Sindacato infermieri al Governo: “Si muore di Covid anche dopo la seconda dose di vaccino”

 «Il primo caso in Italia di infermiere già vaccinato che muore a causa del Covid, rischia di mettere in discussione tante asserite certezze. Chiediamo l’apertura di una commissione di inchiesta. Ci rivolgiamo pubblicamente in primis al Ministro della Salute. Chi tutela quegli operatori sanitari già vaccinati, esposti ogni giorno al rischio di un nuovo contagio, ora che la tragica morte del collega prova la fallacità di quelle tesi che sostengono che, di fronte ad una eventuale nuova-infezione, i soggetti già vaccinati non corrono il rischio di conseguenze tanto gravi sino al decesso? La notizia del decesso di un infermiere, di un uomo prima di tutto, di un nostro collega, ex dipendente dell’Azienda dei Colli, a Napoli, per altro già vaccinato con due dosi di Pfizer, e colpito mortalmente dal virus Covid-19, ci amareggia e ci lascia nello sconforto».

«Come sindacato che ogni giorno lotta fianco a fianco con gli operatori sanitari, fatti gravissimi come questo ci chiedono a gran voce di far luce su ciò che accade. Sentir dire che era tutto previsto, liquidare la vicenda come qualcosa di meramente programmato, di tristemente sfortunato, ci fa indignare non poco. È sotto gli occhi di tutti che il rischio di decesso, per chi è già stato vaccinato con due dosi, non è certo inesistente. Ci dicano, subito, i rappresentanti della politica ai vari livelli di responsabilità, dal Governo alle Regioni, quale strada intendono adottare per tutelare chi, infermieri, medici e gli altri professionisti sanitari, ogni giorno continua a rischiare la vita a contatto con i pazienti». Così Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up.

«Si apra ufficialmente una inchiesta su questo decesso: si faccia una analisi approfondita della reale efficacia del vaccino rispetto alle varianti e alle conseguenze in caso di re-infezione. In questa pandemia gli infermieri hanno già dato tanto, in termini di vite umane e di contagi. La maggior parte degli operatori sanitari italiani ha accettato di vaccinarsi senza batter ciglio. Ci dica ora, il Ministro della Salute, quali parole andrebbero espresse nei confronti della famiglia di quest’uomo e nei confronti dei familiari, dei figli, di tutti coloro che, seppur vaccinati, rischiano a questo punto ogni giorno di re-infettarsi e di rischiare la propria vita».

«Non ci piacciono per niente le parole di Giuseppe Fiorentino, primario di Pneumologia del Monaldi che, secondo quanto apprendiamo dai media, lo liquida come un caso singolare e sfortunato. Cosa sarebbe successo se l’infermiere fosse stato ancora in servizio? Quanti colleghi avrebbe contagiato e quanti pazienti avrebbero rischiato? Non possiamo ignorare tutto questo solo perché l’uomo non frequentava più la realtà ospedaliera. Come è accaduto a lui, potrà accadere presto anche ad altri colleghi ancora in servizio». FONTE 

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