Vaccini, la roulette russa

 Uno studio in preprint sul vaccino Pfizer apre nuove e inquietanti prospettive a medio e lungo termine su questo preparato che sembra essere in grado di indurre una “riprogrammazione funzionale complessa” del sistema immunitario, Secondo i 23 ricercatori che hanno firmato lo studio la vaccinazione con questo preparato ha modulato la produzione di citochine infiammatorie da parte delle cellule immunitarie su stimoli sia specifici, ovvero il Sars-CoV-2) che aspecifici ovvero altri virus, batteri e funghi mostrando che la risposta immunitaria era  diventata più debole rispetto a virus e batteri, mentre le risposte delle citochine indotte dai funghi erano più forti. In poche parole dopo questo vaccino il sistema immunitario non è più quello di prima e ci espone a conseguenze del tutto imprevedibili che vanno da una risposta più debole nei confronti di alcuni patogeni o a una risposta anomala e pericolosa nei confronti di altri. Insomma una roulette russa per il futuro a cui verranno esposti persino i bambini e i ragazzi che dal covid non hanno nulla da temere.

Uno dei motivi per cui la grottesca e letale narrazione pandemica è riuscita a bloccare qualsiasi cura per il Covid  per puntare tutto su vaccini frettolosamente apprestati, basati su tecnologie mai usate prima e non sperimentati, è che su questi preparati esiste da un secolo e mezzo un forte pregiudizio positivo. Essi normalmente vengono considerati come farmaci sicuri, che agiscono stimolando il sistema immunitario e dunque in maniera naturale, che solo raramente possono provocare disturbi. Tutto questo è in gran parte giustificato visto l’impatto che alcuni vaccini – vedi antivaiolo, antidifterico e  antipolio – hanno avuto sula salute umana, ma una cosa è vaccinarsi, specie in età infantile contro malattie gravissime e spesso mortali, un altro conto è ricorrere alla vaccinazione per qualsiasi cosa, anche per malattie che in aree sviluppate presentano rischi modesti o praticamente nulli e arrivando a vaccinare contemporaneamente per molte patologie.

Al di là delle tesi portate avanti da una minoranza di no vax, i vaccini non sono comunque a costo zero per l’organismo e per il sistema immunitario e anche se questo viene generalmente negato, in virtù appunto del pregiudizio, ma anche della pervasiva attività lobbistica e mediatica delle multinazionali farmaceutiche in realtà la modulazione a lungo termine del sistema immunitario è stata un’area di crescente interesse negli ultimi anni e diversi studi hanno dimostrato che le risposte immunitarie innate a lungo termine possono essere aumentate (immunità addestrata) o diminuite dopo determinati vaccini. Oltre al loro effetto sulla memoria immunitaria specifica per un batterio o un virus , alcuni vaccini come il Bacillus Calmette-Guérin (Bcg, per la tubercolosi ) e il vaccino trivalente contro morbillo, parotite e rosolia (MMR) provocano anche una riprogrammazione funzionale a lungo termine delle difese immunitarie . E non basta perché poi queste reazioni influenzano anche l’efficacia di altre vaccinazioni. Insomma ci troviamo di fronte a uno scenario assai più complesso di quello di qualche decennio fa quando hanno preso piede i piani pan – vaccinisti di Big Pharma e di alcun i noti filantropi che hanno provocato disastri riuscendo persino a rivitalizzare la poliomielite.

Non c’è alcun dubbio che con l’introduzione di vaccini a mRna come quelli autorizzati in emergenza contro il covid – senza peraltro aver alcun bisogno di combattere  in questo modo assurdo una sindrome influenzale  praticamente asintomatica nel 90% dei casi – l’effetto di riprogrammazione del sistema immunitario potrebbe essere assai più marcato e imprevedibile rispetto ai vaccini tradizionali, una incognita che potrebbe scoprire le sue carte solo ad anni di distanza. Eppure le persone sono indotte a pensare che non c’è alcun rischio e anche quando non credono affatto nella necessità di vaccinarsi o all’efficacia di questi preparati, pensano che comunque valga la penna farlo per andare in vacanza. Nessuno prospetta loro che le cose non stanno affatto e così o che la proteina spike che le cellule del loro organismo vengono programmate a produrre è di per sé nociva per i vasi dell’apparato circolatorio che ci sia a o meno il virus. Né immaginano che la reazione del loro sistema immunitario potrebbe essere diversa di fronte alla più banale delle infezioni.


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