Traffico di organi e bambini scomparsi, drammi silenziati

 Pochi ne parlano, tranne quando un caso diventa clamoroso. Questo perché, da sempre, riportare notizie sulle sparizione di bambini getta nello sconforto e nella rabbia la popolazione, che a sua volta perde fiducia nelle istituzioni. Noi riteniamo che sia giusto informare sulla questione dei bambini scomparsi e del traffico di organi, vere emergenze non solo in Italia, dove ogni due giorni si perdono le tracce di un minorenne e quattro su cinque non vengono più ritrovati. Della maggior parte di loro non si sa più nulla. In Italia, nel 2017, solo il 16,9 per cento dei casi gestiti da Telefono Azzurro Onlus si è risolto positivamente. 

Bambini invisibili e bambini irreperibili

Un esercito di “invisibili” che non tiene conto degli “irreperibili”. Secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, “per irreperibili” si intendono i minori stranieri non accompagnati per i quali è stato segnalato dalle autorità competenti al Ministero un allontanamento. L’allontanamento viene censito nel Sim (Sistema Informativo Minori) fino al compimento della maggiore età o ad un nuovo eventuale rintraccio del minore. Ebbene, se si tenesse conto anche degli “irreperibili”, il numero di minori scomparsi aumenterebbe in modo vertiginoso. Secondo l’ultima relazione, la XVIII, del Commissario straordinario del governo per le persone scomparse, i minori italiani scomparsi sono 2.306, con un aumento del 6,41 per cento rispetto al dato precedente. Ma, come ammette lo stesso Commissario questo numero non tiene conto dei minori stranieri non accompagnati che spariscono dai centri di accoglienza cui sono affidati e diventano “irreperibili”.

A marzo 2018, erano ben 4.254 a mancare all’appello. Complessivamente i minori stranieri scomparsi e di cui non si hanno più notizie dal 1974 al 31 dicembre 2017 sono 38.049. Come se non bastasse, si tratta di un fenomeno che mostra un trend di crescita impressionante: solo nell’ultimo semestre sono aumentati del 12,56 per cento (al 30 giugno 2017 erano 33.802). 

Traffico di organi e mercato dei bambini in Europa 

Il problema non riguarda solo l’Italia ma anche l’Europa. Secondo i dati forniti da Europol, nell’Ue spariscono 10mila minori non accompagnati ogni anno. E solo pochi di loro vengono ritrovati. Ben diversi i numeri diffusi da Missing Children Europe, il network che riunisce 31 organizzazioni non governative in 27 Paesi Europei, che parla di cifre molto più alte: più 189mila bambini scomparsi in Europa nel 2017, uno ogni due minuti. La situazione peggiore si registra in Romania, da cui arriva 1 denuncia su 5 e, più in generale, nell’Europa dell’Est, che raccoglie quasi il 50 per cento dei casi trattati. Che fine fanno i minori scomparsi? Circa 1 su 4 viene coinvolto in situazioni di abuso, sfruttamento o abbandono. Un destino analogo a quello destinato a molti dei minori stranieri non accompagnati di cui si perdono le tracce in Italia. Sfruttamento minorile, prostituzione e criminalità organizzata sono parole ricorrenti.

Bambini a perdere 

Sparizioni, violenze e mercato dei corpi, indagine conoscitiva del giornalista Gianni Lannes esperto in traffico di esseri umani, armi e rifiuti pericolosi.

L’infanzia è invisibile all’umanità, una realtà senza diritti nonostante leggi e convenzioni internazionali. Un inferno sulla terra: ogni anno circa 15 milioni di bimbi muoiono prima di festeggiare il loro quinto compleanno, attesta l’Onu. Quando ad annientare bambini e adolescenti non sono la sete, la fame, le malattie, il lavoro sporco è imbastito dalle guerre infinite. Capitolo a parte è la sparizione di otto milioni di minori ogni 365 giorni, Europa inclusa. Un perverso sistema che alimenta il cancro della pedofilia e il traffico di organi umani. Da considerare in Italia il sequestro di Stato di tanti minori mai resi adottabili, per garantire con sperpero di denaro pubblico, un affare miliardario, nonostante le denunce di genitori, avvocati e associazioni. Il governo non risponde agli atti parlamentari, inclusa la dilagante pedofilia che non risparmia i neonati. Dei pargoli non si butta via niente, come attesta il fiorente mercato degli organi. 

Trapianti di organi in cifre

Circa 80mila reni, 25mila fegati, seimila cuori, quattromila polmoni, tremila intestini. Sono i numeri dei principali trapianti di organi che si svolgono nel mondo ogni anno. Secondo l’Oms il 10% di questi organi sono di provenienza illegale. I casi accertati di espianto violento, senza consenso del donatore, negli ultimi dieci anni sono almeno 700. Il conteggio ufficiale è della Unodc, l’Agenzia Onu specializzata nell’analisi dei flussi criminali di droga, armi e persone, quasi sempre gestite dalle stesse mafie. L’Asia resta il mercato più attivo, ma ci sono bande di trafficanti di organi, specializzate, anche in Europa dell’Est.

Attivo anche il bacino del Mediterraneo, l’Egitto in particolare. C’è anche un “buco nero” che si chiama Libia, dove si ripetono le segnalazioni, ma dove è difficile raccogliere prove concrete. Migranti che arrivano in Italia con vistose ed evidenti cicatrici sui fianchi, perché per pagare il viaggio hanno accettato di farsi prelevare un rene. Valore commerciale 5mila dollari. Queste non sono leggende metropolitane, se il Global Integrity Finance sostiene che i numeri di questo macabro commercio sono in vertiginoso aumento.

Il Bel Paese ridotto a mercato del traffico di organi 

Quanto all’Italia, il Consiglio d’Europa il 22 settembre 2014 ha pubblicato un significativo rapporto redatto da esperti in cui si riporta testualmente: “Quello del traffico di organi, specie di minori è un problema scottante”. Anche se alcuni baroni del bisturi a pagamento seguitano a negare sfacciatamente l’evidenza anche dopo il documenti ufficiali inequivocabili dell’Osce, “Trafficking in humana being for the Purpose of Organ Removal in the Osce Region” è stato evidente a tutti l’agghiacciante retroscena emerso dall’Operazione “Glauco 3”: l’uccisione di migranti e la vendita dei loro organi. 

In Italia una serie di mistificazioni – mancate risposte alle interrogazioni parlamentari e interpellanze cadute nel vuoto di notizie fulmineamente dimenticate – da quel lontano 1993 quando un eurodeputato, Leon Schwart-zenberg, noto cancerologo presentò al Parlamento Europeo un’importante mozione sull’interdizione del commercio degli organi, accusando la camorra napoletana di controllare un traffico di bambini in America Latina, al solo fine di prelevare loro gli organi per poi rivenderli. 

“Nel vostro Paese c’è un centro di smistamento europeo di traffico di organi per trapianti. Dal 1988 al 1992 un vostro trafficante di bambini ha fatto arrivare dal Brasile quattromila piccoli che dovevano essere adottati. Tremila sono scomparsi nel nulla”. Alle finte adozioni, al rapimento di bambini italiani provenienti da famiglie non abbienti, oggi i bambini approdano a migliaia dall’Africa e dal Medioriente. Dati ufficiali alla mano, soltanto in Italia nel 2015 sono scomparsi oltre 12mila minori, settemila in Grecia, e seimila in Germania.

di Cristina Amoroso FONTE


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L’esercito dei bambini scomparsi e dimenticati. Ogni due giorni uno . FONTE


In Italia sparisce un bambino ogni 48 ore, 4 su 5 minori non vengono più ritrovati. Un fenomeno impressionante che riguarda minori stranieri non accompagnati, ma anche bimbi italiani scomparsi nel nulla. Un dramma in continuo aumento quello dell’esercito dei bambini scomparsi e… dimenticati.
I dati rivelati dal rapporto di Telefono Azzurro in occasione del 25 maggio, giornata del Bambino scomparso, fanno rabbrividire: ogni due giorni in Italia si perdono le tracce di un bambino. Rapimenti, sfruttamento, abusi, violenze, molti bambini si ritrovano a subire indescrivibili sofferenze, spesso nel silenzio assoluto.
Secondo i dati la maggior parte dei bambini scomparsi è rappresentata dai minori stranieri non accompagnati che giungono in Italia per cercare una vita migliore, purtroppo a volte finiscono nelle mani della criminalità organizzata e spesso trovano la morte. Ma a subire violenze e a scomparire sono anche i bambini italiani, figli di genitori separati o di genitori di diverse origini che rapiscono i minori portandoli in altri Paesi.
Ovviamente non basta parlarne solo il 25 maggio, il preoccupante fenomeno dei bambini scomparsi richiede responsabilità e soluzioni reali. Lo Stato fa abbastanza in questo senso? E come aiutare i bambini abbandonati? Il professor Ernesto Caffo, fondatore e presidente di SOS Il Telefono Azzurro Onlus ne ha parlato in un’intervista a Sputnik Italia di cui riportiamo i passi più interessanti.

— Ogni 48 ore in Italia scompare un bambino, 4 su 5 non vengono più ritrovati. Professor Caffo, è un quadro allarmante di cui si parla davvero poco, non crede?
— Sì, ormai siamo abituati a queste statistiche che nascondono dei bambini con una storia di difficoltà drammatiche: parliamo di viaggi spesso accompagnati da abusi, sfruttamenti e sofferenze. Sono viaggi lunghi mesi e a volte anni, questi bambini poi arrivano nel nostro Paese che non vuol dire la soluzione dei loro problemi, perché devono nascondersi e devono rispettare le regole dei trafficanti: il silenzio e l’obbedienza. Essere soli senza protezione e senza diritti, essere spesso vittime di violenze è inaccettabile e questi numeri purtroppo aumentano. Le risposte che venivano date dall’Europa in generale sono limitate, visto il numero in aumento dei bambini scomparsi.

 La maggior parte dei bambini scomparsi sono minori stranieri non accompagnati. Ci vorrebbe un approccio particolare a questo fenomeno per capirne le dinamiche?
— Sì, di fatto noi conosciamo molte tracce dei percorsi di questi ragazzi. Purtroppo dove non ci sono controlli ai confini è chiaro che i bambini arrivano e scompaiono, finiscono in altri Paesi in modo non tutelato. Danno nomi falsi per scappare in altri centri d’accoglienza correndo un grande rischio. I bambini arrivano da zone e Paesi che vedono nell’Europa la soluzione per il loro benessere e per avere delle risorse economiche di ritorno. I percorsi che fanno questi bambini però sono carichi di sofferenze e spesso portano alla morte.

— Ma vi sono anche tanti bambini italiani che spariscono, no?
— Sì, spariscono anche minori italiani. L’esperienza ci insegna che molti rapimenti avvengono nell’ambito di coppie separate e possono finire anche con l’uccisione del bambino, come se fosse lui la colpa di queste situazioni. D’altra parte ci sono coppie con coniugi di diverse origini, molte volte utilizzano il fatto che manchino accordi bilaterali fra l’Italia e gli altri Paesi per portare via il bambino. Mancano gli accordi per tutelare gli interessi dei bambini, prevalgono gli stratagemmi degli adulti.

— Dove vanno a finire i bambini scomparsi?
— La gran parte viene inghiottita in un sommerso che ritroviamo nelle comunità illegali delle grandi aree urbane, in quei contesti nessuno riesce ad entrare. Questo vale per Napoli, Roma, Milano e Torino. Spesso questi bambini finiscono per essere vittime di altri traffici, fenomeno che spesso scivola dai nostri occhi, perché non vediamo queste situazioni nelle realtà centrali delle nostre città. Tutto avviene nelle grandi periferie e spesso nessuno interviene, è difficile alle forze dell’ordine intervenire, i ragazzi stessi dovrebbero chiedere aiuto, ma non ne hanno il coraggio. È il motivo per cui noi abbiamo il numero telefonico 116000, aperto 24 ore su 24, si risponde in più di 20 lingue straniere, abbiamo anche l’app Miniila che permette ai bambini di accedere a dei servizi e di potersi rivolgere a qualcuno e chiedere aiuto.

— Come vi occupate dei bambini in difficoltà e quelli scomparsi?
— Oltre ai canali di aiuto funzionanti 24 ore al giorno, siamo in stretta collaborazione con il Ministero dell’Interno, lavoriamo in una rete europea e cooperiamo con le Prefetture. Quando si registra una persona scomparsa si attivano le forze di polizia, ma anche il volontariato sia civile sia sanitario.

— Secondo lei lo Stato e i governi precedenti hanno fatto abbastanza nell’ambito dei bambini soli, in difficoltà e per i minori dispersi?
— No, l’abbiamo anche ribadito di recente. Ci siamo resi conto che di fronte a questi dati c’è un grande silenzio. È un numero impensabile di bambini senza futuro né prospettive, un numero che potrebbe riempire una città. È un danno sociale, economico e umano enorme. Abbiamo parlato con tutte le varie istituzioni, lo faremo anche con l’attuale governo. C’è anche un commissario straordinario per le persone scomparse che si occupa di queste tematiche, però ci rendiamo conto che sono piccoli segnali di interesse di fronte ad un problema enorme.
Questo fenomeno richiede la responsabilità di tutti. Abbiamo già chiesto al nuovo Ministro dell’Interno una riflessione comune, così come lo abbiamo chiesto al Capo della Polizia. Su questo tema ci deve essere una maggiore attenzione e speriamo possa avvenire con un Parlamento attivato ai vari livelli, perché si possa legiferare per dare un aiuto reale ai bambini. Qualsiasi convenzione, quella di Dublino e tutte le altre, devono essere secondarie di fronte ai diritti del bambino. I bambini sono bambini e vanno tutelati come tali.

— Che cosa dovrebbe fare quindi concretamente lo Stato?
— Bisogna dare la possibilità ai bambini di chiedere aiuto, non devono avere paura a chiedere aiuto. Dobbiamo dare loro un futuro stabile in un Paese e in un’Europa che li accoglie evitando di lasciarli in mano alla criminalità organizzata. Bisogna contrastare in tutti i modi il traffico di minori, i trafficanti e gli scafisti devono essere perseguiti. Tutto ciò, compresi i centri di accoglienza, a mio avviso richiede una particolare attenzione. Tutto questo mondo grigio si è di fatto sviluppato in questi ultimi anni, talvolta anche il nostro settore delle ONG ha avuto momenti di fragilità e di non qualità. Deve esserci responsabilità da parte di tutti, dello Stato e delle associazioni. Occorre fare un grande salto in avanti, perché ogni bambino che entra nel mondo della criminalità organizzata è un bambino che perdiamo.




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