Non stiamo zitti innanzi alla somministrazione della terapia genica antiCovid19 –

 Come può restare in piedi un sistema così fallace!?

Con stupore, abbiamo appreso che il generale Figliuolo, recentemente a Torino per inaugurare il nuovo hub vaccinale del Lingotto, si è lasciato sfuggire questa dichiarazione:

“Mai nella storia dell’uomo si era riusciti a produrre in così poco tempo un vaccino, ma soprattutto si è iniettato in pochissimo tempo decine di milioni di dosi di vaccini, senza saperne chiaramente l’esito, se non quello sperimentale che ha portato il vaccino ad essere approvato dalla comunità scientifica e dall’agenzia regolatoria”.

E ancora:

“Non c’è pazzia quando è stato detto che il vaccino Astrazeneca lo proponiamo solo agli under 60 perché nelle fasi di sperimentazione era stato sperimentato solo su 17 soggetti sopra i 60 anni e quindi, a titolo precauzionale, si era pensato questo poi, su vaccino ad adenovirus sperimentato di massa, è venuto fuori che dava una risposta immunologica forte nei giovani e quindi c’è stato quel discorso di andare in maniera di raccomandazione prudenziale sopra i 60 anni. Non è che non può essere inoculato al di sotto (dei 60 anni). Però prudenzialmente, al fine proprio della massima tutela, è chiaro che poi saranno i medici che faranno l’anamnesi a cui spetta l’ultima decisione”, ha aggiunto il generale Figliuolo.

Ecco il video: https://youtu.be/31j8Eugmr_w

Alcune riflessioni sulle considerazioni versate dal rappresentante del Governo Draghi.

L’uomo medio, come gli asini, sopporta tutto, ma detesta gli uomini liberi che non vogliono restare schiavi come lui.

L’uomo medio sopporta molte cose, ma se c’è una cosa che proprio non sopporta, è sapere che qualcuno ha smesso di sopportarle.

Negli ultimi anni abbiamo maturato una posizione critica contro l’attuale governo del Mondo.

Non predichiamo certo l’anarchia o lo sfascio delle istituzioni.

Crediamo nelle società degli uomini, nella legge, nella cooperazione e nell’amicizia tra i popoli, ma ciò che abbiamo creato con la civiltà occidentale è profondamente sbagliato. Si basa su valori fasulli che vanno contro la serenità dell’individuo. Il profitto è premiato più che il progresso reale; il consumismo vince sulla sostenibilità; la ricchezza di pochi è più importante del benessere di tutti.

Come può restare in piedi un sistema così fallace? 

Esso si basa su fondamenta in apparenza stabili: la capacità di sopportazione dell’uomo medio.

Perché l’uomo medio sopporta l’idea di scambiare la maggior parte dei suoi anni migliori in cambio di denaro, che nella migliore delle ipotesi non gli serve, e nella peggiore non gli basta.

L’uomo medio sopporta lo stress per undici mesi l’anno, poi spende i soldi guadagnati per riprendersi la salute che ha perso per guadagnarli.

L’uomo medio sopporta i lunedì mattina, anche se li odia.

Poi aspetta tutta la settimana l’arrivo del weekend, e lo passa annoiandosi.

L’uomo medio sopporta di dare le chiavi della propria vita a una banca, e di lavorare trent’anni per comprare una casa in cui passa meno tempo che in ufficio.

L’uomo medio sopporta gli aumenti del costo dell’energia, le nuove tasse, i tagli all’istruzione e alla sanità, le sistematiche prese per il culo dei politici, i reality in televisione, l’informazione deviata, le notizie sui vip in vacanza e gli allarmi sulla pandemia annuale.

L’uomo medio sopporta anche l’inquinamento, le guerre pilotate, la deforestazione, i massacri, i fondamentalismi religiosi e l’odio razziale.

Ma se c’è una cosa che l’uomo medio proprio non sopporta, però, è sapere che qualcun altro ha smesso di sopportare tutto questo.

Perché ogni persona che dice “basta” è uno schiaffo alla normalità e alla routine.

È una sveglia.

Che ci strappa all’improvviso dal sonno profondo e ci costringe ad osservare la realtà. E la realtà è che tutti gli anni passati a sopportare questa o quell’altra cosa non torneranno mai più indietro.

Troppo occupati a fare i bovini da soma per qualcun altro, il tempo è scivolato via dalle nostre dita addormentate, i nostri figli sono cresciuti e se ne sono andati via di casa, e i nostri sogni sono sbiaditi, dimenticati in qualche cassetto.

La realtà fa paura, e la paura è insopportabile.

Meglio rimediare subito allo strappo, mettere una pezza all’abitudine, e trovare una scusa qualsiasi per tornare a dormire, come se nulla fosse.

Una scusa come: “eh, se tutti facessero come te…”

Sarebbe davvero così brutto?

Alla luce di queste considerazioni le parole del Generale diventano francamente inammissibili e intollerabili.

Noi Avvocati siamo chiamati ad essere, anzitutto, classe intellettuale e pensante del Paese.

Siamo cultori del dubbio, di quel nobile principio per cui la verità non è mai un dogma ma va sempre ricercata, contemperata nel pluralismo dei distinti punti d’osservazione, senza radicalismi oscurantisti e con pieno diritto di pensiero e di parola di tutti, nessuno escluso.

Fosse anche di chi ponga il “dubbio”, parola tanto cara al mondo forense da aver dato il nome al quotidiano “Il Dubbio”, pubblicato da “Edizioni Diritti e Ragione” di proprietà del Consiglio Nazionale Forense, attraverso la sua “Fondazione dell'Avvocatura Italiana”.

Nel solco del dubbio e nella ricerca della verità, non si può che non condividere la posizione del Generale e del Governo; da questa occorre dissociarsi fermamente e apertamente.

Con il proposito consapevole di aprire un ampissimo dibattito culturale in seno alla Cittadinanza tutta: “Usiamo la testa” (https://avvocatoalbertorizzo.it/usa-la-testa/)!

Premessa la violazione della Costituzione italiana da parte del Governo nazionale, su cui non vi è più dubbio alcuno, poiché al dubbio segue la ricerca della verità a cui si accompagna la certezza dell’evidenza e persino della confessione, le richieste di vaccinazione nei termini dichiarati dal Governo nazionale sono quantomeno avventate e sostanzialmente ingiustificate.

I vaccini in commercio sono ancora sperimentali, non sono stati approvati dagli organi competenti, non se ne conoscono effetti collaterali, reazioni allergiche, controindicazioni, interazioni con altri farmaci o vaccini.

Non se ne conosce l’efficacia, soprattutto nei confronti delle numerose varianti del virus.

Non se ne conosce la durata dell’eventuale copertura.

Tecnicamente non sono nemmeno “vaccini”, bensì terapie geniche che operano attraverso l’inserimento nel corpo umano di un codice RNA messaggero con il compito di ricompilare il patrimonio genetico di chi lo riceve.

Chissà quale sia stata la ragione per non presentare la situazione esattamente come appare, così come raccontata proprio dal governo: cari signori/cittadini/sudditi si tratta a tutto concedere di una profilassi che, da quanto ci risulta, dovrebbe diminuire di molto i rischi gravi in caso di malattia, un po’ come avviene per la profilassi antimalarica.

A quel punto, con un’informazione onesta e chiara, suscettibile di approfondimenti, magari parziale ma almeno corretta, gli umani liberamente avrebbero scelto, informandosi, se procedere a inocularsi la profilassi o “rischiare” di rimanere scoperti e, quindi, con possibili conseguenze peggiori in caso di contagio.

E invece no. Si parla di vaccini che diventeranno “sostanzialmente” obbligatori, che non danno immunità alla malattia, non ti rendono inoffensivo verso gli altri, devono essere ripetuti costantemente, “richiamati”.

E allora si insinua fino ad esploderti nella mente IL DUBBIO.

Perché QUASI tutti i governi del mondo si comportano così?

Avranno qualcosa da nascondere? Perché quando si tenta di nascondere la verità su circostanze che gli stessi governanti comunicano e non si utilizza, non dico la logica, ma anche solo il buon senso basato su semplici dati di fatto questi sì incontestabili, allora IL DUBBIO ti viene.

E allora si apre la strada a varie teorie cosiddette “complottiste” più o meno fantasiose o concrete, a una cortina fumogena di video, interviste e quant’altro che intasano i social e permettono a chi eventualmente abbia qualcosa da nasconderci di agire indisturbato.

E quando coloro che si azzardano anche solo a fare notare circostanze incontrovertibili vengono tacciati di essere nemici dell’Umanità, allora IL DUBBIO diventa granitico e, al contempo, logorante.

Negare o comunque far finta di non vedere alcuni evidenti aspetti di questa pandemia e tacciare chi anche solo osa porre semplici domande - con il plauso se non l’incitamento da parte di quasi tutti i mezzi di informazione, sia classici che “tecnologici” - dà la certezza a un giurista che ci troviamo davanti a “malafede”, anzi al dolo più evidente e cioè la volontà sistematica - con moventi più o meno economici - di mistificare la realtà, partendo da dati inequivocabili - la malattia e i morti conseguenti - e raccontando un mondo che non esiste così come viene descritto, un nemico che esiste ma non è quello indicato e così via.

Stile da manuale della controinformazione propagandistica utilizzata in tutte le guerre più recenti, dichiarate o meno.

E allora IL DUBBIO ti viene.

Stiamo combattendo una guerra? Contro chi? Usando quali armi? Che cosa vogliamo ottenere? Quali sono le forze in campo? Chi sono i generali? E le truppe?

Semplici domande a cui ognuno di noi in cuor suo dovrebbe cercare una spiegazione, giusta o sbagliata che sia non importa, perché le domande è importante porsele e poi ognuno, in assoluta libertà, si dia delle risposte e tanto basta.

D’altra parte, da tali assunti, per quanto pacifici, non controversi, ammessi e incontrovertibili, discendono conseguenze logiche fondamentali che il Governo sta omettendo gravemente di considerare.

L’obbligatorietà di assunzione di un farmaco sperimentale, che agisce sul patrimonio genetico personale, configura - anzitutto - la violazione dell’art. 32 della Costituzione italiana, che detta una riserva di legge in deroga di un diritto fondamentale, indisponibile e inviolabile della persona umana, come riconosciuto anche sul piano del diritto internazionale.

Nel secolo scorso, nel 1946 a Norimberga, la violazione di questo diritto è stata definita come crimine contro l’umanità.

Perché dovremmo omertosamente tacere e fingere di non sapere distinguere la mano destra dalla sinistra, il giorno dalla notte, il bianco dal nero? Come potremmo essere “liberi”, persino difensori delle libertà altrui, se non ci venisse consentito il dubbio e la ricerca della verità su un “vaccino” che tale non è, per ammissione esplicita del suo produttore?

Non possiamo fingere di non sapere distinguere un vaccino da una terapia genica.

Siamo perfettamente consapevoli che attualmente si inocula un farmaco genico privo di approvazione, meramente autorizzato alla vendita in spregio dei più elementari principi del diritto e della medicina, su tutti il principio di precauzione e a seguire i principi di proporzionalità e di ponderazione tra rischi e benefici.

Il farmaco in questione è sperimentale ed è stato autorizzato con tale finalità, per condurre una sperimentazione di massa della durata di due anni. Basta leggere i documenti ufficiali.

Come possiamo, noi Avvocati, difensori dei diritti e delle libertà, tacere?

 

Articolo a firma: avv. Alberto Rizzo - avv. Cristiano Burdese

FONTE 

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