5G la grande minaccia

Sulla questione 5G l’Europa sta mettendo in campo tutta la scaltrezza legalmente possibile. Infatti, aggirando quelle norme (nonché il buon senso) che imporrebbero di far prevalere il principio della tutela della salute in primis, Bruxelles ha adottato un regolamento che consentirà l’installazione di microantenne senza autorizzazione preventiva. Troppo forti, evidentemente, gli interessi in gioco per far prevalere il primato della salute o l’autonomia decisionale dei tanti stati europei – fra cui l’Italia – in cui una montante coscienza civica sta mettendo in seria difficoltà il progetto di espansione del 5G nel nostro Paese. E così, con la tipica ottusità democratica del golem eurocrate, la Commissione Europa cancella con un regolamento i diritti di milioni di europei, forte del parere scientifico – si fa per dire! – derivante da uno studio della Sfc Associated Ltd, i cui ricercatori sono, però, già noti alle cronache per le posizioni ideologiche a favore del 5G.
Dei rischi del 5G e della questioni politiche ed economiche annesse, ne parleremo questa sera insieme a Maurizio Martucci nella conferenza online “5G grande minaccia”.

(tratto da europa.today.it) – Sul 5G l’Ue tira dritto: via libera all’installazione di microantenne senza autorizzazione preventiva di Dario Prestigiacomo

Via libera nell’Ue all’installazione di microantenne per la rete 5G senza autorizzazione preventiva, a patto che rispettino i limiti, molto stringenti, fissati dalla legislazione comunitaria per l’esposizione alle onde elettromagnetiche.

La Commissione europea, scrive l’AdnKronos, ha adottato il regolamento attuativo sulle piccole antenne, o punti di accesso wireless per aree limitate, che sono cruciali per dispiegare in tempo la rete per la telefonia mobile di quinta generazione (5G) ad elevata capacità, che consentirà un aumento della copertura e velocità elevate di connessione. Il regolamento specifica le caratteristiche fisiche e tecniche delle microantenne per le reti 5G e mira a facilitare il dispiegamento della rete, attraverso un regime che consente l’esenzione da autorizzazioni, assicurando nel contempo che le autorità nazionali continuino a sorvegliare.

Le microantenne, osserva la Commissione, dovranno rispettare la protezione della salute delle persone, “rispettando i severi limiti di esposizione previsti nell’Ue che, per il pubblico, sono cinquanta volte più bassi delle soglie che le evidenze scientifiche internazionali suggeriscono possano comportare conseguenze per la salute umana”. Bruxelles spiega che le antenne di nuova generazione saranno “meno visibili (completamente integrate e invisibili al pubblico o, se visibili, occupano uno spazio massimo di 30 litri)”. Le microantenne saranno delle piccole celle che “produrranno meno emissioni elettromagnetiche” paragonabili a quelle delle “installazioni WiFi”. Le celle di piccole dimensioni “utilizzeranno livelli di potenza inferiori e quindi creeranno livelli di esposizione inferiori rispetto all’infrastruttura 4G esistente”, continua la Commissione. 

A sostegno di queste dichiarazione e del relativo regolamento di esecuzione, la Commissione cita uno studio della Sfc Associated Ltd, i cui ricercatori sono, a dirla tutta, noti per le posizioni a favore del 5G. Per il commissario al Mercato Interno Thierry Breton “le reti 5G rappresentano un pilastro dello sviluppo socioeconomico in Europa, poiché consentiranno l’introduzione di nuovi servizi nella salute e nell’assistenza, nell’energia, nei trasporti, nell’educazione e in molte altre aree”. “La loro importanza è anche più evidente oggi, dato che svolgeranno un ruolo fondamentale nella nostra ripresa dalla crisi provocata dalla pandemia di Covid-19”, conclude Breton.


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