Operazioni d'urgenza rinviate - il Covid uccide anche i negativi
Nel video si parla della Regione Lazio, ma in ogni regione Italiana si presenta questo immenso problema.
Rimandare tutte le operazioni chirurgiche non strettamente indispensabili, le attività ambulatoriali non urgenti e in generale le prestazioni procrastinabili per liberare spazio e personale per l'emergenza coronavirus. È la misura adottata dagli ospedali di tutta Italia per tenere libero il maggior numero di letti possibile per i malati di Covid-19. La misura è stata adottata prima nelle aree più colpite dal contagio, a partire dalla Lombardia, poi estesa a Toscana, Piemonte, Campania, Veneto e infine in tutta la penisola, o su diretta disposizione delle giunte regionali o per le misure prese dalle aziende sanitarie seguendo le indicazioni ministeriali.
Tutte le attività che possono aspettare vengono rinviate. Questo può riguardare interventi ortopedici (operazioni all'anca, al ginocchio o altro già in programma), interventi oculistici (per esempio quelli di cataratta), in alcuni casi anche pazienti oncologici, ma solo se gli interventi possono essere rimandati senza rischi. In caso contrario è garantito lo svolgimento dell'operazione come previsto. Anche attività come vaccinazioni, prelievi del sangue, esami della vista per la patente, screening di primo livello. Lo stop è stato gradualmente esteso non solo agli interventi chirurgici ma a tutte le attività di ricovero e ambulatoriali differibili e non urgenti, incluse quelle erogate in regime di libera professione intramoenia.
Attività dei reparti di ostetricia e ginecologia continua con tutti gli accorgimenti del caso. I punti nascita restano aperti, salvo indicazioni diverse da parte delle azienda sanitarie che in alcuni casi hanno accorpato alcune strutture. Per quanto riguarda le interruzioni volontarie di gravidanza, vengono fatte perché non sono differibili, quindi rientrano nelle urgenze.
Commenti
Posta un commento