RIFLESSIONI :Il discernimento spirituale
Ne ho parlato giusto ieri, QUI
Da Wikipedia : discernimento : L'espressione neotestamentaria discernimento degli spiriti (διακρισεις πνευματων, "diakriseis pneumaton") indica la facoltà (o carisma, dono della grazia di Dio) posseduta da una persona nel contesto della comunità cristiana, di discernere gli spiriti maligni dall'autentico Spirito di Dio, la verità dall'errore, la buona fede dalla malafede, la trasparenza dall'inganno.
Un elenco di questi carismi si trova nella prima epistola ai Corinzi:
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Nel quadro concettuale della Bibbia, gli spiriti malvagi sono tanto più pericolosi, in quanto possono cercare intenzionalmente di ingannare le persone. L'Apostolo Paolo parla infatti di "spiriti seduttori" (“Or lo Spirito dice espressamente che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando ascolto a spiriti seduttori e a dottrine di demoni” 1 Timoteo 4:1).
Ogni messaggio profetico (un messaggio che afferma procedere da Dio), quindi, deve essere discusso dalla comunità cristiana per verificarne l'attendibilità. Forse l'esempio più chiaro di questo si trova in 1 Corinzi 14:29 "Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino" dove si afferma il principio della necessità che la profezia sia attentamente verificata.
Un esempio biblico di discernimento degli spiriti è il caso dell'apostolo Pietro che comprende e rivela ciò che segretamente avevano fatto Anania e Saffira: "Ma Pietro disse: «Anania, perché ha Satana riempito il tuo cuore per farti mentire allo Spirito Santo e trattenere una parte del prezzo del podere?" (Atti 5:3).
Il discernere se per la bocca di un ispirato parla lo Spirito Santo o meno, non era e non è cosa facile. Certo, l'Apostolo Paolo precisa che se un carismatico dice "Gesù è anatema!" (maledetto, mendace, falso Messia) quel tale non può essere posseduto che da uno spirito malvagio; così se uno dice invece: "Gesù è il Signore," (riconoscendo l'identità di Gesù) ciò è garanzia che lo Spirito Santo ha parlato (1 Corinzi 12:3). Questo criterio, però, non è sempre sufficiente, perché l'una o l'altra delle due formule possono essere assenti in una comunicazione spirituale. In questo caso bisognerà fare appello ad altri cristiani “carismatici” che hanno appunto il dono di discernere gli spiriti.
Si veda anche 1 Giovanni 4:1, sebbene qui il termine profeta sia preso in senso molto generale: “Carissimi, non credete ad ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio, perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo”.
Altri criteri sono indicati in Matteo 7:15-20 (cfr. Galati 5:22-23); Romani 12,2; 1 Corinzi 13:1-3; 14:32-33, 37-38).
Il discernimento spirituale è dunque un insieme di metodo e obiettivo della vita cristiana. Per riconoscere l’opera di Dio nella vita di ciascuno, per divenire, sempre più, credenti maturi, responsabili e, soprattutto, liberi. Se dunque le scelte sono inevitabili, fondamentale è porsi nelle condizioni di optare ogni volta per il meglio, operando decisioni consapevoli, mature e ponderate, valutandone i pro e i contro e le relative conseguenze.
Dobbiamo, in breve, imparare a stare NEL mondo, ma non essere DEL mondo. Essere quindi coerenti alla parola di Dio, ascoltando, distinguendo e scegliendo, con fiducia, con fede, anche se contrasta con le parole degli uomini, con le parole del mondo.
Il fondamentale passaggio è scegliere, ovvero il libero arbitrio, la chiave definitiva del discernimento è la scelta all’apertura a Dio e la volontà di attuare tale apertura nella complessità della vita di tutti i giorni...
Il discernimento è necessario per vivere una fede pensata, che sa giungere a un’obbedienza matura, intelligente e fatta con il cuore, in cui emerga la soggettività.
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