Bambini, adolescenti e i "social" #liberopensiero2019

Premetto che  personalmente, non trovo ci sia niente di sociale in un social.

Social è imparare a pedalare fino alla casa dell'amico, è incontrarsi in un campo per giocare a pallone, social è frequentare una palestra, è fare squadra. 
I "social" sono imbragature imbroglione per sconfiggere la solitudine. 
Il carattere si forma sul campo non perdendo tempo dietro ad un freddo vetro.

Detto questo, c'è una sorta di vademecum con 10 consigli, dalle impostazioni della privacy alla creazione di account privati.

Bambini e adolescenti sono sempre più esposti ai pericoli provenienti dalla rete e dai social. Secondo un’indagine condotta dall’Unicef, la percentuale di ragazzi e ragazze vittime di esperienze negative online è più che raddoppiata.





Spesso i genitori lasciano i figli davanti al PC o al cellulare per ore, soli.
Mi chiedo perché... Per dare maggior "libertà" ai figli o a loro stessi?
 I miei figli hanno iniziato a smanettare sul web quando andavano alle superiori, solo un'ora al giorno per giocare. Lo stesso anno, hanno ricevuto il cellulare.
Eppure ora sono uomini, due informatici per la precisione.
Non hanno avuto "traumi", sono persone tutte d'un pezzo.

Nel 2010 le esperienze negative da adolescenti corrispondeva al 6% dei naviganti minorenni, mentre nel 2017 è arrivata al 13%.
 E in tutto il mondo, 1 ragazzo su 3 è vittima di cyberbullismo.


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