Il mondo nel 2025... Fatevele due domande

 





National Intelligence Council, dicembre 2010,FONTE 

La governance globale, ossia la gestione collettiva dei problemi comuni a livello internazionale, sta entrando in una fase delicata. Con l'accelerazione del processo di globalizzazione in atto da vari decenni, ormai non è più possibile circoscrivere alcun tipo di minaccia in ambito locale. Ogni sommovimento è suscettibile di intaccare l'intero sistema. Sono tre gli effetti della iper-globalizzazione in atto che aumentano la richiesta diffusa di una migliore governance globale: l'interdipendenza economica, la natura interconnessa delle grandi sfide per la salvaguardia dell'equilibrio e la sicurezza del Pianeta e il sovrapporsi delle questione domestiche e di politica internazionale. Partendo da questi assunti, gli analisti del National Intelligence Council (Nic), centro di analisi strategica tra i più autorevoli negli Usa, tratteggiano in un ampio report gli scenari internazionali che andranno configurandosi entro il 2025 e che vedranno l'affermazione definitiva del modello multipolare a discapito dell'ormai malferma egemonia americana.

Il potere non passerà soltanto dalle potenze occidentali ai paesi emergenti e, in qualche misura, al mondo in via di sviluppo, ma anche agli attori non statali. Con quali conseguenze? La pluralità delle prospettive e i sospetti rispetto alle istituzioni tradizionali della governance globale, concepite e sinora egemonizzate dall'Occidente, renderanno sempre più problematica ogni ipotesi di gestione condivisa dei principali dossier internazionali. E' quanto emerge dal giro di opinioni tra gli esperti scelti dal Nic in diverse aree del globo.

Gli analisti brasiliani ritengono sia giunto il tempo di redistribuire il potere a favore dei paesi emergenti, in modo da promuovere un multilateralismo fondato sulla cooperazione dei principali centri di potere nazionale. I collaboratori cinesi al report temono che gli squilibri interni impediscano a Pechino di assumere il ruolo che le spetterebbe nel mondo globalizzato e, pur apprezzando gli sforzi cooperativi in sede di G-20, si domandano se la collaborazione internazionale possa estendersi aldilà degli aspetti economico-finanziari. Se i consulenti mediorientali del Nic lamentano l'assenza di organizzazioni regionali forti nella regione del Golfo Persico, gli indiani ritengono che quelle esistenti non siano adeguate a garantire l'equilibrio in Asia, considerando l'attuale difficoltà di New Delhi a contrapporsi al preponderante ruolo della Cina. Ancora più basso il profilo tenuto dagli studiosi russi, che riconoscono il relativo declino del Cremlino e temono il deterioramento della sicurezza nell'area transpacifica. Essi auspicano una vasta interazione tra Europa, Stati Uniti e Russia al fine di riequilibrare il peso preponderante che avrà in futuro l'economia cinese. Infine, i consulenti sudafricani preconizzano l'affermarsi della governance regionale a danno di quella globale e un generalizzato accentuarsi del gap di risorse e benessere.

Come anticipato, il mondo multipolare che verrà sarà anche caratterizzato dalla crescente rilevanza degli attori non statali. Da un lato, le Ong transnazionali, le associazioni della società civile, il no profit, ma anche le multinazionali e i gruppi di interesse, contribuiranno in maniera positiva alla riorganizzazione del sistema mondo, mobilitando l'opinione pubblica rispetto alle tematiche più sensibili (una su tutte, il riscaldamento globale) e fornendo professionalità e competenze (utili, ad esempio, a fronteggiare gli effetti delle ripetute oscillazioni del sistema economico-finanziario).  Dall'altro, gruppi ostili di natura criminale e terroristica, rafforzati dalla maggiore possibilità di accedere a tecnologie avanzate e potenzialmente distruttive, costituiranno un rischio immanente e destabilizzante.

Il sistema globale sta già attrezzandosi per rispondere alle sfide che caratterizzeranno il prossimo quindicennio. L'emergere di forum di discussione, quali il G-20, il rafforzamento della collaborazione regionale (specialmente in Asia orientale) e il contributo degli attori non statali alla cooperazione internazionale ne sono la testimonianza più evidente. Ma non basta. Le istituzioni multilaterali possono fornire beni pubblici che i summit, gli attori non statali e i framework regionali non riescono a offrire; un sistema cogente di norme basato sulla reciprocità, oltre a strumenti condivisi per risolvere le dispute e rimediare agli abusi, a livello politico, economico e commerciale. L'attuale sistema di governance globale deve essere riformato, altrimenti non sarà in grado di fronteggiare le insidie che si presenteranno negli anni a venire.

Diversi studi mettono in evidenza la crescente fragilità di grandi Stati a basso reddito che rischiano che al loro interno esplodano conflitti improvvisi e incontrollati. L'implodere di grandi paesi come Etiopia, Bangladesh, Pakistan e Nigeria renderebbe pressoché vano ogni tentativo di conflict management e di  peacemaking da parte della comunità internazionale. Lo dimostra l'estrema difficoltà nel ricondurre alla stabilità dopo una guerra paesi "meno impegnativi" dal punto di vista demografico come Iraq e Afghanistan.

Non migliori le prospettive in merito alla gestione delle tematiche su cui si giocherà il futuro del Pianeta - le fonti di energia, le risorse alimentari e idriche. In assenza di accordi generalizzati ed effettivi, è presumibile l'insorgere di una spietata competizione per l'accaparramento delle risorse che genererà tensioni tali da impedire la collaborazione in altre aree e penalizzerà i paesi più poveri e deboli. Le conseguenze in termini di diffusione dell'instabilità e di migrazioni intercontinentali sono facilmente intuibili.

In conclusione, gli estensori del report propongono quattro scenari possibili di ciò che potrà accadere entro la fine del primo quarto del secolo.

Scenario I: galleggiamento difficoltoso
Questo è lo scenario più probabile, almeno nel breve periodo. Non si verificheranno crisi tali da mettere in questione gli equilibri globali e il sistema non si auto-riformerà come sarebbe invece necessario. L'Occidente continuerà ad avere un ruolo sproporzionatamente dominante nelle istituzioni internazionali e i paesi emergenti stenteranno ad assumersi a pieno le loro nuove responsabilità. Una situazione poco sostenibile oltre il 2025.

Scenario II: frammentazione
Gli Stati più potenti cercheranno di mettere in sicurezza le proprie sfere di influenza dalle minacce globali. L'Asia costruirà un ordine economico auto-sufficiente, mentre l'Europa si rinchiuderà al suo interno e dovrà lottare con il malcontento dei cittadini a fronte di un ridimensionamento degli standard di vita. Grazie alla crescita della forza lavoro, gli Stati Uniti staranno meglio degli europei, ma, se non porranno rimedio al deficit budgetario e all'indebitamento di lungo termine, dovranno fronteggiare serie limitazioni fiscali.

Scenario III: un nuovo "Concerto Europeo"
La riedizione, su scala mondiale, del "Concerto Europeo" nato dopo la sconfitta di Napoleone per gestire gli affari internazionali del diciannovesimo secolo. E' un'ipotesi meno probabile delle prime due, ma potrebbe verificarsi nell'evenienza di una grave minaccia al sistema (un disastro ambientale di enormi proporzioni o un vasto conflitto suscettibile di allargarsi). Comporterà un'ampia riforma delle norme della cooperazione internazionale e faciliterà la risoluzione concordata delle grandi questioni globali. Un esito sinora impedito dai divergenti interessi nazionali. Gli Stati Uniti rinunceranno precocemente alla loro leadership, costituendo un direttorio con Cina e India, al quale potrà partecipare persino l'Europa, in grado di giocare finalmente il ruolo globale a cui aspira (a parole) da tempo.

Scenario IV: il conflitto
Uno scenario da incubo, ma non da escludere a priori. Le tensioni crescenti tra Stati Uniti e Cina, ma anche con, e tra, gli altri paesi emergenti si trasformeranno in competizione aperta per ottenere risorse, clienti e alleati, mentre la corsa agli armamenti nucleari in Medio Oriente impedirà ogni prospettiva di stabilità e fiducia necessaria alla ripresa della crescita economica, rendendo inoltre vani i tentativi di riforma delle istituzioni multilaterali.


LE PREVISIONI DISTOPICHE DELLA NASA PER IL MONDO FATTE NEL 2001 PER L’ANNO 2025 – IL FUTURO È Arrivato. FonTE 



Questa presentazione del futuro per il mondo, creata dalla NASA nel 2001, merita davvero attenzione. Klaus Schwab deve essere stato consapevole di queste proiezioni e ispirato nell’elaborazione del suo mondo nuovo. Come mostra questo documento di dimensioni distopiche, i percorsi e gli obiettivi del Grande Reset erano stati concepiti decenni prima ed erano, a dir poco, di dimensioni sbalorditive e decisamente allucinanti. Si prediceva che l’umanità sarebbe diventata una risorsa inefficiente e costosa. Si pensava a tattiche per controllare le popolazioni, a polvere intelligente (smart dust) che avrebbe assunto molti compiti, a macchine generatrici di onde, a armi a raggi, a virus e vaccini, alla manipolazione della popolazione attraverso i media, alla guerra psicologica, alla guerra biologica, alla guerra cibernetica e così via.

Il firmatario dello scenario scioccante era Dennis Bushnell – il capo scienziato della NASA Langley Research Center, responsabile della supervisione tecnica e della formulazione di programmi avanzati.

Questo documento è una lettura imperdibile per chiunque voglia sapere cosa i “Padroni del Mondo” hanno pianificato e stanno attualmente cercando di realizzare. Il documento porta il titolo eloquente “Future strategic issues – Future warfare”. Il sottotitolo non è meno significativo: “The ‘bots, ‘borgs & humans welcome you to 2025 A.D.”, ” Automi, esseri bionici & umani vi danno il benvenuto nel 2025″.

Non è un opuscolo di fantascienza, ma un programma e roadmap

NASA Future Strategic Issues
And Warfare Circa 2025 Document

SLIDES

Dr Dennis M. Bushnell
Chief Scientist NASA Langley Research Center

SOMMARIO

Questo documento di 114 pagine proviene dal NASA Langley Research Center, lo firma il Chief Scientist Dennis Bushnell. La Terra è vista come un’astronave di cui si sta ancora cercando il manuale d’istruzioni, mentre l’equipaggio è sempre in lotta con se stesso e aumenta di due milioni a settimana; ciò nonostante l’umanità ha incredibilmente abbreviato i tempi dell’evoluzione appropriandosi dei suoi meccanismi, fino ad incrociare geneticamente le specie (pag 9).

Dopo quella industriale (1800-1950), questa è l’epoca della Information Technology (IT) e arriverà fino al 2020, quando ci sarà l’esplosione delle tecnologie BIO/NANO. La massima espansione dell’utilizzo dei nuovi ritrovati coinciderà con l’avvio dell’ “età virtuale”, dal 2020 in avanti, e la robotizzazione di tutte le attività umane (pag 13). Ogni cosa sarà mediata dalla IT, fino ad arrivare all’intersezione tra umano e artificiale (wearable/implantable electronics) che consentirà entro il 2030 ad un singolo pc di avere capacità di elaborazione superiore a quella di una città piena di cervelli umani (pag 19).

Reti neurali miste umane-artificiali costituiranno “creativity machines” in grado di produrre una quantità illimitata di idee (pag 21) che risolveranno i problemi dell’umanità: povertà, sovrappopolazione, scarsità di risorse, inquinamento, global warming (pag 23). La nuova tecnologia consentirà di caricare milioni di dati direttamente nel cervello, accorciando drasticamente i tempi dell’apprendimento (pag 27).

Il nuovo scenario porrà dei nuovi problemi anche in termini di legge: privacy minacciata da micro/nano sensori ubiqui; bio e net crimes; protezione degli impianti elettronici nel corpo umano; incontrollabile auto-replicazione dei robots (pagg 30 e 31).

Le nano-tecnologie consentiranno a dei granelli di “smart dust” delle dimensioni di 1mm cubo o meno, di operare come sciami di sensori [vedi Swarm Theory, nda] galleggianti attraverso le correnti d’aria (pag 41) o di funzionare come polvere esplosiva in grado di raggiungere obiettivi sensibili apparentemente inaccessibili.

Allo stesso modo la “smart dust” potrà essere distribuita attraverso aerosol ed inalata dai polmoni, dove si depositerà per eseguire varie “missioni patologiche”, rappresentando una del tutto nuova e legale classe di armamenti (pag 43).

Altro fronte di guerra futura è quello dell’emissione di Radio Frequenze (RF) come arma contro la persona ( attraverso il riscaldamento, gli effetti di superficie, e l’interazione col cervello in modalità di bassa frequenza – pag 49). Le microonde a bassa potenza causano abbassamento delle performance comportamentali, massiccia alterazione delle funzioni cerebrali, incremento letale del flusso sanguigno (pag 50).

La nano-tecnologia può essere usata in molteplici occasioni e con i più vari scopi, dalla guerra batteriologica anti-uomo a quella geneticamente mirata, fino alla funzione anti-flora/fauna e alla bio-pirateria (pag 51).

Le nuove armi finora descritte sono apparentemente “legali” (pag 55) e la loro caratteristica più innovativa ed efficiente è l’ubiquità, microonde smart dust ed armi acustiche possono infatti eludere le barriere fisiche che finora ostacolavano l’azione militare (pag 65).

Nel contesto di questo nuovo scenario ibrido naturale-artificiale, l’essere umano appare inutilmente ingombrante, pesante, vulnerabile, lento fisicamente e mentalmente, insomma ha un valore aggiunto rapidamente decrescente al negativo (pag 66). Al contrario i robot stanno dimostrando di aver superato le capacità umane in tutti gli ambiti di applicazione, sono più reattivi, più letali, più efficaci e necessitano di minore logistica. Inoltre i micro robot possono sfruttare animali e piante come piattaforme d’azione, o addirittura sfruttarli come deposito munizioni (pag 73).

Anche il nucleare, utilizzato in maniera non convenzionale, farà parte della guerra del futuro, ad esempio come contenuto di una nave da affondare al largo e poi far esplodere per provocare tsunami e spuma radioattiva (pag 82). La guerra è anche mediatica, ce lo ricorda la “sindrome Cnn”, il ruolo dell’informazione è fondamentale per la formazione dell’opinione, spesso i media arrivano prima e sono più efficaci e seguiti dei governi, quindi mandare attentati, catture e torture di cittadini americani in diretta tv orienterà la popolazione. Allo stesso modo si possono affondare carriere con un attacco “swarm” o condurre una vera e propria “psywar” (pag 93), magari come accompagnamento ad un attacco batteriologico diffuso attraverso l’importazione di cibo, medicinali o vestiti (pag 98).

Dopo aver illustrato le nuove forme di guerra che verranno impiegate dalla futura umanità, l’autore si occupa anche però delle possibili reazioni dei contemporanei alla lettura del documento, si va dal metterlo nel contenitore delle cose più scioccanti, al non credere che possa mai essere realizzato, al trovarlo improbabile ma troppo interessante per non considerarlo (pag 113).

In conclusione porrei una considerazione “quasi” umana di Bushnell (pag 109), e cioè che la visione a lungo termine proposta qui è utile per mappare il presente, perché le tecnologie descritte esistono già, ma non per stabilire un percorso da qui a lì, cioè nel futuro, perché questo “lì” non sappiamo dove sia.

Link correlati:

http://www.stopthecrime.net/docs/nasa-thefutureof-war.pdf
http://www.nasa.gov/centers/langley/news/researchernews/snapshot_DBushnell.html

FONTE https://arteruffini.wordpress.com/potere-occulto/the-future-of-war-dennis-bushnell-nasa/

Versione completa 113 pagine View attachment future-strategic-issues-and-warfare.pdf 

Versione condensata 48 pagine View attachment FutureWarfare.pdf 

TED talk http://www.ted.com/talks/pw_singer_on_robots_of_war.html(http://archive.today/heX17)

Bushnell ha commentato la pubblicazione di State of the Future,” la relazione annuale del Millennium Project che esamina le sfide globali e le loro possibili soluzioni.

Alcuni slide signficativi

Invito tutti a documentarsi da soli su questo documento e a trarre le proprie conclusioni.

Una delle prime diapositive di questo documento PDF proclama che: “Questa presentazione ha lo scopo di incitare alla riflessione/discussione” e “Si basa in tutti i casi su dati/tendenze/analisi/tecnologie esistenti (ad esempio, NO PIXIE DUST)”.

Lo slide in seguito presenta na moltitudine di agenzie globali di intelligence e difesa, tra cui Army After Next, USAF 2025, National Research Center, Australian DOD, DARPA, e il National Reconnaissance Office solo per citarne alcuni.

La diapositiva successiva si intitolava ” L’ insegnamento a distanza accessibile e a basso costo, via web” permette:

  • La scomparsa della ” underclasse ” americana.
  • Creazione di ricchezza attraverso l'”invenzione” resa possibile.
  • Stabilizzazione della popolazione mondiale.
  • Una diffusione ancora più rapida della tecnologia.
  • Equalizzazione di ” chi ha ” e ” chi non ha “.
  • Modifica delle prospettive politico-militari in tutto il mondo, cioè “tutto” cambia.

Questa diapositiva è intitolata: Gli esseri umani “Taken Over”( hanno “preso il sopravvento”) e accorciato enormemente l'”evoluzione”:

  • del pianeta
  • Riscaldamento globale/inquinamento/disboscamento
  • Enormi “lavori pubblici” (per esempio la diga delle 3 Gole)
  • Della specie umana
  • Progettazione e riparazione genomica
  • Figli della mente” (Morevac)
  • Prodotti/forme di vita
  • Allevamento molecolare di specie incrociate
  • Evoluzione guidata” (Maxygen ecc.)

La prossima diapositiva ha il titolo rassicurante di “Worldwide IT Revolution” e racconta di:   

  • Fattore di 1 milione di ulteriori miglioramenti [Silicio, Molecolare, Quantico, Bio, Ottico].
  • Comunicazioni / Informatica / Sensori / Elettronica
  • IT commerciale e R&S (ricerca e sviluppo) degli Stati Uniti ~100B/anno.
  • Oltre l’IA umana?
  • Robot Automatici ” in grande”.
  • VR multisensoriale immersiva/”Holodecks”.
  • Sensori multi-fisici/iperspettrali universali [terra, aria, mare, spazio].
  • Micro/Nanosat/GNC sensori ecc.

 


FutureScapes è un progetto partecipativo che intende esplorare il potenziale della tecnologia e dell'intrattenimento per creare, nel 2025, un mondo migliore.

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