Revenge porn ora è REATO #liberopensiero2019
Il sì unanime alla Camera riconosce la gravità del fenomeno e prevede pene severe non solo per chi attua il revenge porn, ma anche per chi diffonde le immagini.
Silvia Semenzin dice: il revenge porn è un problema di genere: la legge era necessaria per dire che questo fenomeno esiste, è grave, ed è differente dal cyberbullismo perché il revenge porn ha come vittima specifica la donnaed è volto ad annientarla, violando la sua intimità». In questi mesi, la ricercatrice ha girato a lungo nelle scuole e nelle università, ha rilasciato interviste e sollevato il tema «perché aumentasse consapevolezza, perché le ragazze finalmente smettessero di pensare “se diventi vittima è perché te la sei cercata”».
L’applauso con cui è stata accolta l’approvazione della legge (ansa)
Cosa prevede il reato
Sei anni di reclusione (e multa fino a 15mila euro) per chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate. La pena viene estesa non solo all’autore del revenge porn, ma anche a chi a sua volta li diffonde(contrastando così la “viralità” del fenomeno).
La pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici.
La pena viene poi aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza.
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