Cancellati anni di ricerca e prevenzione contro il cancro

 Un nuovo studio commissionato dall’European Cancer Organization (Eco) mostra quale sia l’ampiezza della strage provocata dalla narrazione apocalittica della pandemia o meglio fa luce sulla sua parte più in ombra, quella che farà sentire i suoi effetti nei prossimi mesi ed anni senza che però i colpevoli possano essere chiamati a risponderne: secondo tale studio infatti, fino a 1 persona su 2 con potenziali sintomi di cancro non ha potuto avere una diagnosi o si è tenuta lontana dagli ospedali per paura del covid, mentre 1 malato di cancro su 5 in Europa non sta ricevendo il trattamento chirurgico o chemioterapico di cui ha bisogno. La ricerca ha anche rivelato  che lo screening per le patologie tumorali hanno ricevuto un duro colpo dalla situazione che si è creata con la perdita di circa 100 milioni di esami. E come ha dichiarato Il professor Mark Lawlor, della Queen’s University di Belfast uno dei curatori dello studio: “se il cancro viene diagnosticato in una fase successiva, significa che è molto più difficile da trattare e che il rischio di morire a causa della malattia è molto più alto.”

Gli autori dello studio non hanno provato a calcolare  quante morti in più significherà tutto questo nel prossimo futuro, ma di fatto ci troviamo di fronte al totale disamo nella lotta contro il cancro:  questa infatti ha avuto un buon successo solo parzialmente grazie alla messa a punto di nuove armi terapeutiche, quanto per l’accresciuta possibilità di arrivare a diagnosi precoci. Una capacità che si fonda non solo sull’affinamento degli strumenti diagnostici, ma anche su una complessa organizzazione che è difatti implosa quasi ovunque Ovvio che se questo aspetto viene meno significa di fatto buttare al vento mezzo secolo di lenti, ma costanti progressi nella lotta a questa malattia . Ed è proprio ciò che è avvenuto con lo scasso dei sistemi sanitari che si è avuto grazie alla drammatizzazione covid senza parlare poi del quasi totale arresto della ricerca con l’interruzione di moltissimi studi clinici già in atto e di altri che si andavano organizzando e con il venire meno di fondi e finanziamenti.  Quindi possiamo prepararci a un formidabile regresso nella lotta al cancro anche perché non sappiamo quanto ancora andrà avanti la mistificazione pandemica, per quanto tempo ancora le altre patologie verranno trascurate per far fronte a una sindrome influenzale, per quanto la gente sarà ipnotizzata dalle terrorismo delle varianti che non consentirà una riorganizzazione sanitaria.

In ogni caso è molto probabile che se anche oggi stesso si dichiarasse finita la pandemia, la ricerca sulle malattie tumorali ci metterà anni prima di tornare ai livelli pre covid, per non parlare dell’organizzazione per la diagnosi precoce che probabilmente non tornerà più al precedente livello semplicemente perché i sistemi sanitari non avranno le risorse necessarie per risalire la china : la prevenzione sarà riservata soltanto a chi potrà permetterselo. Non so se la mistificazione pandemica avesse tra i propri paradossali obiettivi la distruzione dei sistemi sanitari pubblici in nome di una presunta salute, ma di fatto è quello che è accaduto e anche da questo punto di vista  non ci sarà alcun ritorno alla normalità e per convincersene definitivamente basta leggersi il piano europeo contro il cancro che è un vuoto pneumatico di parole d’ordine dalla lotta al tabagismo a fantomatiche nuove cure, insomma un insieme privo di qualsiasi concretezza e che mostra in modo inequivocabile non solo la sua impotenza, ma anche la sua vacuità.  E comunque si tratta di un impegno massino ipotizzato 4 miliardi per 26 Paesi in un decennio, come a dire praticamente nulla, 80 centesimi per abitante. La “nuova normalità” consisterà nel fatto che ampi strati della popolazione non avranno più una tutela sanitaria degna di questo nome  che d’ora in poi potrà essere garantita solo privatisticamente.


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