Ritirare l'autorizzazione ai vaccini. In Commissione Europea se ne discute.

 L'On. Francesca Donato con interrogazione prioritaria P-003960/2021 ha chiesto il ritiro dell'autorizzazione dei vaccini.

In Italia Mario Draghi insiste con l’imposizione del Green Pass ma in Europa ci sono molti Europarlamentari che iniziano a pensare sia giunto il momento di ritirare l’autorizzazione dei vaccini anti-Covid19.

Il 25 agosto scorso, infatti, l’onorevole leghista Francesca Donato - che a Bruxelles fa parte dell’Eurogruppo “Identità e Democrazia” – ha presentato un’interrogazione parlamentare sull’articolo 138 del Regolamento nella quale ha scritto:

L’UE ha autorizzato i vaccini per il COVID-19 per uso di emergenza, in via condizionata, con revisione di 6 settimane dei dati di sicurezza post-vaccinazione.

Ad oggi, EUDRAVIGILANCE ha ricevuto circa 20mila segnalazioni di decessi probabilmente correlati ai vaccini e circa 700mila di reazioni avverse, il 9% delle quali gravi, dati sottostimati rispetto all’entità reale degli effetti avversi vista l’assenza di sorveglianza attiva. Di recente, l’EMA ha aggiornato la lista di reazioni avverse ai vaccini con nuove patologie.

Inoltre, l’andamento dei contagi fra soggetti vaccinati in Paesi come Israele e Regno Unito dimostra come gli stessi vaccini non siano efficaci contro le varianti oggi prevalenti.

Rimangono ignote le possibili reazioni a lungo termine ai vaccini a mRNA, mai autorizzati prima per gli umani.

Ciò premesso, può la Commissione far sapere se intende:

1. revocare o sospendere l’autorizzazione all’utilizzo di tali vaccini per assenza dei requisiti di sicurezza e di efficacia nel prevenire infezioni e contagi dal virus Sars-Cov2;

2. autorizzare l’utilizzo dei farmaci dimostratisi efficaci nella cura del COVID-19 come l’Ivermectina e di protocolli di terapia domiciliare precoce su larga scala;

3. predisporre un sistema di sorveglianza attiva per i vaccinati, garantendo loro supporto e facilitazioni per le terapie necessarie contro gli effetti avversi”.

L’on. Donato, vista la preoccupazione di molti cittadini italiani, si è rivolta alla Commissione Europea facendole presente che “i vaccini di BioNTech/Pfizer e Moderna utilizzano questa tecnica che, pertanto, richiederebbe un tempo di valutazione molto più lungo prima di essere somministrato ad intere popolazioni”.

Inoltre ha anche sottolineato che “l’EMA ha dichiarato che poi sarebbe stato necessario attivare in tutta Europa, al momento dell’autorizzazione al commercio dei vaccini, il monitoraggio dei soggetti vaccinati per almeno un anno  per documentare eventuali reazioni avverse tardive”.

Tutte queste cose sono state fatte? I cittadini italiani che sono stati inoculati con il siero anti-Covid19 sono stati monitorati? A quanto pare no.

Mario Giordano, giornalista e conduttore della trasmissione di Rete4 “Fuori dal Coro”, durante la puntata del 07 settembre scorso ha mandato in onda l’intervista fatta da Marianna Cané a diverse ragazze inoculate e, nonostante evidenti effetti collaterali, lasciate sole a se stesse.

Nel servizio, una delle intervistate ha dichiarato: “Nessuno sapeva dirmi che cosa mi stesse succedendo e l’angoscia aumentava perché aumentavano i sintomi ed erano, davvero, quasi invalidanti”.

I medici, dopo diverse insistenze, hanno prescritto alle pazienti doloranti Tac, Risonanze magnetiche, … da cui è emerso soltanto che “non è possibile escludere una correlazione con il vaccino”.

Da notare e sottolineare che gli accertamenti clinici per cause avverse ai vaccini non sono dispensati dal Servizio Sanitario Nazionale ma sono a carico del cittadino che - oltre ad essersi sottoposto all’inoculazione - si deve anche tenere i danni che il siero gli ha procurato.

Lo Stato può comportarsi così? Può una Nazione ignorare un cittadino che non sta bene e che si trova indisposto dopo un siero che Essa stessa ha sponsorizzato e caldeggiato per mesi?

Torneremo sicuramente a parlarvi di questo tema e ad informarvi sui prossimi sviluppi della campagna vaccinale.

Articolo di Andrea Elia Rovera FONTE 

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