#IOAPRO cresce in tutta Italia e viene censurata. Quello che non vi dicono.

INIZIATIVA #IOAPRO 👉 NE AVEVO GIÀ PARLATO QUI 

 #IOAPRO. Quella che nei mesi scorsi sembrava una semplice iniziativa nata sui social e destinata a scomparire in breve tempo, si sta rivelando invece un moto popolare capace di coinvolgere ad ogni manifestazione centinaia e centinaia di lavoratori. Recentemente è nata la sigla #IOAPROINTOUR, ovvero una catena di eventi che sta trasportando il malumore dei non garantiti nelle piazze più importanti d’Italia, facendo così presa sui settori che in questo momento sono stati abbandonati dallo Stato italiano.  Ristoratori, baristi, gestori di palestre, tassisti, commercianti e molti altri aderiscono in massa.

Gli organizzatori della protesta, inizialmente fiduciosi su Matteo Salvini quale portatore ai vertici parlamentari del malumore delle categorie più in difficoltà, hanno optato di recente per un altro punto di rierimento istituzionale, ovvero il Sen. Gianluigi Paragone. Paragone insieme a folte delegazioni del suo movimento, Italexit, sta spalleggiando la rivolta popolare dei ristoratori e delle altre categorie colpite dai provvedimenti dello Stato in tutte le piazze italiane. Nei giorni scorsi a Milano, Torino e Napoli, il megafono popolare di #IOAPRO è risuonato a gran voce per le strade d’Italia. Numerose sono state le persone che hanno partecipato all’evento tra urla, pianti ma anche proposte per un futuro più roseo per quelle categorie che ad oggi vedono un domani incerto e buio, tra serrande chiuse e fallimenti. Ciò che lamentano le persone è l’abbandono totale da parte del nuovo Governo, che sembra mantenere la stessa linea del precedente. Addirittura durante la protesta a Napoli, da Piazza del Municipio è partito un piccolo corteo di commercianti che intonavano slogan sulle riaperture con cartelli di ogni tipo: “è morto il commercio” o “ Lo sport è salute”. Qualcuno chiede a gran voce la pace fiscale, altri illustrano come non sono più in grado di pagare i dipendenti e i contributi, tanto da arrecare danni anche agli altri. Si tratta effettivamente di un circolo vizioso che, dopo il fallimento di molte imprese, andrà a colpire nuove categorie, come una giostra che gira.

Un piccolo pensiero verso i manifestanti c’è stato anche da parte di Giorgia Meloni, la quale il 29 marzo aveva scritto sui social:

“La pazienza dei ristoratori è arrivata al culmine, così come quella di tanti altri imprenditori italiani. Le briciole del decreto Sostegni non bastano, così come non bastavano quelle del decreto Ristori. Come può un’attività con 400 mila euro di fatturato persi riceverne 10 mila e riuscire a sopravvivere? Adesso basta! Queste persone non chiedono l’elemosina, ma il sacrosanto diritto di riaprire in sicurezza e tornare a lavorare”.

Durante i raduni però è stato lanciato un messaggio chiaro: il 7 aprile, nonostante i divieti da parte del Governo, tutti coloro che aderiscono all’iniziativa di #IOAPRO riapriranno le loro attività sfidando i divieti. Un vero e proprio atto di disobbedienza civile sembrerebbe, ma che rivela in realtà tutta la sfiducia e l’esasperazione che c’è in chi, con tanti sacrifici, ha investito sangue sudore per costituire attività che adesso, per la decisione di singoli, saranno destinate inevitabilmente al fallimento. Ieri, sempre a Napoli, alcuni imprenditori dello staff di #IOAPRO hanno violato il coprifuoco per protesta, mentre oggi a Palermo in Piazza Pretoria ci sarà la medesima manifestazione dove si prospetta una grande partecipazione. Nelle stesse ore la pagina facebook di #IOAPRO lancia nuovamente la sfida al governo, scrivendo:

“Draghi può emanare tutti i decreti che vuole. Noi il 7 APRIAMO”.

Nel frattempo anche dalla Puglia sembra arrivare una ventata di dissenso, tanto che molti ristoratori (e non solo) aderiscono all’appello lanciato sui social dalla sigla e riapriranno le loro attività il 7. Gli organizzatori del tour calabrese hanno infatti scritto sui social che incontreranno alcuni commercianti a Cosenza e Tropea. Questo atto di ribellione sembra dunque coinvolgere sempre più un’intera nazione. Il 6 si prevede la più grande delle manifestazioni nella Capitale, in Piazza di Spagna, alle ore 15:30.

Le televisioni parlano poco di quella che ormai è una realtà a tutti gli effetti. #IOAPRO sembra essere tenuta poco in considerazione dall’informazione italiana, se non di rado da alcuni giornali. Sembra ci sia quasi una censura velata. A proposito di “censura”: in questi giorni ha destato scalpore la censura da YouTube nei confornti di Byoblucanale di libera informazione. Byoblu ha rappresentato fino a ieri un baluardo dell’informazione non conforme, che mai si è piegata a logiche servilistiche o di giornalismo stereotipato, bensì ha sempre dimostrato di uscire dagli schemi tradizionali con particolare senso critico. Ebbene oltre il disinteressamento da parte della tv, la censura, oggi dichiarandosi, colpisce apertamente #IOAPRO, boicottandone la raccolta fondi. La raccolta organizzata dallo staff della sigla, aveva raccolto intorno ai 5000 euro che servivano per aiutare il tour di protesta. Evidentemente un’iniziativa scomoda, poichè dopo 12 giorni di raccolta fondi è stata cancellata rimborsando i gentili donatori.

 

Insomma, in Italia una narrazione diversa dal perire tacitamente e chinare la testa sembra non essere consentita. Le manifestazioni continueranno comunque in tutta Italia e non sarà un evento spiacevole, seppur assurdo e preoccupante, ad indebolire il malcontento del popolo. Una cosa è certa: questa non è democrazia.

Da Torino a Napoli la protesta di #IOAPRO e Italexit

Continua nelle più importanti città d’Italia la protesta lanciata da #IOAPRO, sigla nata dal forte malcontento dei lavoratori italiani nei confronti del governo. In piazza centinaia di imprenditori, gestori di palestre, ristoratori e disoccupati, che gridano la volontà di riapertura delle proprie attività, da quasi un anno chiuse a causa dei provvedimenti di restrizione prima del governo targato Conte 2 ed ora Draghi. Oggi è stato il turno di Torino e Napoli che, ancora una volta di questi tempi, hanno visto un popolo adirato nei confronti della classe politica, colpevole, secondo i manifestanti, di portare al fallimento delle imprese italiane attraverso folli chiusure. Al fianco di ambulanti, piccole imprese, commercianti e ristoratori si è schierata la sigla politica Italexit con Paragone con le proprie bandiere. I militanti del movimento, hanno dunque affiancato i lavoratori in piazza al motto di : “difendiamo il diritto al lavoro!”.

Pochi giorni fa anche a Milano si era tenuta una protesta organizzata dai responsabili di #IOAPRO, evento a cui aveva partecipato anche il Sen. Paragone, unica voce istituzionale.

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