Gli insospettabili tra di noi : pedofilia e pedopornografia

Sgominata dalla polizia postale una rete di pedofili italiani. Su una nota piattaforma di messaggistica scambiavano materiale pedopornografico. Oltre 200 investigatori del Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online e del Compartimento polizia postale e delle comunicazioni di Torino conducono la più grande e complessa operazione di polizia degli ultimi anni. L’obiettivo è quello di contrastare la pedopornografia online, con il coordinamento della procura di Torino.

Male in rete

Sono state eseguite 50 perquisizioni e arresti in 15 regioni italiane, per detenzione, diffusione ed in alcuni casi, di produzione di materiale pedopornografico. Secondo quanto riferito dalla polizia all’Adnkronos, la capillare attività di indagine, fatta anche attraverso veri e propri pedinamenti virtuali, ha consentito di dare una identità certa ai nickname. Erano  utilizzati in rete dai pedofili, portandoli allo scoperto e fuori dall’anonimato della rete“. 

Immagini raccapriccianti

Ingente il quantitativo di file sequestrati. Contengono immagini raccapriccianti di abusi su minori. Ritraggono vere e proprie pratiche di sadismo dove le vittime erano anche neonati. L’indagine è il frutto di una proficua sinergica collaborazione di tipo internazionale con il National Child Exploitation Coordination Center (Ncecc) canadese. Ciò ha consentito di riscontrare tra gli utenti di una nota piattaforma di messaggistica istantanea comportamenti in violazione delle regole del portale. I reati sono quelli di detenzione, diffusione e produzione di materiale pedopornografico.

Scene di nudo

Il materiale illegale, precisa la polizia, è risultato essere molto diversificato. Passa da foto che rappresentavano scene di nudo ad altre con contenuti raccapriccianti. Ritraggono vere e proprie violenze sessuali dove le vittime erano spesso neonati. In alcuni casi si è riscontrata la presenza di materiale autoprodotto in ambito familiare. Sulla stessa piattaforma, all’epoca dei fatti, condivideva materiale autoprodotto un soggetto già arrestato qualche mese prima dal Compartimento Polizia Postale di Torino nell’ambito di un´altra indagine in materia di pedopornografia on-line. La polizia postale ha isolato la posizione dei singoli nickname recuperando per ognuno di loro il materiale condiviso. Ed estrapolando le connessioni Ip utili al prosieguo delle indagini.


FONTE



L’orrore correva negli angoli più oscuri e putridi del web. Tra le migliaia di immagini di vittime degli abusi sessuali c’erano persino quelle di neonati. Come se non fossero bastate quelle con i minorenni. O le altre che immortalavano veri e propri atti di sadismo. Come riferisce l’Ansa, tra le 50 persone indagate, tre residenti nel Nord-Est sono anche stati arrestati: la cattura non era prevista, ma gli investigatori, nel corso della perquisizione, hanno trovato una quantità tale di file da rendere opportune le manette. A carico di un quarto soggetto, di casa in Emilia-Romagna, è stato spiccato un ordine di custodia cautelare: si è scoperto che si autoproduceva il materiale violentando una sua piccola parente, una bambina. Un quinto, infine, era già in cella a Torino: una vecchia conoscenza della polizia postale, visto che, secondo le accuse, commetteva degli abusi sulle figlie minorenni degli amici.

Infatti, la “community” è stata scoperta dalla polizia postale del compartimento del capoluogo piemontese (dove per ora è radicata la competenza territoriale e dove abitano due degli indagati a piede libero) e del Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online. Un gruppo composto da uomini (nessuna donna) di età compresa fra i 19 e i 55 anni: disoccupati, studenti, lavoratori dipendenti, gente apparentemente insospettabile. Per scambiarsi foto e video, dalle scene di nudo ad attività che gli stessi inquirenti hanno definito “raccapriccianti“, si servivano dei canali di una nota piattaforma di messaggistica istantanea, nascondendosi magari dietro sigle come Pthc, che per gli specialisti della perversione significa “pre teen hard core”. Ma in molti casi sono stati traditi dalle loro stesse inclinazioni: “Di questo tipo di materiale illegale- raccontano all’Ansa gli investigatori- esiste un protocollo di categorizzazione condiviso a livello internazionale, cosa che permette di creare una vera e propria profilazione dei soggetti in base ai gusti e alla modalità di interazione nella rete. Funziona, per esempio, nei casi in cui emergono pratiche di sadismo. O dove compaiono animali“.

“La cooperazione internazionale ha giocato un ruolo importantissimo”, sottolinea all’Ansa Fabiola Silvestri, dirigente del compartimento di Torino della polizia postale. Dal Canada, il Ncecc-National Child Exploitation Coordination Center ha fornito delle indicazioni preziose. L’abilità degli agenti ha fatto il resto: prima sono state isolate le posizioni dei singoli nickname, recuperando il materiale che avevano condiviso ed estrapolando le connessioni Ip; poi sono scattate la setacciatura dei dati e i “pedinamenti virtuali“, che hanno portato, alla fine, a dare un nome e un cognome agli internauti. All’operazione hanno preso parte duecento investigatori della polizia postale. Detenzione, diffusione e anche produzione di materiale pedopornografico sono i reati per i quali si procede.


FONTE

E ancora... 


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L'inchiesta è stata aperta dalla Procura di Firenze dopo la denuncia di una mamma di Lucca che ha scoperto alcuni video hard sul cellulare del figlio 15enne. Coinvolti anche minori di Ancona



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Video e foto di sesso anche con bambini, violenze e mutilazioni. Una "chat dell'orrore" tra giovanissimi: sui telefoni di ragazzini tra i 13 e i 17 anni foto e video di pedopornografia pescati dal dark web e immagini "di orribili violenze e con contenuti di elevata crudeltà". Una complessa indagine della Polizia postale e delle comunicazioni ha portato alla denuncia in stato di libertà di venti minorenni, in concorso tra loro, per i reati di detenzione, divulgazione, cessione di materiale pedopornografico e istigazione a delinquere aggravata. L'operazione, denominata "Dangerous Images", è stata svolta dai poliziotti del Compartimento Polizia postale per la Toscana coordinati dal procuratore capo per i minorenni di Firenze, Antonio Sangermano. Coinvolti anche alcuni minori di Ancona. 
Controlla il cellulare del figlio, in chat scopre sesso con bambini e mutilazioni: 20 denunciati
L'inchiesta è stata aperta dalla Procura di Firenze dopo la denuncia di una mamma di Lucca che ha trovato sul telefono cellulare del figlio 15enne numerosi filmati hard con protagoniste giovanissime vittime: la donna si è rivolta alla Polizia postale chiedendo aiuto. Dall'analisi del telefonino - ricostruisce la Polizia postale - è emerso un numero esorbitante di filmati e immagini pedopornografiche, anche sotto forma di stickers, scambiate e cedute dal giovane, rivelatosi l'organizzatore e promotore dell'attività criminosa insieme ad altri minori, attraverso WhatsApp, Telegram e altre applicazioni di messaggistica istantanea e social network.
FONTE 

Le mie considerazioni, per quello che possono valere... 

Non ci sono parole, almeno io non ne ho più. Ma una #riflessione da madre mi viene spontanea : se questo è il #futuro beh il futuro mi spaventa e mi raggela il sangue. Che #mostri hanno messo al mondo? Come si sentono i genitori di questi ragazzi?
Siamo solo #fortunati ad avere figli non deviati, oppure il nostro ruolo di #genitore è stato #fondamentale?  In che #società viviamo? Sanno che c'è differenza tra #bene e #male?


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