e Giampaolo Angelucci sono accusati fra l’altro di aver utilizzato i loro “mezzi d’informazione” per esercitare “forme indebite di pressione sulle indagini di polizia giudiziaria in corso”, con l’obiettivo di “creare condizioni di perdurante impunità”. Le indagini erano appunto incentrate su una presunta truffa alla sanità pubblica regionale, a base di prestazioni gonfiate, operate al San Raffaele di Velletri, per la quale si attende a giugno la sentenza di primo grado.
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