Strage da vaccino continua... Milano 26enne in fin di vita: trombosi cerebrale
Due settimane fa la prima dose di vaccino: Astrazeneca, il nome che oggi terrorizza più del Covid. R. è giovane, ha 26 anni e nessuna patologia pregressa, ma nel centro allestito alla Fiera di Milano ha ricevuto quel siero. La ragazza ha un lavoro stabile in uno studio dentistico del capoluogo lombardo, appartiene quindi di diritto a una delle categorie su cui la profilassi deve essere eseguita prima che su altri perché è a contatto con i pazienti e, come i colleghi, non ha mai smesso di lavorare, neppure nei mesi difficili in cui la pandemia non dava tregua. Quando finalmente sono arrivate le dosi, R. non ha esitato a farsi vaccinare e all'inizio è filato tutto liscio, nessuno poteva immaginare ciò che sarebbe accaduto dopo: cinque giorni di febbre alta, spossatezza, malessere crescente. Quindi la chiamata al medico di famiglia e il consiglio di prendere un anti-infiammatorio, l'Indometacina, analgesico abbastanza comune che agisce bloccando la produzione delle sostanze responsabili della comparsa di febbre e dolori. Purtroppo, però, con il passare delle ore la situazione è peggiorata e da ieri la 26enne è ricoverata al Policlinico in prognosi riservata.
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