Ivermectina, il miracolo indiano e l’immonda speculazione sui farmaci

 Come tutti sappiamo da quando è cominciata la massiccia campagna vaccinale in India i contagi e le decessi sono aumentati vertiginosamente. In realtà anche qui ci troviamo di fronte a un’operazione – menzogna perché da una parte abbiamo una drammatizzazione a scopo di paura visto che se anche i numeri della pandemia sono triplicati, rimangono comunque di gran lunga inferiori a quelli occidentali e a livelli largamente inferiori a quelli dell’influenza, come è possibile leggere qui, Dall’altra però si assiste a una  minimizzazione del fatto che l’aumento è avvenuto in contemporanea con le vaccinazioni di massa, cosa che evidentemente non fa comodo dire. Intanto però da due settimane lo stato indiano di Goa ha reintrodotto l’ivermectina  come presidio terapeutico e immediatamente i contagi sono crollati come si evince da questa curva.

 

Al contrario nello stato del Tamil Nadu, all’estremo sud del sub continente, la Gilead è riuscita a far togliere l’ivermectina dai protocolli di cura e a imporre al suo posto il suo discusso remdesivir, un antivirale contestato ed efficace solo a forza di mazzette. Risultato uguale a zero come si può vedere anche qui dal grafico.

Ora tra i due preparati c’è un’essenziale differenza: l’ivermectina è un farmaco a basso costo sul quale sono scaduti i brevetti mentre il remdesivir costa 2000 euro a trattamento. Così, guarda caso, dopo che la prima medicina è stata utilizzata per 35 anni senza alcun  effetto avverso a fronte di 4 miliardi di dosi distribuite, è diventato sospetto da un giorno all’altro. La stessa Merck  che possedeva il brevetto e che ha pompato l’ivermectina per decenni, adesso parla di “una preoccupante mancanza di dati sulla sicurezza nella maggior parte degli studi”. Pur di non creare ulteriori difficoltà ai vaccini arriva a dire che il suo prodotto non è sospetto e ad accusarsi di aver venduto per decenni un farmaco insicuro. Siamo davvero all’apogeo del grottesco, ma anche della menzogna perché in realtà una ricerca in meta -analisi sull’ivermectina commissionata dall’Oms, durata diversi mes,i ha mostrato che questo farmaco riduce la mortalità del 74% ed è efficace all’85% come profilassi. Nello stesso mese, altre due meta-analisi indipendenti e non sponsorizzate hanno confermato una gamma simile di efficacia in diversi stadi della malattia. Si tratta di ricerche assai più credibili di quelle sul Remdesivir e sui vaccini per il semplice fatto che essendo l’ivermectina fuori brevetto non costituisce più una fonte di grande guadagno e dunque nessuno ha interesse a manipolare le ricerche come purtroppo è la regola in altri casi.

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